Sit-in davanti alla Camera per chiedere la riforma della legge di cittadinanza
Sono scesi in piazza numerose associazioni e collettivi, italiani e stranieri con figli a seguito per partecipare alla manifestazione “Legge di cittadinanza – Marcia dei Diritti”, che si è svolta a Piazza Montecitorio il 9 maggio scorso; con un vivace e colorato sit-in di fronte al Parlamento. Rilanciano la battaglia della cittadinanza ai ragazzi e ragazze (oggi due milioni di persone, tra quelle nate da genitori stranieri e migranti arrivati qui da bambini) legge arenata in Senato nella scorsa legislatura durante il governo Gentiloni. Hanno aderito alla manifestazione: Amnesty International Italia, Amref Health Africa, Anpi, Cara Italia, Neri Italiani, A buon diritto, Casa internazionale delle donne e il Festival Ottobre Africano.
Una “riforma”, quella dell'ius soli che secondo la propaganda dell'allora governo di Renzi e Gentiloni, avrebbe garantito a tutti i figli di stranieri che vivono in Italia la concessione della cittadinanza italiana senza dover attendere i 18 anni: in realtà essa è piena di cavilli burocratici e di artificiose limitazioni (frequentare un ciclo scolastico quinquennale o avere un genitore in possesso del permesso di soggiorno permanente o del permesso UE di lungo periodo...) che ostacolano fortemente la sbandierata estensione universale della cittadinanza. Una legge discriminatoria palesemente antimmigrati che già allora trovò sodali nell'ostacolarla la Lega di Salvini e il M5S di Di Maio che insieme a FI e FdI contribuirono al suo insabbiamento.
Nonostante il clima oramai da regime fascista aperto, con i quotidiani proclami razzisti del ducetto Salvini e la chiara affermazione dell'altro ducetto Di Maio, che lo ius soli “non è nel contratto, né nell’agenda di governo”, i migranti manifestano e difendono il loro diritto: “Pensiamo sia giunto il momento di riprendere la lotta e di affrontare il tema della cittadinanza in maniera adulta, senza farci influenzare dai vari partiti politici – scrivono i promotori della manifestazione – non riconoscere la cittadinanza a coloro che sono nati o cresciuti nel nostro Paese con origine diversa, vuol dire negare la realtà: ovvero che l’Italia è da sempre un Paese multiculturale dove la radicata identità nazionale e locale deve dialogare con una molteplicità di culture diverse all’interno di una compagine di valori condivisi. Ancora una volta è come se quel milione di italiani che vede negato un diritto fondamentale, non contasse nulla. La lotta per l’estensione del diritto di cittadinanza è una lotta giusta, che va nella direzione dell’eliminazione delle diseguaglianze sociali e politiche. È una battaglia sacra per il bene di questo nostro Paese”.
L’appello di Stephen Ogongo, fondatore del movimento Cara Italia, promette battaglie: “Siamo in tanti a voler questa riforma, siamo impegnati e determinati a portare avanti questa battaglia e non ci fermeremo”.
Infatti, la protesta inaugura tre settimane di iniziative che si concluderanno a Milano il prossimo 2 giugno.
29 maggio 2019