Elezioni comunali a Firenze
Nardella apre la campagna elettorale rincorrendo il M5S sulla “partecipazione” e la Lega sulla “sicurezza”
Sostenuto da liste zeppe di volti noti e tanti democristiani e dai socialisti e da ex Forza Italia
Redazione di Firenze
Il 27 marzo scorso Dario Nardella (PD), nel tentativo di smarcarsi dal crollo di Renzi e di costruire un largo sostegno alla sua nuova candidatura a sindaco di Firenze, cercando di pescare voti a sinistra e a destra, ha aperto la campagna elettorale nella Sala Rossa del Palacongressi con una convention
all'americana, in perfetto stile renziano, dove è apparso sul palco a suon di musica commerciale, con proiezioni di diapositive fantascientifiche con fotomontaggi dell’Arno navigabile da barche a vela e strade percorse da macchine volanti. “Firenze è la città che siamo” lo slogan assolutamente privo di contenuto reale della campagna nardelliana, che punta come faceva Renzi sul campanilismo.
Nardella ha esibito la presenza e l'appoggio del governatore della Toscana Enrico Rossi, il quale ha annunciato che lo voterà pur rimanendo in Mdp (che appoggia, insieme praticamente a tutte le forze parlamentari a sinistra del PD, la candidatura di Antonella Bundu) e quelli di Marco Carrai, l'imprenditore amico dei servizi segreti israeliani e americani fra i primi a sostenere l'ascesa di Renzi, presidente della società Toscana aeroporti che gestisce gli scali di Pisa e Firenze Peretola e uomo dei “poteri forti” del contestatissimo progetto dell'ampliamento dell'aeroporto di Peretola. Lo sciagurato progetto che Nardella ribadisce in toto anche per l'eventuale futuro mandato.
Nardella in questa occasione ha lanciato due temi centrali del suo programma: “partecipazione” e “sicurezza”, rincorrendo M5S e Lega e accettando le loro impostazioni di fondo.
Per “partecipazione” egli intende lanciare istant poll
(sondaggi istantanei) sulle decisioni prese a Palazzo Vecchio tramite una sorta di piattaforma informatica gestita dal Comune e di creare dei comitati di valutazione sui servizi formati da cittadini sorteggiati e coordinati dalle istituzioni, nonché di abbassare il quorum per la richiesta di referendum comunale. Anche se Nardella sostiene il contrario, il modello è la piattaforma Rousseau del M5S; in questo modo la “partecipazione” è illusoria perché il potere decisionale rimane sempre nelle mani del sindaco e della sua giunta, ma si crea un pericoloso ponte fra il sindaco (il capo) e le masse, di mussoliniana memoria, portando avanti il modello che si è affermato a Firenze con Renzi, con un sindaco neopodestà decisionista e protagonista assoluto, la giunta a rimorchio e il consiglio Comunale svilito ed emarginato.
Sulla “sicurezza” Nardella ricalca pari pari le orme della Lega, non offre la pistola da farwest e le ronde ma rilancia l'analisi di fondo, e cioè che uno dei problemi centrali per la popolazione è combattere la piccola delinquenza (che peraltro statisticamente non è in aumento). Propone di militarizzare e mettere sotto sorveglianza tutta la città con comitati di controllo del vicinato coordinati istituzionalmente dai presidenti di quartiere, composti da abitanti, commercianti, funzionari comunali in rapporto diretto con polizia e carabinieri. Una rete occhiuta e soffocante per reprimere le infrazioni più minute in nome della sicurezza e lotta al “degrado”; recentemente un abitante del quartiere 4 è stata multata di 600 euro per aver abbandonato delle sedie vicino al cassonetto, individuata tramite la segnalazione fatta all'apposita pattuglia dei vigili da un vicino appostato dietro le tendine della finestra. Per rimanere in tema, e nell'ambito della legalità borghese, neanche una parola sulle pesanti infiltrazioni mafiose in Toscana e a Firenze; nella nostra città, per esempio, sono stati sequestrati a mafiosi un prestigioso appartamento in Piazza della Signoria e lo storico bar Curtatone. E ancora più telecamere (siamo già una delle città più video sorvegliate d'Italia) e vigili che pattugliano i quartieri.
Sempre in tema alla fine dello scorso anno Nardella ha annunciato l’inserimento in bilancio del fondo “casa protetta”, finanziato per 200mila euro, "da incrementare negli anni" per elargire contributi alle famiglie per porte blindate, infissi o telecamere di videosorveglianza private.
Chiusura di Nardella sullo “jus soli” per i figli di migranti nati in Italia, da sostituire con lo “jus culturae” cioè non la cittadinanza alla nascita ma al raggiungimento della maggiore età, superando un esame di “italianità”.
Vuoto sul fronte dei servizi, se si esclude un “villaggio” per 50 anziani soli affiancato al plesso di Montedomini, la storica struttura fiorentina che ristrutturata una decina di anni fa è diventata il ricovero di genitori di consiglieri comunali, funzionari e notabili di vario livello.
Nardella ha incassato il sostegno di varie liste civiche: "Avanti Firenze", sostenuta da Gabriele Toccafondi e Riccardo Nencini. Toccafondi è un parlamentare transitato per varie liste di “centro-destra” e Forza Italia, è stato sottosegretario all'istruzione dei governi Letta, Renzi e Gentiloni, oggi è deputato iscritto al Gruppo misto eletto nella lista Civica Popolare, affine al “centro-sinistra”; Riccardo Nencini, segretario del Partito socialista italiano,fino all'altro ieri, dagli anni Novanta del secolo scorso eletto in Regione Toscana, parlamento europeo, Camera dei deputati, sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti dei governi Renzi e Gentiloni, schierato per il Sì al referendum della controriforma costituzionale voluto da Renzi, attualmente presidente del Gruppo Misto in Senato dove è stato eletto in una lista civica. Due personaggi di rilievo che sponsorizzano questa lista il cui programma è incentrato sulla realizzazione della nuova pista di Peretola e più “sicurezza”.
L'altra lista “Nardella sindaco-Nata per unire” è piena di ex democristiani e nomi noti in città come l'ambasciatore Marco Del Panta Ridolfi per molti anni segretario generale dell'Istituto Europeo fiorentino o l'ex giocatore viola Alberto di Chiara. C'è poi “Sinistra civica” con capolista Angela Terzani, vedova della scrittore Tiziano Terzani. E ancora la lista “Firenze + verde”, con il tentativo di strizzare l'occhio agli ambientalisti, con proposte legate alla raccolta differenziata dei rifiuti e l'abolizione delle plastiche monouso, salvo poi continuare a sostenere progetti altamente inquinanti come la nuova pista di Peretola. Per il voto a Nardella sindaco si è espressa anche la radicale Emma Bonino e la sua lista +Europa.
Il programma elettorale completo di Nardella è in fase di gestazione, sono stati realizzati degli incontri con piccoli gruppi di elettori e altri sono in programma, spandendo a piene mani l'illusione demagogica che sarà un programma scritto “dal basso”.
Egli ha messo in atto un'accurata operazione di “marketing” elettorale, che però non propone niente di nuovo rispetto ai cinque anni passati a Palazzo Vecchio, in cui al centro degli interventi della sua amministrazione fondamentalmente ci sono state le esigenze della grande borghesia, continuando l'opera di privatizzazione di grandi strutture pubbliche dismesse, le grandi opere, mentre sono peggiorati e in alcuni casi praticamente azzerati i servizi sociali. Senza parlare della completa assenza di misure per dare lavoro ai disoccupati.
Come si vede Nardella non è una reale alternativa alla linea del governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio, noi marxisti-leninisti rinnoviamo l'invito alle astensioniste e agli astensionisti di sinistra a fare proprio l'obiettivo storico della conquista del socialismo e del potere politico da parte del proletariato che è l'unica vera alternativa, rivoluzionaria e di classe, e a lavorare per la creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, ossia le Assemblee popolari e i Comitati popolari fondati sulla democrazia diretta. Con la consapevolezza che solo col socialismo Firenze può essere governata dal popolo e al servizio del popolo.
17 aprile 2019