Grave decisione del Senato
Il M5S salva Salvini dal processo
Mentre i carabinieri arrestavano il boss dei Cinquestelle Marcello De Vito coinvolto nelle inchieste sugli appalti pubblici di Roma, il 20 marzo il Senato nero confermava il voto della Giunta per le autorizzazioni e respingeva la richiesta del Tribunale dei ministri di Catania di rinviare a giudizio il caporione fascio-leghista Matteo Salvini accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito lo scorso agosto lo sbarco nel porto di Catania dei 177 naufraghi-migranti salvati in mare dalla nave Diciotti.
A favore dell’immunità hanno votato 237 senatori (M5S, Lega, Forza Italia e Fdi). Proprio una “bella compagnia” per un partito che ciancia di “onestà”, “trasparenza” e “rispetto del voto dei cittadini, ma poi si vergogna di andare a braccetto con chi questi valori li ha da sempre calpestati.
Solo tre senatrici 5Stelle hanno votato in dissenso dal gruppo: Paola Nugnes, Elena Fattori e Virginia La Mura che fanno mettere a verbale il loro sì al processo per Salvini perché, sottolineano: “Nel nostro Dna c’è il rispetto della giustizia, e vige il principio della sottomissione di ciascuno alla legge. Noi abbiamo le cinquestelle nel cuore”.
Mentre altri 7 colleghi pentastellati risultano “strategicamente” assenti e si sono dati alla latitanza durante il voto. Solo 61 i voti contrari (Pd e Leu).
Dunque missione compiuta per i 5Stelle che, per salvare le loro poltrone, hanno liberato dalla “giustizia ingiusta” di berlusconiana memoria il loro alleato in camicia nero-verde mentre il ducetto Di Maio espelle da Movimento in diretta Tv la “mela marcia” De Vito, uomo ombra della sindaca Raggi, e lo consegna alle patrie galere.
Mentre le tre senatrici “ribelli” Nugnes, Fattori e La Mura rischiano l’espulsione dal Movimento visto che sono andate contro la linea stabilita dal voto online su Rousseau. Lo conferma il capogruppo Stefano Patuanelli: “Sono state segnalate ai probiviri. Il termine per la decisione è di 90 giorni ma non è perentorio, i tempi possono essere più rapidi o più lunghi”.
Ma non è detto che ciò avvenga perché, sempre per opportunità politica, Di Maio ha già fatto i conti e si è reso conto che, dopo le epurazioni di Gregorio De Falco e Saverio De Bonis se espelle anche le tre dissidenti la Lega di Salvini al Senato diventa maggioranza assoluta con 162 seggi a disposizione.
E mentre i Cinquestelle si leccano le ferite degli arresti a raffica in Campidoglio, Salvini se la ride alle loro spalle e festeggia alla grande lo scampato pericolo. Infatti subito dopo il voto il caporione fascio-leghista ringrazia calorosamente i 5Stelle e in particolare il senatore Michele Giarrusso il quale dal suo scranno senatoriale lo aveva difeso a spada tratta annunciando: “con orgoglio che M5S, dopo aver condiviso coi cittadini questa decisione, voterà convintamente affinché il governo non debba rispondere di un’azione compiuta nell’interesse dello Stato e dei cittadini”.
Subito dopo il voto, Giarrusso è talmente entusiasta di come si sia “risolta” la faccenda che raggiunge Salvini alla buvette e servilmente domanda: “Ti sono piaciuto?”. “Sei stato bravissimo. Anzi: sei bravissimo”.
Incassata la vittoria all'uscita di Palazzo Madama Salvini confessa anche ai cronisti lo scampato pericolo: “Stamattina avevo a che fare con 15 anni di carcere... Ci tenevo a evitarli. Non mi sento un sequestratore. È stata una giornata impegnativa, ma sono emozionato”.
Dunque mille grazie ai Cinquestelle e a tutti i loro senatori che: “durante la seduta mi hanno avvicinato, mi hanno incoraggiato, poi hanno votato secondo coscienza, dopo aver letto le carte: con loro il rapporto è di una serenità olimpica. Governeremo a lungo”.
17 aprile 2019