Un regalo all'imperialismo russo
Assad affitta alla Russia il porto di Tartus
Una zona del porto siriano di Tartus era territorio sotto il controllo del governo di Mosca dal 2017, da quando l'imperialismo russo aveva l'aveva affittato per la durata di 49 anni dal regime di Bashar Assad per costruirvi un centro logistico della Marina russa. La base navale di Tartus e la base aerea di Hmeimim a Latakia hanno costituito il fulcro dell'intervento militare di Putin in Siria, indispendabile per tenere in piedi il regime alleato, ma sono anche il punto di appoggio delle forze di Mosca nel Mediterraneo orientale. Sono un punto di forza di Putin e del suo rinnovato attivismo imperialista nella regione mediorientale e in tutto il Mediterraneo tanto che Mosca ha deciso di consolidare il suo controllo sul porto di Tartus e di assicurarsi non solo la presenza militare ma anche l'intero controllo del porto commerciale. Lo annunciava lo scorso 20 aprile il vice premier russo Yury Borisov che al termine della sua visita a Damasco otteneva da Assad l'affitto per 49 anni di tutto il porto, delle attività di trasporto e economiche.
“Per 49 anni il porto di Tartus servirà il business russo”, sottolineava Borisov auspicando che “questo passo dia un impulso al commercio bilaterale e spero che giovi in primo luogo all'economia siriana”; piuttosto a quella di Mosca che si prepara a fare la parte del leone nella ricostruzione della Siria. Quando ovviamente saranno risolte le ancora non poche questioni relative alla presenza nel paese di soldati di Usa, Francia e Gran Bretagna, dei quali il 24 aprile il vice ministro della Difesa siriano Mahmoud al-Shawa chiedeva il ritiro, e all'occupazione di parti del paese da parte delle forze alleate turche e alle continue illegali aggressioni dei sionisti di Tel Aviv che sul territorio siriano combattono la guerra contro l'allargamento dell'influenza dell'altra potenza locale concorrente, l'Iran.
30 aprile 2019