Negli ultimi due mesi
A Roma morti dieci senzatetto, vittime del freddo e della giunta Raggi
La Caritas: “le istituzioni non prendono in carico le persone più fragili”
L'ennesima morte per freddo di un senzatetto ci fa imbestialire, se poi è la decima in due mesi in una città metropolitana come Roma ci fa ulteriormente riflettere su come la politica sociale, assistenziale e sanitaria della giunta Raggi, oltre che quella del governo centrale, non è rivolta agli strati più poveri e indigenti della popolazione.
È vero che il freddo e il gelo delle ultime settimane ha creato seri problemi ovunque ma la povertà non è stagionale, la sua cronicità e, anzi il suo aumento, dovrebbe aver suonato da tempo più di un campanello d'allarme alle orecchie degli amministratori capitolini.
Nonostante il supporto significativo delle associazioni e il volontariato, il comune di Roma non ha ancora affrontato il problema concretamente. Il 10 dicembre ha avviato il “piano Freddo” che mette a disposizione 486 posti per l’accoglienza, mentre il “piano Gelo” li integra con ulteriori 100 tra stazione Tiburtina, stazione Termini e Casa di Riposo di via Ventura. Vengono poi aperte le metro di Piramide e Flaminio. Si tratta di 586 posti che si aggiungono ai 1.075 ordinari. Ma ciò non basta. Secondo Sant’Egidio però, nella capitale sarebbero circa 8mila i senzatetto, 14mila sommando chi è ospite di una struttura. Il Centro Astalli commenta: “Non chiamiamole vittime del freddo. Sono morti per mancanza di ripari e assistenza. Nascondersi dietro le parole non cancella le responsabilità”.
Il fenomeno in crescita dei senzatetto nella Capitale è stato analizzato dal nuovo rapporto “La povertà a Roma: un punto di vista”, reso noto il 15 gennaio dalla Caritas Diocesana che, nei 3 centri d’ascolto diocesani, i 145 centri d’ascolto parrocchiali e una rete di altri 50 centri, seppur in presenza di alcuni segnali in controtendenza, ha registrato un aumento della povertà e l’aggravamento di molte situazioni. Secondo la Caritas: “Due decessi a novembre, tre a dicembre e cinque nella prima metà di gennaio. Una carneficina. C’è un ritardo cronico delle istituzioni nel prendere in carico le persone più fragili”.
In una delle città con gli affitti più cari tra le richieste più pressanti c’è quella della casa. Nel 2017 a Roma ci sono stati 6.700 sfratti per morosità, il doppio di quelli a Napoli e Milano. La Caritas di Roma sottolinea poi la fragilità della famiglia, con un aumento dei single, separati e divorziati che si rivolgono ai loro centri. “Se la crisi della famiglia (separazioni, divorzi) può portare povertà – osserva il rapporto – è vero anche il contrario e cioè che la povertà porta crisi familiare, è un potente disgregatore della famiglia”.
Anche le famiglie con un solo occupato e senza una pensione sono aumentate in 10 anni del 47,8%, mentre sfiorano quota 100.000 (92.790) le famiglie senza occupati. Tra i dati choc del rapporto l’ereditarietà dell’esclusione sociale: spesso i poveri più giovani sono figli di famiglie travolte da spaventose posizioni debitorie (affitti o bollette non pagate), costretti ad accettare lavori in nero per aiutare la famiglia.
Il rapporto della Caritas evidenzia infatti le profonde disuguaglianze anche a Roma: Nel complesso l’1,8% denuncia un reddito di oltre 100.000 euro l’anno, mentre il 51,3% possiede un reddito fino a 15.000 euro. Nella capitale 146.941 over 65 non raggiungono 11.000 euro l’anno, una città nella città fatta di anziani che vivono di stenti. Tra i bisogni principali svetta, nel 79,6% dei casi, la questione del reddito inadeguato. Nei 145 centri parrocchiali circa il 60% degli utenti chiede un lavoro, il 61,3% un aiuto per pagare l’affitto.
Dal Rapporto emerge anche il cosiddetto “barbonismo domestico”: l’isolamento e l’abbandono della cura di sé si sono tradotti in forme e stili di vita simili al barbonismo di strada ma vissuti negli appartamenti privati. Tra gli anziani soli sta emergendo anche la tendenza alla dipendenza dai farmaci, spesso anche da psicofarmaci.
Oltre all’aiuto materiale (cibo, reddito insufficiente) le persone hanno bisogno di essere ascoltate: “È la solitudine, la mancanza di relazioni umane, non essere considerati degni di attenzione, la cosa che più lamentano”. Ma sono presenti anche “isolamento, precarietà abitativa, gestione economica inadeguata, fragilità psicologica, malattie fisiche, bassa scolarità, conflittualità familiare, malattie psichiatriche, disinformazione e disorientamento rispetto ai propri diritti esigibili, disabilità”.
Il rapporto della Caritas ha messo a nudo una realtà nella “città eterna”, non molto diversa dalle altre città metropolitane e dalle periferie, che denuncia, anzi, urla interventi subito: questa consistente fetta delle masse popolari più povere e disagiate dovrebbero essere all'attenzione della sindaca Raggi con piani per il lavoro, case popolari, assistenza sociale e sanitaria, centri culturali e sociali, invece sono completamente ignorate ed emarginate a dimostrazione che il M5S nelle città che amministra, gestisce come gli altri partiti del regime neofascista gli interessi della borghesia e del capitalismo.
30 gennaio 2019