Contributo alla Riunione della Commissione centrale di massa
La linea politico-sindacale del PMLI ha positivamente influito sulla mia partecipazione al Congresso nazionale della CGIL
Di certo dovrò meglio caratterizzarla e argomentarla per renderla più significativa e incisiva
Il 18° Congresso nazionale della Cgil è stato contrassegnato da un secondo documento ("Riconquistiamo tutto") fortemente ridimensionato dal numero dei sostenitori, i quali, facenti capo alla corrente "Il sindacato è un'altra cosa", dopo la fuoriuscita di Sergio Bellavita e altri compagni, si sono ritrovati con l'esigenza di continuare la battaglia nel maggiore sindacato italiano con ovvie ed aumentate difficoltà, ma con altrettante ineludibili necessità, vista la passività della Cgil, negli ultimi anni, sulle grandi questioni nazionali e non solo.
A Parma, dove tra l'altro Bellavita è stato per diversi anni segretario della Fiom e rappresentante del secondo documento, il ridimensionamento della sinistra sindacale è risultato evidente, sia per la fuoriuscita di diversi compagni, approdati per la maggior parte nell'Usb, sia per lo spostamento a destra del gruppo dirigente Fiom, dove diversi funzionari di provenienza "Rete 28 aprile " di Giorgio Cremaschi hanno seguito l'allora segretario nazionale Fiom Maurizio Landini nel suo progressivo ed irresistibile avvicinamento alla Camusso.
Quando è stato annunciato il 18° Congresso ho pensato di partecipare e proseguire la battaglia sindacale, che già negli ultimi due congressi avevo portato avanti, e di rientrare quindi, se eletto, negli organismi dirigenti della Flai provinciale. La mia partecipazione è stata comunque limitata. Ho esposto le ragioni del documento "Riconquistiamo tutto" limitatamente alle quattro assemblee di settembre alla Barilla di Parma, dove lavoro. I voti ottenuti mi hanno consentito di essere eletto da subito come delegato al congresso provinciale Flai in ottobre.
Nell'esposizione del documento alla Barilla ho riscontrato alcune difficoltà, che tra l'altro avevo previsto, data l'assenza di circa due anni dal dibattito attivo in Cgil. Ho ampiamente recuperato però nell'Assemblea provinciale, dove sono riuscito a far capire alla stragrande maggioranza della platea che le ragioni del secondo documento sono le esigenze naturali di tutti gli iscritti Cgil e la mia presenza è stata determinante nel rappresentare questo documento e l'area "Il sindacato è un'altra cosa".
Come simpatizzante del PMLI ho riscontrato che la linea politico-sindacale del Partito, di lavoro e militanza all'interno della Cgil, ha positivamente influito sulla mia scelta di rientrare nel sindacato, superando varie difficoltà, incomprensioni e conflitti che avevano causato le mie dimissioni dai vari direttivi Cgil.
Per quanto riguarda la proposta sindacale del PMLI devo constatare che nei vari interventi non sono riuscito a caratterizzarla in modo specifico, soprattutto per quel che riguarda la costruzione di un sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati, basato sulle assemblee generali e la democrazia diretta. I miei interventi sono stati significativi e incisivi, ma piuttosto generici sul tipo di sindacato per il futuro, sul sindacato che dovrà portare avanti le lotte generate dalla crisi insanabile del capitalismo, che dovranno coinvolgere la maggioranza dei lavoratori.
È stata comunque un'esperienza utile che mi ha consentito di riprendere l'attività sindacale nell'Assemblea generale Flai e in segreteria Flai di Parma, almeno fino al mio imminente pensionamento, lasciandomi un certo spazio per rettificare e recuperare la corretta posizione del Partito in ambito sindacale.
Alberto Signifredi, simpatizzante di Parma del PMLI
27 marzo 2019