4 milioni di italiani non si curano più
Soprattutto i malati del Sud
Moltissimi italiani ormai rinunciano a curarsi, rinviando le visite mediche del Servizio Sanitario Nazionale perché le liste di attesa sono molto lunghe e non hanno soldi per visite private e non comprando i farmaci perché non vengono passati dal sistema sanitario pubblico anche se sono fondamentali.
I dati più attendibili li fornisce l’Istat, che lo scorso anno ha calcolato che 3 milioni e 657mila persone, soprattutto nel meridione, nel giro di 12 mesi hanno rinunciato a esami o cure mediche a causa di problemi economici e, prendendo in considerazione le cure odontoiatriche, notoriamente costose e quasi esclusivamente private, il numero sale a 4 milioni e 125 mila.
In una audizione al Senato alla fine del 2018 il presidente dell'Istat Maurizio Franzini ha dichiarato infatti che “oltre 4 milioni di persone rinunciano alle visite e agli accertamenti per motivi economici”, aggiungendo che circa 2 milioni di persone vi rinunciano per i tempi di attesa molto lunghi.
Infatti in Italia è tanto grave e ampia la fascia di popolazione in povertà che le esenzioni sanitarie sono molto diffuse, per cui in tante Regioni i disoccupati e persone in assoluta povertà non pagano il ticket, e la misura riguarda anche chi ha più di 65 anni e guadagna meno di 36mila euro l’anno, oltre che chi ha determinate patologie.
Nonostante tutto ciò, chi è esente perché povero, se si trova di fronte tempi insopportabili (moltissimi mesi) per ottenere una risonanza o una visita cardiologica non può permettersi di anticipare la prestazione in regime privato o in intramoenia, con il rischio di dover spendere almeno 150 euro a visita, per cui di fatto rinuncia a farsi controllare da un medico.
Dati allarmanti sono anche quelli della Fondazione Banco Farmaceutico Onlus, ente che raccoglie i farmaci e li distribuisce gratuitamente agli indigenti, che sono stati diffusi in occasione della Giornata di raccolta del farmaco tenutasi lo scorso 9 febbraio congiuntamente in Italia e nella Repubblica di San Marino: “in Italia, nel 2018 – si legge nel sito di Banco Farmaceutico - 539.000 persone povere (il 10,7% dei poveri assoluti) si sono ammalate e hanno chiesto il sostegno degli enti per potersi curare. In 5 anni (2013-2018), la richiesta di farmaci da parte degli enti è aumentata del 22%, mentre nel 2018, a causa di spese più urgenti (cioè non rinviabili), le famiglie povere hanno destinato alla salute solo il 2,54% della propria spesa totale (contro il 4,49% delle famiglie non povere). Le famiglie povere, in particolare, hanno potuto spendere solo 117 euro l’anno per curarsi (con un aggravio di 11 euro in più rispetto all’anno precedente), mentre il resto delle famiglie ne ha potuti spendere 703 (+8 euro rispetto all’anno precedente)”.
13 marzo 2019