Il papa spreta il cardinale Mc Carrick per pedofilia
Le diocesi degli Usa denunciano centinaia di preti pedofili
Theodore McCarrick, ex arcivescovo di Washington ed ex cardinale, 88 anni, che si era dimesso alla fine di luglio del 2018 dalla carica cardinalizia, è stato ridotto allo stato laicale lo scorso 13 febbraio.
Con una decisione che non ha precedenti nella bimillenaria storia della Chiesa cattolica infatti (non era mai accaduto che un cardinale nell'arco di appena sei mesi si ritrovasse ridotto allo stato di laico) la Congregazione per la Dottrina della Fede emanava l'11 gennaio il decreto conclusivo del processo canonico a carico di Theodore Edgar McCarrick, con il quale l'accusato “è stato dichiarato colpevole dei seguenti delitti perpetrati da chierico: sollecitazione in Confessione e violazioni del Sesto Comandamento del Decalogo con minori e adulti, con l'aggravante dell'abuso di potere”
. Un successivo ricorso di Mc Carrick veniva poi prontamente respinto, tanto che il 13 febbraio la Sessione Ordinaria della stessa Congregazione decideva di confermare il precedente decreto, e il papa in persona riconosceva, come si legge in una nota ufficiale del Vaticano, “la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioé non soggetta ad ulteriore ricorso”
.
In parole povere, il “Sesto Comandamento del Decalogo”
al quale la decisione fa riferimento attiene ad atti impuri di natura sessuale, e il riferimento ai minori chiarisce che si tratta di pedofilia.
Tale decisione mostra che ormai la politica di Francesco in tema di pedofilia va nel segno opposto rispetto a quella dei suoi due predecessori (Giovanni Paolo II e Benedetto XVI, i quali hanno sempre accuratamente evitato di occuparsi del problema e quindi di insabbiarlo) ed è nel segno di una maggiore intransigenza, giungendo addirittura a toccare uno degli uomini di vertice della Chiesa stessa, ma del resto il papa non avrebbe potuto fare altrimenti: infatti quello di Mc Carrick è uno dei casi più gravi di abusi e pedofilia nella Chiesa e ha creato un vero e proprio terremoto tra i fedeli negli Stati Uniti, perché i reati di cui l'arcivescovo è colpevole sono gravi e ripetuti nel tempo. Negli anni Settanta, secondo la denuncia che ha portato al processo canonico, l'ex cardinale molestò un ragazzino di undici anni durante la confessione, quando ancora era un semplice prete a New York, e tra il 1994 e il 2008 i vescovi statunitensi avevano ricevuto numerosissimi rapporti sulle trasgressioni del cardinale con giovani studenti del seminario e giovani appartenenti alle famiglie della sua diocesi.
Ciononostante, dopo svariati incarichi episcopali minori a partire dalla fine degli anni Settanta, Mc Carrick fu nominato nel 2000 da Giovanni Paolo II arcivescovo di Washington e l'anno successivo fu creato cardinale dallo stesso papa, che si dimostrò sempre, durante il suo pontificato, assai poco sensibile nei confronti della pedofilia, come anche il suo successore Benedetto XVI.
La situazione degli abusi perpetrati da ecclesiastici su minori è talmente grave che Francesco è stato costretto a indire una inedita conferenza sul tema, che si è tenuta in Vaticano dal 21 al 24 febbraio e che ha visto la presenza di 114 vescovi in qualità di presidenti delle conferenze episcopali, di cardinali, di prefetti, di superiore e di superiori di ordini religiosi.
Del resto, quella di Bergoglio, al di là delle sue personali e certamente meritorie intenzioni, è una mossa obbligata: infatti sono assai numerosi nel mondo i processi aperti dalle autorità civili contro ecclesiastici responsabili di abusi sessuali su minori, e sono centinaia soltanto negli Stati Uniti, dove alcune diocesi sono finite in bancarotta a causa dei risarcimenti che i tribunali civili hanno riconosciuto alle vittime degli abusi.
Recentemente la diocesi di Brooklyn ha reso pubblici i nomi di oltre cento preti credibilmente accusati di molestie sessuali su minori, e prima ancora era stata la diocesi del New Jersey a rendere noti circa 200 nomi.
Il Washington Post è addirittura arrivato ad accusare di inerzia e di ambiguità lo stesso Francesco, accusandolo di avere minimizzato le ripetute denunce relative ad abusi su bambini nell’istituto religioso per sordomuti Antonio Provolo, con sedi in Italia e Argentina: la situazione in effetti si rivelò talmente grave che nel 2017 le competenti autorità ecclesiastiche erano costrette a commissariare l’istituto e due preti argentini coinvolti negli abusi sui minori venivano nel frattempo condannati sia dalle autorità ecclesiastiche sia da quelle civili, e attualmente sono in carcere.
6 marzo 2019