Centinaia di migliaia di studentesse e studenti di nuovo in piazza per il Fridays for future
30 mila a Milano e 10 mila a Roma. Le proteste non si fermeranno
Sono tornati orgogliosamente combattivi e attivi in tantissimi, studentesse e studenti, giovani e giovanissimi, ma anche insegnanti, genitori e associazioni varie, nelle piazze di 2.251 città appartenenti a 130 Paesi, dall’Australia all'Asia, nelle Americhe e in Europa, per il secondo “Fridays for future”, lo sciopero globale per premere sui governi perché fronteggino concretamente i disastri conseguenti al cambiamento climatico ispirato da Greta Thunberg e programmato dopo il riuscitissimo sciopero del 15 marzo scorso. La combattività e la voglia di contare sono di nuovo emersi nei colorati e vivaci cortei, sit-in, flash mob di protesta:10 mila per le vie della capitale europea Bruxelles, 5 mila a Berlino e 18 mila ad Amburgo. In Italia sono 126 le città mobilitate e Milano e Roma le più partecipate:
A Milano
oltre 30 mila studenti di tutte le età, dai piccoli delle scuole elementari accompagnati dai genitori ai liceali, hanno sfilato scandendo slogan come “Ci avete rotto i polmoni” o “There’s no planet B”. C'è una sfida di creatività a colpi di cartelli: fra gli slogan dei più piccoli, “Andiamo avanti Gretini”, “Svolta drastica: stop alla plastica”. Sotto Palazzo Lombardia gli studenti hanno lasciato tre fantocci con le facce di Salvini, Trump e Bolsonaro, accanto hanno esposto lo striscione “Lombardia: regione più inquinata d’Italia. A Milano 600 morti l'anno per inquinamento”. Alle 18 sempre in largo Cairoli è partita la seconda manifestazione cittadina “Milano per il Clima” con associazioni e organizzazioni ambientaliste.
Circa diecimila ragazze e ragazzi si sono ritrovati in piazza Repubblica per sfilare nelle vie del centro di Roma.
In cima al corteo lo striscione che sintetizza la loro protesta: “Cambiamo il sistema, non il clima”. Gli studenti hanno chiesto il rispetto degli accordi sottoscritti a Parigi nel 2015. “Rispetto al primo sciopero globale per il clima del 15 marzo le nostre rivendicazioni sono diventate più precise. Chiediamo la dichiarazione dell’emergenza climatica da parte del Comune di Roma Capitale e di tutta l’Italia - spiegano i manifestanti - Sono decine le scuole medie inferiori e superiori mobilitate, e tutte e tre le università di Roma, tantissime le associazioni ambientaliste e i gruppi che hanno dato l'adesione”. Diversi i cartelli antifascisti e antirazzisti come “Chiudete i rubinetti e non i porti”, e un buon proposito: “Una generazione che non si arrende”.
A Firenze
, il corteo dei 3 mila manifestanti è partito alle 9 da piazza Santa Maria Novella ed era previsto che raggiungesse le Cascine. Invece il corteo ha preso via della Scala e ha occupato i viali di circonvallazione al grido "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città", sedendosi per protesta in mezzo al viale all'altezza della stazione Leopolda, bloccando completamente il traffico. Molti i cartelli esposti dagli studenti con slogan come “Stop emissioni o dimissioni”, “Non c'è un pianeta B”, “Life in plastic is not fantastic”.
Sono circa due mila i ragazzi tornati in piazza a Genova
Si sono dati appuntamento davanti al Palazzo della Regione per chiedere coerenza e tutela del territorio a chi governa. Con lo slogan “Giù le mani dai parchi” chiedono ai consiglieri regionali di non votare la legge che rischia di privatizzarli, “Eravamo in piazza anche l’altra volta e continueremo”.
Anche a Torino
gli organizzatori parlano di diecimila fra studenti, lavoratori, sindacati, ma anche universitari, docenti e bambini che da piazza Statuto sono partiti poco prima delle dieci per sfilare in difesa dell'ambiente.
Sono più di un migliaio i giovani che si sono radunati davanti alla stazione di Bergamo.
al grido “Non c’è un pianeta B”. I ragazzi di varie età, con numerosi cartelli fra questi “Se il pianeta fosse una banca l’avreste già salvata” contestano il governo che non è determinato sulle questioni ambientali. La manifestazione si è detta contraria anche alla realizzazione della Bergamo-Treviglio.
Bologna
Traffico bloccato per circa mezz'ora sui viali Masini e Berti Pichat: è il fulcro del corteo di circa mille studenti che hanno aderito al secondo Friday for Future, accompagnati da professori e insegnanti. Il corteo ha sfilato per le vie della città, tra bandiere, cartelloni, striscioni e megafoni
A Napoli
il corteo degli studenti, aperto dal grande striscione "Change the system, Save the Planet", è arrivato in piazza Municipio, dove dalla mattina i ragazzi di Radio Immaginaria, la radio degli adolescenti, è in collegamento con le altre piazze italiane che sono scese in strada. Ci sono cartelli e striscioni in diverse lingue a testimoniare che il movimento dei giovani è mondiale. Alcuni ragazzi, con indosso delle tute verdi, si sono staccati dal corteo e hanno occupato simbolicamente nella sede dell’Enel.
A Viggiano
in Basilicata, le organizzazioni promotrici del movimento FFF rilanciano la sfida per la lotta al cambiamento climatico e all’economia basata sulle fonti fossili, ripartendo dal luogo simbolo dell’industria petrolifera lucana. Il movimento si è dato appuntamento proprio nel comune dell’“oro nero” per riaffermare la necessità di un cambio di passo radicale sul piano economico, politico e ambientale della regione.
A Bari
la manifestazione è partita da Piazza Diaz e da lì percorrere corso Vittorio Emanuele per concludere in Piazza della Libertà. Nel pomeriggio flash mob per ripulire il campus universitario.
Anche a Taranto
, capitale italiana dell’emergenza ambientale, si è svolta una manifestazione.
A Palermo
. Dopo essersi dati appuntamento davanti al Teatro Massimo in circa mille persone hanno percorso via Maqueda e corso Vittorio Emanuele fino a piazza del Parlamento. Tra questi gli studenti dei collettivi autonomi e dei Licei Classico Umberto I, Linguistico Ninni Cassarà e Scientifico Benedetto Croce. E tante altre città di cui però non ne è stata data notizia sui media.
Scienziati, intellettuali, politici, attivisti e personalità dello spettacolo hanno firmato un appello perché il mondo del lavoro, della scuola, della cultura e dello spettacolo sostenga la lotta delle migliaia di studentesse e studenti.
A partire dalla settimana prossima non ci saranno più gli scioperi settimanali, hanno annunciato gli organizzatori, ma “continueremo la lotta con azioni di disobbedienza civile di cui sentirete certamente parlare”.
Gli obiettivi sono gli stessi, difendere il pianeta da politiche sbagliate in tema di inquinamento e saccheggio delle risorse, individuando con la loro parola d'ordine più avanzata “Cambiamo il sistema non il clima”, le reali responsabilità di tale disastro nel sistema politico capitalistico mondiale attuale. Ma in questa seconda mobilitazione emerge una richiesta influenzata certamente dal clima elettorale: fare pressione sull'opinione pubblica e sui candidati al parlamento di Strasburgo perché “Tutti i partiti sono chiamati in causa e noi abbiamo bisogno che tutte le forze politiche collaborino per scongiurare i rischi del riscaldamento globale”, spiega Adelaïde Charlier, una delle portavoci del movimento studentesco belga. Un elemento che rischia di deviare la lotta e la presa di coscienza del movimento in crescita della necessità di lottare contro i propri governi, diretti responsabili del disastro ecologico, con il serio rischio di imprigionare questo movimento nelle pastoie parlamentariste e elettoraliste e istituzionali, depotenziandolo e portandolo alla morte, approfittando anche delle prossime vacanze estive con scuole e università chiuse.
Come ha detto la giovanissima Greta Thunberg durante la COP 24 di Katowice in Polonia: “La biosfera è sacrificata perché alcuni possano vivere in maniera lussuosa. La sofferenza di molte persone paga il lusso di pochi. Se è impossibile trovare soluzioni all'interno di questo sistema, allora dobbiamo cambiare sistema”.
E non solo, per meglio riflettere, merita rileggere questo brano dalla “Lettera aperta alle ambientaliste e agli ambientalisti” lanciata il 15 marzo scorso dall'Ufficio politico del PMLI: “Il nostro appello è forte e sentito quanto chiaro e chiede a tutti voi di non disperdere le forze in un vicolo cieco, ma di legare la vostra apprezzabile lotta a quella più grande per realizzare una società veramente democratica nella quale siano le lavoratrici e i lavoratori, le masse pensionate, femminili e giovanili, a decidere tutto, incluso il modo di gestire le risorse naturali che abbiamo a disposizione; per noi questa società è il socialismo”. Per questo, occorre lottare fin da subito, in Italia, contro il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio che ad oggi rappresenta il nostro nemico principale poiché è colui esso è il primo alleato degli inquinatori e di chi saccheggia selvaggiamente il pianeta.
29 maggio 2019