Sequestrata la nave italiana che ha salvato 49 migranti
Indagati il comandante Marrone e il capo missione Casarini con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e disobbedienza all'ordine della Guardia di finanza
Salvini: “Arrestateli”
La Procura di Agrigento ha confermato il sequestro della nave ''Mare Jonio'' dell'organizzazione non governativa ''Mediterranea Saving Humans'' sbarcata e sequestrata dalla Guardia di finanza (GdF) il 19 marzo scorso a Lampedusa, con a bordo 49 migranti, soccorsi dall'equipaggio della nave mentre erano su un gommone in balia del maltempo al largo della Libia.
La Procura ha inoltre messo sotto inchiesta il comandante della nave Pietro Marrone e il capo missione, l'ex leader dei No Global Luca Casarini, con l'accusa di ''favoreggiamento dell'immigrazione clandestina'' e ''rifiuto di obbedienza a nave da guerra'', come previsto dall'art 99 del Codice della Navigazione, in riferimento all'ordine di divieto di attracco in porti italiani impartito dalla GdF al comandante stesso prima dello sbarco.
I finanzieri in servizio con il pattugliatore 'Apruzzi' hanno sequestrato la nave appena giunta a Lampedusa perché, si legge nel verbale: ''non autorizzata dalle Autorità italiane a entrare nelle acque territoriali''. In realtà la ''Mare Jonio'', battente bandiera italiana, aveva tutto il diritto di arrivare in porto: per non autorizzarne l'ingresso in Italia sarebbe stato necessario un provvedimento di divieto di attracco del ministero delle Infrastrutture, mai arrivato.
Non solo, ma dato il maltempo e le onde alte anche due metri, spegnere i motori o invertire la rotta avrebbe messo in palese pericolo di vita l'intero equipaggio, ecco perché il comandante Marrone al ripetuto divieto di ingresso in acque territoriali da parte della finanza ha risposto: ''Siamo impossibilitati a spegnere i motori, siamo in pericolo di vita''.
Secondo l’armatore della ''Mare Jonio'', Beppe Caccia, nessuna autorità avrebbe potuto impedirne lo sbarco: “Siamo assolutamente sereni, il sequestro della nave è illegittimo, il comandante ha agito nella totale legalità e nel rispetto del diritto internazionale... abbiamo fornito ai magistrati ogni elemento a nostra disposizione tra cui mail e filmati. Non siamo noi che ci nascondiamo dietro all’immunità e allo scudo parlamentare per evitare il processo per sequestro di persona, anzi siamo convinti che l’inchiesta della magistratura faccia chiarezza. Presto la nave Jonio sarà libera, torneremo in mare a salvare vite umane”.
La portavoce dell'equipaggio Alessandra Sciurba sottolinea: “non abbiamo mai ricevuto l’ordine di fare sbarcare i migranti soccorsi in Libia né dai libici né dalle autorità italiane. Quando siamo arrivati non c’era nessun altro nello specchio di mare. La cosiddetta guardia costiera libica è arrivata solo dopo il soccorso”.
Si dice ''felice'' per il sequestro e le indagini il ducetto Salvini, ''perché non è una mia ipotesi che ci fossero delle illegalità e che si è infranta la legge''. E si spinge perfino ad aizzare gli inquirenti contro l'equipaggio: ''Arrestateli''.
Il comandante Marrone conferma invece: “Sono tranquillo, ho fatto il mio dovere. Avrei dovuto lasciarli morire? Rifarei tutto per salvare le persone”, confortato dal suo legale, l'avvocato Lanfranca: ''Il comandante si è comportato in modo estremamente corretto, ha salvato vite umane, il favoreggiamento a mio giudizio non sta né in cielo né in terra e il sequestro sarà impugnato''.
In barba alla legge, alle evidenti disumane condizioni di vita nei campi libici, ormai sotto gli occhi del mondo intero, di fronte alla certezza della morte di un intero equipaggio e di 49 migranti provenienti da vari Paesi africani e dagli stessi lager libici, l'infame governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio continua la sua brutale politica contro i migranti e dei respingimenti, arrivando a distorcere la realtà dei fatti e perfino (con tanti saluti alla separazione dei poteri dello Stato) ad aizzare la magistratura contro l'equipaggio, come se i giudici fossero il braccio armato dell'esecutivo ''del cambiamento'' fascista e razzista da utilizzare contro i nemici del governo e gli oppositori del regime (salvo quando inquisiscono Salvini e il governo stesso come per il caso Diciotti, ma in quel caso scatta l'immunità).
Ennesima prova provata che siamo di fronte al governo più a destra della storia della Repubblica e che pertanto, come denunciato dal PMLI fin dal suo insediamento, è un dovere democratico e antifascista buttarlo giù dalla piazza, sbarrando così la strada ai fascisti del Duemila, prima che faccia ulteriori danni al popolo italiano (e non solo) e ai migranti.
Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio!
Frontiere aperte, libero accesso e pari diritti per i migranti!
3 aprile 2019