I due ducetti contestati sonoramente a Taranto e in Sicilia
“Di Maio ingannapopolo, vattene!”
Cantata “Bella ciao” contro Salvini
Mentre i ducetti Salvini e Di Maio non perdono occasione per rilanciare davanti alle telecamere e sui mass media di regime sondaggi favorevoli e nuovi slogan elettorali sulle “promesse mantenute”, le masse popolari cominciano a prendere sempre più coscienza del grande inganno politico ed elettorale che il governo nero, fascista e razzista Lega-5Stelle rappresenta e li contestano clamorosamente a ogni loro uscita pubblica.
L'ultima della serie è del 25 Aprile, giorno della Liberazione, con Di Maio che a Taranto è stato accolto al grido di: “traditore, traditore. Ci avete tradito, i voti che avete preso qui non li rivedrete più”. Mentre il fascioleghista Salvini, che ha disertato le commemorazioni del 25 Aprile ed è sceso in Sicilia per annunciare l'imminente “liberazione dalla mafia” è stato fischiato e salutato al canto di “Bella Ciao”.
Il ducetto pentastellato è arrivato nella città dell'acciaio e dell'epidemia di tumori completamente blindata e scortato da decine di agenti “più di quando venne Matteo Renzi nel 2014” gli rinfacciano diversi tarantini. Al suo fianco ci sono altri quattro ministri pentasellati: Giulia Grillo (Salute), Barbara Lezzi (Sud), Sergio Costa (Ambiente) e Alberto Bonisoli (Cultura) e un gruppetto di iscritti del M5S con tanto di bandiera contro cui alcuni tarantini urlano: “Assassini”.
Intorno alla prefettura è stata istituita una invalicabile zona rossa, si entra solo con accredito con i residenti di via Cavour e via Massari che protestano: “Ci tengono sotto sequestro dalle 6 del mattino”.
Mentre in Piazza del Carmine centinaia di manifestanti urlano e tappezzano i muri con diversi striscioni in cui fra l'altro si legge: “Di Maio Ingannapopolo vattene”; “Di Maio ha consegnato l'Ilva ai padroni Mittal per fare come Riva, produzione per il profitto attacco a lavoro e salute” e ancora: “Di Maio ha consegnato il governo al fascista Salvini”.
Carla Lucarelli, madre di Giorgio Di Ponzio, ucciso da un tumore a gennaio scorso riesce a entrare in prefettura e a tu per tu con Di Maio gli rinfaccia: “Caro ministro, le porto i saluti di Mauro Zaratto. Si ricorda di lui e di quando si commosse ascoltando la sua storia?» ha detto rievocando la morte di un altro figlio di Taranto. «Da allora — ha aggiunto – non è cambiato nulla, tranne la morte di altri bambini come mio figlio. C’è poco da riderci sopra perché ci sono i filmati della campagna elettorale che ha fatto su Taranto. Ora ci sono le europee e lei è venuto a fare passerella. Accetterò una stretta di mano seria quando prenderà decisioni serie per Taranto, cioè la chiusura delle fonti inquinanti. Taranto è bella quando serve”.
Anche Michele Riondino, l’attore tarantino che un anno ha tirato la volata ai Cinquestelle a Taranto e in tutta la Puglia si schiera con le associazioni e ricorda: “Con le promesse di chiusura qui avete raccolto il 50% dei voti, ma non li rivedrete più”.
Sullo stesso tono anche le contestazioni contro Salvini in tour elettorale nei 34 comuni siciliani chiamati al voto.
Il 25 Aprile a A Monreale Salvini ha trovato i lampioni nelle strade ricoperti di adesivi con quegli slogan razzisti e fascisti lanciati contro i meridionali lanciati dalla Lega fino a pochi anni fa in cui fra l'altro si legge: “Carrozze metro solo per i milanesi” coniato da Salvini del 2008. E ancora: “Sono troppo distanti dalla nostra impostazione culturale, dallo stile di vita e dalla mentalità del Nord. Non abbiamo nessuna cosa in comune. Siamo lontani anni luce” firmato Salvini 2009. “Il tricolore non mi rappresenta, non lo sento come la mia bandiera. A casa mia ho solo la bandiera della Lombardia e quella di Milano», ancora Salvini nel 2011.
Il giorno dopo a Caltanissetta, dove è arrivato per sostenere la candidatura a sindaco di Oscar Aiello, è stato accolto da un gruppo di contestatori che gli hanno urlato “vergogna, vergoga” per poi intonare il canto di “Bella ciao”.
Stesso copione in serata anche a Mazara del Vallo dove un altro gruppo di contestatori ha intonato ripetutamente il coro: “Mazara non si Lega”.
Un'accoglienza che il ducetto leghista ha maldigerito a giudicare dalla sua rabbiosa reazione via web in cui si legge “Uno che crede nel comunismo nel 2019 va abbracciato come un panda. Saluto i comunisti che stanno contestando e ricordo che istituiremo di nuovo l’educazione civica nelle scuole. Se voi amate i clandestini ci lasciate il conto corrente e li mantenete voi”.
30 aprile 2019