Con la visita di Stato a Londra
Trump rilancia la “relazione speciale” con il Regno Unito in funzione antiUe
Intanto stringe legami con Johnson e Farage e annuncia che il “nuovo, potenzialmente formidabile, accordo commerciale tra Usa e UK post Brexit avrà tutto sul tavolo, anche la Nhs”, cioè la sanità pubblica britannica
250 mila in piazza a Londra contro il presidente Usa
Cosa sarebbe successo nel corso della sua seconda visita ufficiale a Londra, inziata il 3 giugno, il presidente americano Donald Trump lo aveva come al solito anticipato con interviste e messaggi via Twitter fino a due minuti prima di mettere i piedi sulla scaletta per scendere dall'aereo, coi quali dava di fatto il benservito alla premier Theresa May, che come aveva annunciato si sarebbe dimessa quattro giorni dopo; dava ottimi voti ai suoi politici preferiti, ovviamente di destra, dal conservatore Boris Johnson al razzista Nigel Farage, indicando al futuro premier, magari lo stesso Johnson definito un possibile premier “eccellente”, di non stare a perdere ulteriore tempo con le trattative sulla Brexit, a rompere con la Ue e a stipulare “un accordo commerciale fenomenale” con gli Usa. In altre parole a rompere coi partner europei, liberarsi delle “catene” dei rapporti comunitari, che in parte vincolano anche le importazioni soprattutto agricole dagli Usa, e ad assurgere a nuovo splendore al seguito degli Usa, abbracciati in quella “relazione speciale” in funzione antiUe.
Per arrivare a tale intesa, premetteva Trump, occorreva che Londra modificasse alcune posizioni attenendosi a quelle di Washington, dalla messa al bando della multinazionale cinese Huawei, finora invece coinvolta dal governo di Londra nella creazione della rete 5G in Gran Bretagna, all'adesione alle sanzioni all'Iran, lasciando la posizione europea di mantenimento degli accordi sul nucleare disdetti unilateralmente da Trump e il conseguente mantenimento degli accordi commerciali.
Per non farsi mancare nulla della consueta tracotanza che caratterizza la riaffermazione dell'imperialismo americano sotto la sua presidenza, dell'arroganza di chi si ritiene il più forte rivolta non solo verso gli avversari imperialisti ma soprattutto verso i paesi più deboli, nemici o alleati che siano, insultava persino il sindaco di Londra. Definiva il laburista e musulmano Sadiq Khan “un gelido sfigato”, “un perdente” in risposta a una sua dichiarazione sul fatto che il presidente Usa non si meritava il tappeto rosso e gli onori di una visita di Stato e che usava “il linguaggio dei fascisti del XX secolo”.
Le premese del viaggio saranno mantenute coi risultati degli incontri uffciali di Trump, in particolare quello del 3 giugno con la premier uscente May al numero 10 di Downing Street; nella successiva conferenza stampa i due si sono ampiamente dilungati sul rapporto speciale tra i due paesi a partire dal 1945, un rapporto speciale che potrà salire di livello secondo il presidente americano con Londra fuori dalla Ue.
Quello che Trump definiva un “nuovo, potenzialmente formidabile, accordo commerciale tra Usa e UK post Brexit” doveva contenere “anche la Nhs”, cioè la sanità pubblica britannica. Il National Health Service (Nhs) è il primo servizio sanitario pubblico europeo istituito dopo la seconda guerra mondiale e il fatto che Trump l'abbia esplicitamente indicato quale oggetto di negoziazione nel futuro trattato vuole evidentemente significare che gli Usa spingono per la privatizzazione, magari a vantaggio delle multinazionali della salute statunitensi.
La prima parte della visita di Trump si concludeva con l'incontro con il più volte elogiato Farage, il politico inglese razzista e fascista simbolo della Brexit, indicato persino come gradito ambasciatore a Washington.
Trump ha potuto sbarcare a Londra da conquistatore, intromettersi nelle questioni interne, dettare i termini della politica inglese e dei futuri rapporti tra i due paesi in funzione antiUe senza colpo ferire; grazie a una “sinistra” borghese sempre più debole e marginale e a una destra divisa e coi cosiddetti sovranisti che si sono dimostrati gelosi delle loro competenze solo nei confronti della Ue mentre hanno steso il tappeto rosso al padrone d'oltre atlantico.
L'opposizione alla visita di Trump nel paese c'è stata e si è espressa sostanzialmente con una serie di manifestazioni a Londra e in altre città. La principale si è svolta il 4 giugno nella capitale dove in circa 250 mila hanno sfilato da Trafalgar Square a Downing Street alla manifestazione “Together Against Trump”, “Uniti contro Trump”. Altri cortei sfilavano a Birmingham, Stoke, Sheffield, Glasgow, Edinburgh, Chester, Leicester, Oxford e Exeter.
12 giugno 2019