Accusata dall'ex amministratore dell'azienda dei rifiuti di Roma di aver fatto pressioni sul Cda
La Raggi voleva che il bilancio dell'Ama figurasse in passivo
La sindaca: “Se la gente si affaccia alla finestra vede la merda. La città rischia di essere messa a ferro e fuoco. Altro che gilet gialli”

Il 21 aprile L'Espresso ha pubblicato un'inchiesta esclusiva con le registrazioni audio dei colloqui inerenti alle pressioni esercitate dal Campidoglio per spingere i vertici dell'Azienda municipalizzata per la raccolta dei rifiiuti (AMA S.p.A) a cambiare il bilancio 2017 per farlo figurare in rosso.
Nelle settimane scorse l'ex presidente e ad dell'Ama Lorenzo Bagnacani, nominato dalla Raggi nel 2018 e da lei stessa licenziato in tronco nel febbraio scorso, ha spedito ai Pm un nuovo esposto in cui accusa la Raggi di aver esercitato “pressioni” indebite su di lui e su tutto il Cda dell'azienda “finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell'Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti dei servizi cimiteriali”.
In ballo ci sono 18 milioni di crediti per servizi cimiteriali svolti dall’azienda tra il 2008 e il 2016 che solo quest’anno, all’improvviso, il Comune non solo non ha voluto riconoscere ma ha preteso che venissero messi a passivo dalla sua municipalizzata nonostante, secondo il cda, supportato dal parere di vari esperti, fossero “certi, liquidi ed esigibili” col chiaro intento di portare in rosso il risicato attivo di (+ 500 mila euro) con il quale a marzo 2018 il vecchio Cda aveva chiuso il bilancio 2017.
L'inchiesta che va avanti da novembre scorso ha già prodotto tre avvisi di ganzia con l’accusa di tentata concussione a carico di Franco Giampaoletti, potente citymanager del Comune, dell’ex ragioniere del Campidoglio Luigi Botteghi, e di Giuseppe Labarile, direttore del dipartimento Partecipate.
In sintesi, la sindaca avrebbe spinto il manager a togliere dall'attivo dell'azienda (il bilancio era in utile per oltre mezzo milione di euro, un dato di poco inferiore rispetto a quello dell'anno precedente) "crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili", con l'unico obiettivo - sostiene Bagnacani - di portare i conti di Ama in rosso. Un'accusa grave e molto simile a quella che l'ex direttrice del dipartimento Rosalba Matassa ha lanciato contro Giampaoletti, attuale braccio destro della sindaca ora indagato per tentata concussione.
Ma perché un sindaco dovrebbe cambiare da attivo a passivo il bilancio di una sua azienda? A spiegarlo è l'ex assessora all'Ambiente dalla stessa Raggi “licenziata” l'8 febbraio scorso, Pinuccia Montanari in una intervista a “La Repubblica”: “Perché dopo due rendiconti in rosso una società che vale 7 miliardi e che ha un affidamento per i prossimi 15 anni, dove la garanzia sono i soldi dei cittadini, può essere privatizzata. Ci ho provato in tutti i modi a farli ragionare, per il bene del Movimento. Ma la sindaca ha scelto un’altra strada”.
Per questo il passivo in bilancio è un obiettivo che la Raggi vuole raggiungere a tutti i costi come confermano le registrazioni in cui fra l'altro la sindaca, pur di far cambiare idea al suo amministratore delegato, arriva a promettergli un prestito in favore di Ama da ben 205 milioni di euro “così ti levi dalle palle le banche”. E che, spazientita da Bagnacani che non vuole modificare il bilancio, afferma che Roma “è praticamente fuori controllo... i sindacati fanno quel cazzo che vogliono” e la Tari, la tassa sui rifiuti, non può essere aumentata perché “i romani oggi si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene...in altre zone...cioè non c'è modo, non c'è modo. Allora...quando ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari, ma io scateno, cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli”.
Bagnacani non ha mai voluto modificare il bilancio come chiesto dalla Raggi e dai suoi uomini, temendo di fare un falso in bilancio: “Virginia, così ci beccano...non possiamo fare quello che non può essere fatto”, le dice.
Dopo un ultimo tentativo in cui la Raggi minaccia “Lorenzo devi modificare i conti. Punto. Anche se i miei uomini ti dicono che la luna è piatta”; lo scorso febbraio il manager e i membri del cda Ama sono stati tutti licenziati per “giusta causa”. In pole position per prendere il posto di Bagnacani ora c'è l'avvocato Pieremilo Sammarco, che ha mandato il suo curriculum per diventare presidente di Ama. La Raggi ha lavorato nel suo studio prima di diventare sindaca. «Pieremilio? È il mio dominus», ha detto in passato.
Altro che “rivoluzione” e “governo del popolo”. I 5Stelle sono il cane da guardia delle istituzioni parlamentari borghesi e del capitalismo e sono al governo di Roma e del Paese per impedire che le masse popolari, sfruttate e oppresse si ribellino contro questo marcio sistema economico.

30 aprile 2019