Intimidazioni fasciste a Mentana e altri giornalisti
È stato lo stesso direttore del tg di La7, Enrico Mentana, a pubblicare su Instagram la lettera di minacce ricevuta, scritta in stampatello e firmata con un chiaro “Boia chi molla!” affiancato ad una svastica.
Il testo, inviato a pochi giorni di distanza dall’aggressione ai danni dei due giornalisti de “L’Espresso”, è un insieme di frasi sconnesse ma cariche di delirio e di odio fascista: si va dal definire La7 come un “ricettacolo di comunisti”, passando per altre offese ai giornalisti come “Siete degli sfascisti che sperano che si affondi”, unite a moniti del tipo “"Acqua e non benzina, pietre e non pane, per non parlare di via Rasella".
La lettera ha come bersaglio non solo Mentana, ma anche altri giornalisti, "i vari Giannini, Floris, Formigli, Damilano" definiti “la crema dei leccaculo”, e giornaliste, definendo Gruber e Fanuele come “puttane di seconda categoria da 30 euro”.
Subito dopo la resa pubblica dell’intimidazione, il premier Conte ha dichiarato che "Le intimidazioni rivolte al direttore Mentana sono un atto vile e inqualificabile, le minacce a chi esercita la professione di giornalista sono inaccettabili in sé ma anche perché costituiscono un grave attentato alla libertà di stampa".
Esprimono solidarietà anche Luigi Di Maio: "Un gesto vile che va stigmatizzato nella maniera più assoluta", accompagnato anche da Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna di Forza Italia e da molti esponenti della sinistra istituzionale e del Pd, il di cui esponente Emanuele Fiano dichiara che "È intollerabile che continui a crescere questo clima di odio verso professionisti liberi e indipendenti. Non facciamo finta di niente per favore. C'è un aumento grave di odio e minacce".
Nell’appoggiare questi attestati di solidarietà ai giornalisti ed alle giornaliste oggetto di intimidazione, ai quali aggiungiamo con convinzione anche il nostro, non possiamo fare a meno di domandarci quale dignità abbiano le forze politiche di governo che oggi solidarizzano e che contestualmente nel loro lavoro quotidiano di governo si fanno portavoce nelle istituzioni dell’ultradestra - così come fino a qualche legislatura addietro faceva Forza Italia di Berlusconi - con misure razziste e fasciste e con atti di intolleranza e di violenza che non possono fare altro che incentivare questo tipo di accadimenti.
Allo stesso modo e salutandola comunque come un fatto positivo in una ottica di fronte unito antifascista, ci chiediamo anche quanto sia coerente la condanna dell’avvenimento, seppur auspicata e necessaria, da parte della stessa sinistra istituzionale che, in tanti anni di governo, non ha mai fatto nulla per applicare la XII disposizione transitoria della Costituzione e le leggi Scelba e Mancino che consentirebbero lo scioglimento immediato dei gruppi neofascisti e neonazisti nel nostro Paese.
Questo, unito ad un maggiore impegno culturale antifascista, sarebbe un modo diretto per fermare la mano nera che sta stritolando il nostro Paese dentro e fuori dalle Istituzioni che le reggono il sacco; creiamo dunque in ogni città un largo fronte unito antirazzista e antifascista affinché questi gruppi e questi simboli siano messi fuorilegge, così come il pensiero fascista deve tornare ad essere considerato reato che non può trovare spazio di legittimazione nel nostro Paese.
30 gennaio 2019