No al gasdotto Eastmed-Poseidon
Un progetto inutile, costoso e legato ancora al fossile.
Con una petizione a firma di una trentina di associazioni fra le quali No Triv, No Tap e Stop Ttip Italia, una parte del mondo ambientalista italiano che si oppone alle grandi opere inutili, ha chiesto direttamente al presidente del Consiglio e ai ministri dello sviluppo economico e dell’ambiente, di non firmare l’accordo intergovernativo per avviare la costruzione dell’imponente gasdotto Eastmed-Poseidon.
Questa colossale opera dovrebbe essere costruita per importare in Europa gas dai giacimenti presenti al largo di Israele e di Cipro, e poi, passando per Creta e per la Grecia, approdare a Otranto, colpendo ancora una volta come per la TAP, le coste salentine; sarebbe realizzato così il più grande condotto del mondo con i suoi 2.200 chilometri di lunghezza, fortemente voluto dai paesi dell’Unione Europea per l’approvvigionamento di gas non proveniente dalla Russia, che ad oggi rimane il primo fornitore.
Fra l’altro Eni sta estraendo gas per l’Egitto con il quale ha in progetto di farne un vero hub anche come produttore di gas liquefatto.
Ancora denaro all’energia fossile a danno dell’ambiente
Un progetto dai costi esorbitanti stimati in circa 7 miliardi che con tutta probabilità arriverebbero a dieci, di altissimo impatto ambientale e che significherebbe un ulteriore colpo inferto ai buoni propositi – che come detto più volte sulle colonne di questo giornale – di contenimento al riscaldamento globale.
Non è senz’altro secondario quest’ultimo aspetto, poiché l’utilizzo del gas naturale nei primi anni del suo ciclo di vita ha un effetto climalterante di gran lunga superiore a quello del petrolio, il che rafforza le convinzioni dei critici riguardo al protocollo di Parigi e le COP dell’ONU sul clima che gli sono succedute.
Una scelta sciagurata quindi che si pone ancora una volta in contraddizione con la necessità di utilizzare e sviluppare la produzione energetica veramente verde e rinnovabile, come il solare, l’eolico o l’idroelettrico, trovando più “conveniente” per i profitti delle multinazionali che saranno in gioco e per i governi che reggono loro il sacco, continuare a investire nelle fonti fossili.
Possibile che nonostante tutti gli allarmi sul clima, il gas sia diventato l’energia sulla quale puntare nelle strategie e nelle politiche energetiche globali dell’Unione Europea da qui al 2050?
Le associazioni firmatarie della petizione denunciano anche gli elevati costi di manutenzione correttiva del tratto del gasdotto tra Cipro e Creta a causa dell’irregolarità dei fondali marini e della sismicità della zona, e l’antieconomicità di questo genere d’importazione: secondo una analisi indipendente, il prezzo del gas dei giacimenti del Mediterraneo e i costi di trasporto non sarebbero concorrenziali poiché il quantitativo in arrivo da questo gasdotto sarebbe di circa 15/20 miliardi di metri cubi ogni anno, rispetto al fabbisogno, tutt’ora in calo, registrato dall’Unione Europea nel 2017 di 360 miliardi di metri cubi di gas annui.
Il filo nero che lega Berlusconi al governo Salvini-DI Maio, passando per Renzi e Gentiloni
Il governo italiano ha dato il via libera alla realizzazione del gasdotto in questione con Berlusconi nel 2014, ratificato dal governo Gentiloni con un protocollo d’intesa nel 2017, in piena continuità anche con il parere del precedente governo Renzi. Accordi che però non vincolerebbero la maggioranza attuale alla firma definitiva che, secondo alcune agenzie di stampa internazionali, avrebbe dovuto esserci in Grecia entro la fine di marzo con tutti i paesi promotori (Italia, Cipro, Grecia ed Israele) attorno ad un tavolo.
Salvini per conto del governo italiano, nella sua recente missione istituzionale in Israele ha affermato di sostenere il progetto con queste parole: “C’è l’ipotesi di un gasdotto che da Israele potrebbe arrivare fino al Sud Italia. Chiederò alle nostre aziende e agli imprenditori di cooperare e collaborare”, aggiungendo vergognosamente: “Non c’è alcun tipo di impatto ambientale, non vedo perché debbano sorgere ostilità. Sono in corso i lavori per la Tap, questo gasdotto andrebbe ad aggiungersi”.
L’ha ripetuto in un passaggio del suo intervento all’edizione 2019 di Omc in corso a Ravenna, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, esponente di spicco della Lega, dichiarando che: “È indispensabile che non si fermino le iniziative dirette a realizzare le infrastrutture di trasporto del gas che connettono i diversi paesi, mi riferisco in particolare a EastMed”.
Al momento il Movimento 5 Stelle nicchia, e lo fa lasciando trapelare su alcuni quotidiani i propri dubbi che al momento non sono nulla più: dopo la clamorosa retromarcia sul TAP e su tante altre questioni ambientali, cosa possono ancora aspettarsi gli ambientalisti da Di Maio e dai suoi “onorevoli” pentastellati?
Per fermare il gasdotto Eastmed-Poseidon, occorre una grande mobilitazione popolare indipendente dalle forze di governo poiché, come scritto in numerosi cartelli alla manifestazione nazionale di Roma per il clima e contro le grandi opere inutili del 23 marzo, “non esistono governi amici”. Nel perdurare del capitalismo, questo gli ambientalisti devono sempre tenerlo bene a mente.
24 aprile 2019