Ex governatore della Lombardia e fondatore di Comunione e Liberazione
In carcere il supercorrotto Formigoni
“Ha barattato la sua funzione pubblica asservendola sistematicamente agli interessi della Maugeri”
L'ex governatore berlusconiano della Lombardia, ex senatore e fondatore di Comunione e Liberazione è un supercorrotto che merita 5 anni e 10 mesi di carcere.
Lo ha stabilito la Suprema Corte di Cassazione che il 21 febbraio pur confermando in pieno l'impianto accusatorio della Corte d’Appello di Milano gli ha ridotto di quasi 2 anni la pena di 7 anni e 6 mesi inflittagli in Appello in quanto è stato dichiarato prescritto il filone d'inchiesta sul San Raffaele.
Formigoni fu condannato a Milano nell'ambito del processo Maugeri-San Raffaele con l'accusa per aver favorito con 15 delibere del Pirellone la Maugeri in cambio di benefit e “utilità” per milioni di euro.
Confermate anche le condanne a 7 anni e 7 mesi per Costantino Passerino, ex direttore generale della Fondazione Maugeri, e i 3 anni e 4 mesi per l’imprenditore Carlo Farina.
Formigoni non ha diritto a chiedere pene alternative al carcere perché la condanna è superiore a 4 anni. Può però chiedere per motivi di età , avendo già superato i 70 anni, gli arresti domiciliari, su cui deve decidere il tribunale di Sorveglianza Ma, comunque, dovrebbe esserci un passaggio in carcere. Così come accadde a Cesare Previti che finì in cella per soli cinque giorni e poi, per età, ottenne i domiciliari.
Davanti alla Suprema Corte il sostituto procuratore generale (pg) Luigi Birritteri aveva chiesto la conferma della pena a 7 anni e sei mesi in quanto c'è stato un “imponente baratto corruttivo” attorno al sistema di finanziamento pubblico della clinica Maugeri e dell’ospedale San Raffaele, attraverso delibere della Regione Lombardia guidata da Formigoni per vent’anni. Da parte di Formigoni, aveva proseguito Birritteri, c’è stato un “sistematico asservimento della funzione pubblica agli interessi della Maugeri, un baratto della funzione”.
I numeri della corruzione sono impressionanti: 61 milioni di euro di cui circa 6 milioni sono arrivati “in vari flussi e forme” a Formigoni: viaggi, vacanze in barche e hotel di lusso.“Tenuto conto del suo ruolo e con riferimento alla mole della corruzione - aveva concluso il pg - non può avere una pena attenuata”, bisogna evitare, “che la legge possa essere calpestata con grida manzoniane”.
La Cassazione, però, ha ritenuto prescritto il reato solo in parte nonostante che i Pubblici ministeri milanesi, Laura Pedio, Antonio Pastore e Gaetano Ruta, avevano dimostrato oltre ogni ragionevole dubbio che Formigoni ha favorito con ben 15 delibere regionali la clinica Maugeri in cambio di benefit e “utilità” per milioni di euro. Primo fra tutti il maxi sconto praticato dall’imprenditore Pierangelo Daccò (che ha patteggiato) ad Alberto Perego, amico di Formigoni e Memores Domini di Comunione Liberazione come lui, per l’acquisto di una villa in Sardegna.
13 marzo 2019