Evviva il trionfo dell'astensionismo alle comunali parziali in Calabria
Votiamo per il PMLI ai ballottaggi astenendoci!
Nei 135 comuni calabresi chiamati al voto (su 404 totali), hanno disertato le urne il 39,7% degli aventi diritto, 4 punti in più rispetto alle precedenti comunali, dato al quale vanno aggiunte le schede nulle e bianche. Risultato affatto scontato vista l'enorme presenza di liste e candidati che fanno dell'astensione di gran lunga il primo ''partito'' della competizione elettorale, la quale punisce pesantemente liste, partiti, candidati ed eletti nelle locali istituzioni rappresentative borghesi del regime neofascista e che costituisce una chiara bocciatura dei governi comunali, provinciali e regionale del filomafioso e plurinquisito Mario “palla-palla” Oliverio del PD e del nero governo fascista e razzista Salvini-Di Maio.
L'affluenza dei votanti nei 135 comuni (60,3%) è risultata superiore di quasi 17 punti rispetto alla media regionale dell'affluenza alle europee, che vede la Calabria terzultima in Italia con la partecipazione di appena il 44% degli aventi diritto al voto, dunque con una diserzione dalle urne del 56% degli elettori (in aumento di 2 punti rispetto al 2014), dato a cui vanno aggiunte le schede nulle e bianche. La qual cosa dimostra che l'affluenza alle urne alle comunali è superiore alle europee e regionali ma inferiore alle politiche.
Alle comunali la provincia nella quale si è votato di meno è quella di Crotone con ben il 45,8% di diserzione dalle urne, seguono nell'ordine Reggio Calabria con il 42,4%, Vibo Valentia con il 39,4%, Cosenza con il 39,2% e Catanzaro con il 35,7%.
I dati dei 5 comuni sopra i 15mila abitanti, riferiti alla sola diserzione dalle urne, dei partiti e delle liste sono quasi sempre inferiori ai voti dati ai sindaci, quindi l'astensione per loro sarebbe da calcolarsi più alta, sia pur di pochi decimali.
A Vibo Valentia la diserzione dalle urne sale dal 34,9% al 39,4% con un incremento del 4,5%. Eletta al primo turno per il “centro-destra” la fascista Maria Limardo con il 59,5% dei votanti, appena il 36% del corpo elettorale. Nella sua nera coalizione regge FI, primo partito di Vibo, dopo l'astensionismo, con il 18,2% dei votanti, l '11% del corpo elettorale, mentre non sfonda FdI della Meloni fermo al 6,5% dei votanti, il 3,9% degli elettori.
Secondo è giunto Stefano Luciano, dell'immonda coalizione targata PD e ''sovranisti'' di Alemanno, fermo al 28,1% dei votanti, il 17% degli elettori. Tracollo del PD fermo all'8,5% dei votanti, appena il 5% degli elettori: il minimo storico.
Crolla il M5S con il candidato Domenico Santoro, con appena il 10% dei votanti, il 6,6% degli elettori, ennesimo arretramento rispetto alle politiche 2018; peraltro Santoro prende circa 4 punti in più della lista del M5S ferma al 6% dei votanti, il 3,6% degli elettori. Ultimo Francesco Belsito, espressione dell'ex leghista Flavio Tosi, fermo al 2,1% dei votanti, l'1,2% degli elettori.
Gioia Tauro (Città Metropolitana di Reggio Calabria) aumenta la diserzione dalle urne dal 29,2% al 36,7%. Nessuno dei contendenti raggiunge il 50 per cento più uno dei voti espressi, si andrà al ballottaggio domenica 9 giugno. Con due liste civiche arriva primo l'ex sindaco Aldo Alessio con il 44,7% dei votanti, il 28,2% degli elettori. Segue Raffaele D'Agostino di parte della Lega locale e dell'UdC fermo al 24,5% dei votanti, il 15,5% del corpo elettorale. Quindi Natale Cangemi, liste civiche, fermo al 23,3% dei votanti, il 14,7% degli elettori, e Nicola Zagarella, civiche, con il 4,7%, il 2,9 degli elettori. Ultimo arrivato il ''filosofo marxista'' Diego Fusaro, in realtà ideologo della peggiore destra neofascista, fermo al 2,8% dei votanti, 1,7% degli elettori.
Nel nuovo comune di Corigliano-Rossano (Cosenza), per la prima volta al voto dopo la sua istituzione dovuta allo sciagurato accorpamento di Corigliano Calabro con Rossano, cosa che restringe gli spazi di democrazia borghese e rende più difficile il controllo degli eletti da parte delle masse, la diserzione dalle urne raggiunge il 37,7% degli aventi diritto al voto (non è possibile il raffronto con situazioni precedenti ovviamente, anche perché i dati non avrebbero lo stesso significato), segno che, con le schede nulle e bianche, quasi il 40% dell'elettorato non si è fatto incantare dalle sirene elettorali dei politicanti borghesi che hanno promesso mare e monti anche magnificando lo sciagurato accorpamento dei due comuni. Nessuno dei tre aspiranti sindaci raggiunge il quorum, si terrà il ballottaggio.
Flavio Stasi, candidato ''civico'' e ''movimentista'' sostenuto anche da fascisti vecchi e nuovi, raggiunge il 40,7%, il 25,3% degli elettori e sfiderà il vecchio rottame trasformista e filomafioso Giuseppe Graziano detto ''il generale'' del “centro-destra”, appoggiato anche da Salvini (che raccatta il 3% dei voti con la Lega Calabria); fermo al 31,1% dei voti espressi, il 19,3% del corpo elettorale. Graziano fra l'altro prende migliaia di voti meno delle sue liste. Fuori dai giochi Gino Promenzio sostenuto da pezzi di “centro-destra”, fascisti vari, SI di Fratoianni e parte del PD locale, si ferma al 28,8% dei votanti, il 17,9% degli elettori.
Montalto Uffugo (Cosenza), diserzione dalle urne in crescita del 3,1% dal 32,9% al 36%. Nessuno dei candidati vince al primo turno e andranno al ballottaggio.
Pietro Caracciolo, liste civiche, è al 49,2% dei votanti, il 31,4% degli elettori, seguito dall'ex sindaco Ugo Gravina, “centro-destra” fermo al 31,2% dei votanti, il 19,9% degli elettori. Ultima Teresa Lirangi, liste civiche, con il 19,7% dei votanti, il 12,6% del corpo elettorale.
A Rende (Cosenza) la diserzione dalle urne è in crescita: dal 28% al 29,2%. Nessuno riesce a vincere al primo turno, si va al ballottaggio. Il sindaco uscente, il trasformista Marcello Manna è al 31,5% dei votanti, il 22,1% del corpo elettorale, sfiderà il vecchio rottame del ''centro-sinistra'' Sandro Principe, 26,5% dei votanti,18,6% degli elettori. Mimmo Talarico, pezzi di “centro-destra” e i fratelli Gentile si ferma al 20,5% dei votanti, il 14,5% degli elettori. Massimiliano De Rose, liste civiche, è all'8,4% dei votanti, il 5,8% degli elettori. Tonfo del M5S con il candidato Domenico Miceli, uomo del ducetto Di Maio e del senatore Nicola Morra che si ferma al 5% dei votanti, appena il 3,5% del corpo elettorale, lasciando per strada la quasi totalità dei voti presi a Rende il 4 marzo 2018 dal M5S e non viene eletto nemmeno consigliere comunale. Fuori dal consiglio con percentuali da prefisso telefonico anche gli altri candidati a sindaco Sergio Tursi Prato, uomo del ''generale'' Graziano, Francesco Tenuta del Psi, Sergio Scalfari del ducetto Salvini (fermo all'1,1% del corpo elettorale) e Eleonora Cafiero dell'ultradestra cattolica.
Lavoriamo duramente per qualificare il dilagante astensionismo spontaneo in astensionismo anticapitalista e per il socialismo, inteso quindi come un voto di classe dato al PMLI e al socialismo. Indicando alle masse calabresi l'obiettivo strategico della creazione delle istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente: le Assemblee Popolari e i Comitati Popolari. Evviva il trionfo dell'astensionismo alle comunali parziali del 26 maggio in Calabria!
Votiamo per il PMLI ai ballottaggi del 9 giugno astenendoci! Combattiamo le giunte comunali, provinciali e la giunta regionale del governatore PD Oliverio al servizio del capitalismo!
Buttiamo giù il governo nero fascista e razzista Salvini-Di Maio!
Per la Calabria governata dal popolo e al servizio del popolo, per l'Italia unita, rossa e socialista!
5 giugno 2019