Dal Belgio all'Italia
Ondata di proteste studentesche “per salvare il pianeta”
30mila in Belgio, 12mila in Germania, sit-in in Gran Bretagna, Irlanda, Svezia, Svizzera e Australia
Un'ondata di proteste senza precedenti stanno attraversando il mondo. Milioni di studentesse e studenti sono scesi nelle strade e nelle piazze per dire basta al sempre più grave scempio climatico ed ecologico ai danni del pianeta, di cui l'imperialismo e la ricerca del massimo profitto capitalistico sono i primi responsabili.
La scintilla accesa dalla sedicenne svedere Greta Thunberg che il 29 agosto aveva dato il via alla sua personale protesta piazzandosi davanti il parlamento di Stoccolma, sta divampando come un incendio in tutto il mondo sotto la bandiera del movimento organizzato, School strike 4 climate change.
Scioperi e manifestazioni hanno scosso diverse città d'Europa.
30.000 ragazze e ragazzi delle scuole superiori hanno scioperato manifestando per le strade di Bruxelles in Belgio, 12.000 in 25 città tedesche, in Inghilterra, dove la tredicenne Holly Gillibrand di Fort William ha scioperato da sola il 12 gennaio sostando fuori dalla sua scuola, in Irlanda, Svezia, Australia, e Svizzera. Proprio in Svizzera dove si è tenuto recentemente il Word economic Forum, a Davos, lussuosa località di montagna che ha ospitato molti leader di paesi responsabili dei disastri climatici, le masse studesche si mobilitavano in 15 città. Anche nell'Ungheria del fascista Orban le mobilitazioni ambientali si sono legate indissolubilmente alle proteste contro le leggi fascistoidi e antipopolari emantate dal governo, come riportano le dichiarazioni della portabandiera del movimento, la giovanissima diciannovenne Blanka Nagy che accusa Orban e il governo di essere una banda di ladri che si arricchisce col denaro dei contribuenti mentre le masse non arrivano a fine mese.
Le proteste cominciano a prendere piede da qualche settimana anche in Italia. Si sono tenuti presidi in diverse città: Taranto, Roma, Pisa, Genova, Bologna, Venezia, Brescia e Milano.
A Roma il terzo appuntamentoha visto circa una cinquantina gli studenti presidiare Montecitorio.
Il punto importante focalizzato delle proteste che stanno scuotendo il mondo è l'attacco diretto che le giovani masse studentesche rivolgono ai diretti resposabili, il sistema capitalista, le multinazionali e i governanti borghesi che ne fanno gli interessi, accusati di essere i principali colpevoli del massacro naturale, della distruzione e dello sfruttamento sfrenato del pianeta, in nome della speculazione e del profitto. Insomma la protesta sembra assumere sempre più caratteri anticapitalistici, e non solo non si limita a sollevare semplici rivendicazioni ambientaliste. Il che può essere ossigeno per una ripresa globale della lotta di classe, unica strada percorribile per un reale e necessario cambiamento di rotta delle politiche ambientali. Del resto, il montante negazionismo climatico sbandierato dai vari leader dei paesi imperialisti Trump, Bolsonaro e Salvini, tanto per citarne alcuni non lascia presagire nulla di buono.
13 febbraio 2019