30 mila alla manifestazione nazionale a Bologna
Il 1° Maggio nelle piazze d'Italia
I leader dei sindacati confederali con alla testa Landini non denunciano la natura fascista e razzista del governo. A Torino la polizia carica i NoTav per proteggere il PD. A Napoli manifestazione e concertone. A Taranto concertone per l'ambiente e i diritti. A Rufina Chiavacci, a nome dell'Anpi, presenta il film “Il giovane Karl Marx”
Il PMLI, presente alla manifestazione nazionale e per la prima volta a Seravezza, invita il proletariato a valutare la proposta del socialismo e della conquista del potere politico

Tante le piazze riempite dai lavoratori, dai giovani, donne, pensionati, precari, disoccupati, in occasione della celebrazione della Giornata internazionale delle lavoratrici e dei lavoratori. Diritti, salari e pensioni più alte, dignità e sicurezza sui luoghi di lavoro sono stati al centro delle manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia.
Proprio la Giornata del 1° Maggio è stata funestata da un incidente mortale avvenuto in un cantiere di Piacenza dove ha perso la vita un muratore bergamasco di 50 anni. Gli infortuni sul lavoro sono in continuo aumento, sia in Italia che nel mondo. A dirlo è l’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro: nel 2018, i lavoratori che hanno perso la vita nel nostro Paese sono stati 1.133 (sia per incidenti che per malattie). Una conferma della natura oppressiva del capitalismo dove le nuove scoperte scientifiche e tecnologiche non vengono utilizzate per la salvaguardia di chi lavora bensì per aumentarne lo sfruttamento.
Temi che sono lontani anni luce dall'agenda del governo nero Lega-5 Stelle, basti vedere l'atteggiamento e le dichiarazioni dei due vice-premier. Salvini ha ritirato fuori la solita storia (utilizzata anche per il 25 Aprile) della “festa di tutti”, da contrapporre a una celebrazione che invece è nata per rivendicare diritti e denunciare il capitalismo. Per il ducetto fascioleghista padroni e lavoratori sono sulla stessa barca e devono contribuire allo sviluppo dell'Italia, come ai tempi del corporativismo mussoliniano che oramai viene fatto proprio anche dai sindacati confederali.
Di Maio invece rilancia il salario minimo per legge come se questa misura fosse la soluzione ai bassi stipendi italiani. Evidentemente pensa che rilanciare questo tema gli possa portare dei voti in più alle prossime elezioni. La paga oraria minima, su cui esistono già due proposte di legge (dei 5 Stelle e del PD) ha più controindicazioni che vantaggi. Porta alla demolizione del contratto nazionale di lavoro (CNL), all'abbassamento generale dei salari, a nuove assunzioni fuori dal CNL dove si tiene conto solo del minimo per legge senza erogare ferie, Tfr e tutto il resto.

Landini rilancia il sindacato unico confederale
Tornando alle manifestazioni, quella nazionale dei sindacati confederali si è tenuta a Bologna con i segretari generali di Cgil-Cisl-Uil, dove hanno sfilato per le strade del capoluogo emiliano 30mila persone a cui ha partecipato anche il PMLI. Nella città felsinea si sono tenute anche altre iniziative, una organizzata dall'USB, un'altra dai collettivi studenteschi.
Landini, Furlan e Barbagallo hanno detto poco o nulla sull'attuale governo in carica, in special modo sulla sua natura fascista e razzista. Il massimo che è riuscito a dire il neo segretario della Cgil è stato invitare Salvini a chiudere i centri di CasaPound, omettendo che il vero capo dei fascisti è proprio il ministro dell'interno e non certo i segretari dei gruppetti di squadristi da strada con il simbolo della tartaruga o di Forza Nuova, che sono la manovalanza di quelli al governo.
Gli interventi si sono invece incentrati sull'Europa, del resto lo slogan della manifestazione nazionale e di tutte quelle organizzate da Cgil-Cisl-Uil era: “Lavoro, Diritti, Stato Sociale, La Nostra Europa”. In sostanza si porta avanti il sostegno alla UE che ha impoverito operai, agricoltori e masse popolari illudendoli che si possa cambiare la sua natura capitalista e imperialista. Un appoggio portato avanti insieme ai padroni, tanto che la Confindustria dell'Emilia-Romagna aveva chiesto di partecipare ufficialmente alla manifestazione e solo per opportunità politica alla fine si è preferito non farlo.
Dal palco di Bologna Landini ha di nuovo rilanciato il sindacato unico confederale perché “le ragioni storiche, politiche e partitiche che portarono alla divisione tra i sindacati italiani non esistono più”. Su questo ci sarebbe da aprire tutto un capitolo a parte; qui ci limitiamo a dire che per quanto riguarda le divisioni più recenti la Fiom, di cui era segretario, entrò in collisione con Cisl, Uil e anche con il resto della Cgil proprio perché contestava una visione di sindacato unico legato mani e piedi ai capitalisti.
Adesso Landini vuole proprio quel tipo di sindacato proposto a suo tempo da Renzi e da Marchionne tradotto poi in realtà con il “Modello Pomigliano”: un sindacato assoggettato agli interessi padronali, cogestionario e corporativo. Non a caso Cgil-Cisl-Uil negli ultimi tempi vanno sempre più spesso a braccetto con la Confindustria di Vincenzo Boccia.
In effetti le tre confederazioni sindacali hanno fatto il loro tempo, ma non per i motivi detti da Salvini. La soluzione tuttavia non è quella proposta dal neo leader della CGIL, sposorizzato da “Repubblica”. Quella giusta è quella avanzata da tempo dal PMLI, ossia un unico sindacato delle lavoratrici e dei lavoratori, delle pensionate e dei pensionati basato sulla democrazia diretta e sul potere sindacale e contrattuale delle Assemblee generali.

Manganellati i No Tav a Torino
Numerosa come da tradizione la partecipazione a Torino: almeno in 40mila al corteo organizzato dai sindacati confederali. Nonostante Cgil-Cisl-Uil alla vigilia avessero detto: “c'è posto per tutti”, una parte dei manifestanti hanno subito violente cariche da parte della polizia. Come avviene oramai da qualche anno i No Tav, “sindacati di base”, militanti 5 Stelle e chiunque sia ostile all'alta velocità viene sistematicamente e preventivamente isolato con la violenza dal resto del corteo per evitare qualsiasi contestazione al PD.
Le manganellate hanno impedito allo spezzone, formato da migliaia di persone, di entrare nella piazza mentre si teneva il comizio dei sindacati. "Vogliamo arrivare anche noi fino in fondo, in piazza San Carlo -gridavano dal megafono- per portare alla città le nostre idee di un movimento che è molto più moderno di quanto lo vogliano far passare". Solo alla fine i manifestanti hanno potuto raggiungere la piazza, salire sul palco e prendere la parola. Tra i più felici del pestaggio un militante del PD, collaboratore di un consigliere regionale uscente della Regione, che su Twitter ha scritto: ”la polizia gli ha fatto assaggiare i manganelli. Finalmente!”

Le altre manifestazioni
Anche a Milano la partecipazione ai cortei è stata molto ampia, nel capoluogo lombardo si sono svolte ben tre manifestazioni. La mattina si è tenuta quella organizzata dai sindacati confederali dove, nonostante il taglio istituzionale e pro UE, in migliaia hanno riempito Piazza della Scala dove si è svolto il comizio conclusivo alla presenta dei dirigenti regionali di Cgil-Cisl-Uil.
Il pomeriggio si sono svolte altre due manifestazioni. Un concentramento intitolato "Occupy Mayday, Occupy the future" si è ritrovato in Piazza Morbegno, dedicato ai temi del precariato e “contro sfruttamento e decreto sicurezza”. Un'altra iniziativa è stata organizzata dai Cobas dove la quasi totalità dei partecipanti al corteo era composta da lavoratori extracomunitari impiegati nel settore della logistica che stando dando vita a dure lotte per il lavoro e la dignità. Come sta avvenendo a Piacenza dove il sindacato USB ha organizzato un Primo Maggio in solidarietà con i 33 facchini licenziati dalla GLS. Lo stesso sindacato ha organizzato una manifestazione a Firenze.
A Napoli migliaia di persone sono confluite in Piazza del Gesù nonostante il comizio dell'esponente della Cisl Gianpiero Tipaldi non abbia certo scaldato gli animi dei partecipanti. A ravvivare il clima ci hanno pensato i compagni della cellula “Vesuvio Rosso” del Pmli che hanno passato la mattinata a svolgere volantinaggio all'iniziativa dei sindacati confederali e il pomeriggio al concertone organizzato nella centralissima piazza Dante.
Per rimanere al Sud da segnalare anche il concerto di Taranto, giunto oramai alla sesta edizione, organizzato dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti. Una giornata di lotta contro l'inquinamento dell'ex Ilva, ora Arcelor-Mittal che ha avvelenato, e continua a farlo, interi quartieri della città pugliese. Sotto il palco un eloquente striscione “Dal 1965 cambiano gli attori ma restano i tumori”. L'iniziativa di Taranto è stata un catalizzatore di altre lotte ambientaliste e per la salute di tutta Italia, difatti erano presenti rappresentati di comitati No Tav, no Tap, per la bonifica dell'ex Italsider di Bagnoli, le mamme No Pfas del Veneto che si battono contro l'inquinamento delle falde acquifere.
Importanti e partecipate manifestazioni si sono svolte anche a Brescia, più di 10mila persone, a Padova, Trieste, Terni, e in decine di città italiane ma anche in piccoli ma significativi centri come Portella della Ginestra in Sicilia dove il primo maggio di 72 anni fa una strage di Stato eseguita dalla mafia uccise 11 lavoratori, o come a Sant'Anna di Stazzema in cui i nazisti il 12 agosto del 1943 trucidarono 560 persone.
Questa Giornata ha mostrato la distanza sempre maggiore che intercorre tra sindacati collaborazionisti e neocorporativi come Cgil-Cisl e Uil che predicano sacrifici, unità d'intenti con i padroni e sostegno alla UE, e i lavoratori e le masse popolari sempre più insofferenti nel subire le conseguenze della crisi economica e lo sfruttamento da parte di un capitalismo sempre più famelico.

Il PMLI
A Stazzema, paese in provincia di Lucca, per la prima volta è sventolata la rossa bandiera del PMLI. Sempre in Toscana, a Rufina in provincia di Firenze, il compagno Enrico Chiavacci, a nome della locale Anpi, ha presentato il film “Il giovane Karl Marx”, proiettato nella giornata del Primo Maggio.
I marxisti-leninisti hanno sfilato in grandi città come Milano, Bologna e Napoli, in cittadine minori e piccoli centri (vedere articoli a parte) e ovunque con le loro diffusioni e con la loro stessa presenza hanno invitato il proletariato a valutare la proposta del socialismo e della conquista del potere politico, l'unica opzione valida in grado di cambiare radicalmente le cose, rovesciare la borghesia dal potere e distruggere il capitalismo.
Anche questo Primo Maggio ha evidenziato come questa strada sia lunga e tortuosa perché la classe operaia italiana è lontana dal prendere coscienza del suo ruolo rivoluzionario, ma dobbiamo essere fiduciosi e non stancarsi di proporre la proposta rivoluzionaria del PMLI. Coscienti che solo dando al Partito un corpo da Gigante Rosso è possibile farla accettare al proletariato. Per questo occorre concentrare il nostro lavoro sul fronte operaio e sindacale e sul fronte studentesco e giovanile. Soprattutto dobbiamo cercare di coinvolgere le operaie e gli operai giovani e le ragazze e i ragazzi che lottano per aprirsi un futuro.
 

8 maggio 2019