Salvini contestato dai NoTav
Visita provocatoria del ducetto leghista al cantiere di Chiomonte
Il 1° febbraio il ducetto leghista Salvini si è reso protagonista dell'ennesima provocazione di chiaro stampo fascista. Questa volta nel mirino del caporione leghista ci è finito il movimento No Tav che da anni si batte in Val Susa contro l'inutile, costosissima e dannosa opera che fra l'altro prevede un "galleria di base" a doppia canna lunga 57 km (originariamente era di 52 km) tra Susa e Saint-Jean-de-Maurienne (San Giovanni di Moriana, in Francia).
Armato di casco da minatore e giubbotto da poliziotto Salvini, attorniato da un folto gruppo di pennivendoli del regime, si è presentato di buon mattino all’ex-cantiere di Chiomonte per inscenare l'ennesima passerella elettorale e ribadire a pieni polmoni che la Lega è favorevole alla realizzazione dell'opera.
Ad attenderlo però ha trovato un folto gruppo di manifestanti No Tav i quali, al grido di “Accogliamo Salvini…alla moda nostra”, lo hanno sonoramente contestato e sbugiardato chiedendogli tra l'altro conto “della palla più grossa nella storia delle palle TAV, quella sparata dal ministro pochi giorni fa quando ha affermato che ci sarebbero 24 miliardi di costi nel caso in cui la seconda linea Torino-Lione non venisse realizzata”.
Vista la mala parata, aggiunge il resoconto NoTav, “Salvini è rimasto al caldo nascosto per tutta la mattinata dietro decine di agenti in assetto anti-sommossa che hanno anche caricato i No Tav (tra cui Nicoletta che ormai ha più di 70 anni) perché 'avrebbero ricevuto una palla di neve'... Un nervosismo degli agenti che la dice lunga sulla debolezza di tutto il sistema TAV di cui Salvini si candida ad essere garante come dimostrato da questa tappa al cantiere, ormai quasi obbligatoria per ogni politico che voglia rassicurare partiti, criminalità organizzata e imprenditoria sul fatto che il cambiamento è solo un brand elettorale e che gli interessi che contano saranno garantiti a ogni costo”.
Anche la Digos ha fatto la sua parte identificando 45 No Tav: quattro di questi, due donne e due uomini, sono state denunciati in quanto già sottoposti al foglio di via obbligatorio dal Comune di Chiomonte emesso dal questore Francesco Messina.
A Nicoletta Dosio, che da anni si batte in prima fila contro la Tav e a tutti i suoi compagni di lotta va tutto il nostro affetto e la nostra fraterna soldiarietà!
Rabbiosa la reazione di Salvini che ha ripetutamente minacciato i No Tav affermando fra l'altro che: “per presidiare quest’opera abbiamo impiegato decine di migliaia di uomini delle forze dell’ordine, per un costo di 63 milioni di euro che hanno pagato gli italiani, con quasi 400 feriti. Uno può essere favorevole o contrario, però lo fa a volto scoperto senza lanciare molotov. Se qualcuno vuole discutere di come ridimensionare e rivedere l’opera, è il benvenuto e i tavoli sono aperti. Se qualcuno va in giro a volto coperto e con bastoni in mano, è un cretino non un No Tav. Ricordo che ci sono stati mille denunciati e quasi cento arrestati”.
Una minaccia neppure tanto velata: questo governo continuerà a testa bassa con la politica del manganello e del carcere ai danni degli indomiti contestatori NoTav.
6 febbraio 2019