Intervento di Andrea Bartoli
No alla piattaforma di rinnovo del CCNL delle lavanderie industriali
Le direzioni sindacali privilegiano più le compatibilità aziendali che le reali difese delle lavoratrici e dei lavoratori del settore
Con l'avviso di disdetta da parte delle organizzazioni sindacali CGIL, CISL, UIL dello scorso ottobre si è aperta la stagione del rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) delle Lavanderie Industriali, contratto che comprende le attività di lavanderia dei settori alberghiero, ristorazione, ospedaliero e degli abiti da lavoro.
Nel corso delle riunioni sindacali del febbraio e marzo 2019, svoltesi a Bologna, sono state illustrate prima le proposte per il rinnovo contrattuale e poi, svoltesi le assemblee di base dove si è data la possibilità di proporre modifiche ed emendamenti, si è passati all'approvazione della piattaforma sindacale per la presentazione ufficiale.
Già dalla premessa si evidenzia chiaramente, come ormai è da tempo, come l'azione sindacale privilegi più le cosiddette compatibilità aziendali che la reale difesa delle lavoratrici e dei lavoratori del settore.
Infatti, al di là di richieste condivisibili quali l'aumento dei permessi per il decesso di un familiare, la gestione di orari compatibili con l'inserimento scolastico, i congedi per le donne vittime di violenze di genere e la possibilità di attingere all'anticipo del T.F.R. per due volte anziché una nel corso del rapporto di lavoro, si richiama più volte all'impegno dei lavoratori affinché essi siano parte integrante nei processi delle aziende. Così facendo si ribadisce e si conferma la pratica della concertazione che tanti danni ha causato a operaie e operai.
Ciò è ben evidenziato nei punti della piattaforma dedicati alle "relazioni partecipative" (con la richiesta, ad esempio, di introdurre una modalità di confronto preventivo per progetti di innovazione tecnologica) o sul "welfare contrattuale per il benessere dei lavoratori" (dove si insiste sul fondo sanitario integrativo anziché allargare e sostenere una battaglia per la sanità pubblica e gratuita e si insiste ulteriormente sulla previdenza integrativa anziché privilegiare la previdenza pubblica).
Un'ulteriore critica penso sia doveroso fare anche sull'aspetto della "staffetta generazionale" dove a fronte di una buona premessa sul cambio generazionale si individua poi come soluzione operativa un contenitore dove il lavoratore versa ore di straordinario, di ferie residue e quant'altro in ragione dell'80% per poter accedere a una sorta di prepensionamento.
Ultimo aspetto quello economico: di chiedere un aumento di € 115 a regime nel triennio, come base di partenza per la contrattazione individuato sull'inquadramento B1 anziché su quello A3 nel quale sono inquadrati la maggior parte degli addetti del settore. Ciò vuol dire che sarà comunque un aumento contrattuale al ribasso.
Concludendo è in realtà (come detto precedentemente) l'impianto contrattuale in sé che non è possibile condividere in quanto troppo spostato sulle compatibilità aziendali. Ed è per questo che al momento dell'approvazione della piattaforma ho espresso voto contrario, motivandolo, così come ho espresso nell'Assemblea della fabbrica dove lavoro.
È chiaro che comunque corrisponde al certo il fatto che quando si va al rinnovo di un CCNL è sempre un bene ma ciò non può e non deve essere la giustificazione per far passare principi ed azioni che privilegiano i padroni a danno delle lavoratrici e dei lavoratori. Così come la presenza nel settore di "contratti pirata" è da tenere in conto: ma anche questa non può essere una giustificazione per approvare porcherie.
In questo frangente auspico che operaie e operai prendano piena coscienza di ciò che viene portato avanti dalle burocrazie sindacali e che possano agire di conseguenza.
Andrea Bartoli - Rsu Filctem Cgil Lavanderie Industriali Chi-Ma Spa di Scarperia e San Piero (FI) - Delegazione trattante
Questo intervento è stato pubblicato nel sito de “Il sindacato è un'altra cosa-Opposizione Cgil” - Coordinamento nazionale, che lo aveva richiesto all'autore.
29 maggio 2019