Salvini contestato a Perugia da giovani antifascisti
“A casa”, “Noi non siamo fascisti”, “Salvini, ti aspetta il tribunale internazionale dell'Aja”.Cantata “Bella Ciao”
Salvini si è fiondato a Perugia, con tanto di scorta, il 18 aprile scorso appena dopo lo scandalo che ha travolto la giunta regionale e il Pd dell’Umbria, per fare la sua campagna elettorale e riscuotere consensi per la candidata leghista a governatore. Ma mentre il neoduce gongolante si concedeva alle richieste di selfie dei suoi sostenitori e iniziava ad arringare la piazza, ad aspettarlo c'erano giovani perugini, studentesse e studenti e centri sociali che lo hanno sonoramente contestato.
La piazza gli ha indirizzato sonori fischi. Più di un centinaio di antifascisti impugnavano cartelli e striscioni: “Salvini, ti aspetta il tribunale internazionale dell’Aja”, con riferimento ai possibili processi a suo carico, altri chiedevano conto a Salvini dei 49 milioni di euro fatti sparire dalla Lega e di altre inchieste giudiziarie che coinvolgevano i governatori leghisti Cota e Galan, o delle giunte lombarde in cui la Lega governava con Formigoni, altri ancora sul divieto razzista di attracco ai porti italiani delle navi delle Ong e della stessa Marina italiana e della politica razzista di cui è titolare.
Una vivace contromanifestazione lo ha interrotto più volte con slogan e grida “A casa”, “Noi non siamo fascisti” e altri contro Salvini e Pillon, concludendo con “Bella ciao”. Infastidito il ducetto razzista ha tirato fuori l'artiglieria pesante e con fare da mafioso li ha minacciati: “Se volete, vi mandiamo dieci immigrati a testa”, “Avete rotto le p..”; poi sbeffeggiando ha mandato loro dei baci: “Vi voglio bene. Ma va bene così, io adoro le minoranze, difendo i comunisti come specie in via di estinzione”. “Mi fanno enorme simpatia quelli che nel 2019 cercano i fascisti che non ci sono”. Ha potuto parlare tranquillamente perché la contromanifestazione era blindata da un robusto cordone di polizia in assetto antisommossa, come d'uso a chi “osa” contestare.
Presentandosi alla piazza spavaldo, come il nuovo paladino degli umbri si è permesso di dire: “Tanta gente oggi ci ringraziava dicendo che stiamo facendo quello che una volta faceva la sinistra: pensioni, lavoro, pace fiscale, assunzione di poliziotti, pompieri, carabinieri”. Vero, anzi verissimo, come i vecchi arnesi politicanti democristiani o craxiani, o come oggi i pentastellati suoi alleati di governo: tutti uniti per imbrogliare e opprimere le masse popolari e i giovani che, in quella piazza, ancora ignorava le accuse di peculato rivolte al suo sodale Siri.
24 aprile 2019