Organizzate da Ni una menos
Le donne scendono in piazza per l'aborto legale e sicuro e contro la violenza di genere
Una gigantesca e combattiva manifestazione il 3 giugno ha attraversato le vie di Buenos Aires: una marea di donne con i pañuelos (fazzoletti) viola e verdi, i due colori simbolo di Ni una menos argentina e della lotta per l'aborto gratuito e legale. Anche quest'anno come ogni 3 giugno dal 2015 il movimento Ni una menos è sceso in piazza per rivendicare i diritti delle donne e delle persone LGBT.
E quest'anno è capitato a soli 5 giorni di distanza dalla grande e oceanica manifestazione del 28 maggio dove le donne hanno inondato la capitale argentina per accompagnare con un enorme corteo fin sotto il palazzo del Congresso nazionale le 70 deputate (di partiti diversi di area progressista) che depositavano per l'ottava volta il progetto di legge per legalizzare l'aborto e renderlo sicuro e gratuito. Un progetto di legge che viene presentato ogni anno con lo stesso testo e che da 8 anni viene bocciato dai governi in carica come ha fatto il governo Macri nell'agosto 2018.
L'aborto illegale rimane in Argentina una delle principali cause di morte per le donne. Sono le più povere a ricorrere all'aborto clandestino in condizioni igienico-sanitare inesistenti che le espongono all'alto rischio di emmoragie e infezioni. L'aborto in Argentina è consentito solo in caso di stupro o se la salute della donna è in pericolo, ma non sempre questa norma viene fatta rispettare e comunque quando una donna richiede l'aborto per uno di questi motivi deve sopportare una vera e propria inquisizione, o addirittura la procedura non viene neanche presa in considerazione.
Il 3 maggio le donne guidate da Ni una menos hanno gridato forte in piazza: “Basta aborti clandestini!”. Solange 18 anni a chi la intervista rimarca: "Nel nostro Paese le donne muoiono per l'aborto clandestino, muoiono continuamente. Non si tratta di aborto legale o illegale, si tratta di aborto sicuro o aborto clandestino. L'aborto deve essere praticato, è un diritto che tutte le donne devono poter esercitare".
Ma le donne argentine oltre a richiedere la legalizzazione dell'aborto hanno criticato fortemente il governo Macri durante la manifestazione sia per il suo immobilismo nei riguardi della violenza di genere sia per la sua politica antifemminile e di lacrime e sangue. In Argentina la differenza salariale tra uomo e donna è del 27,5%, una percentuale altissima che assume un valore ancora più drammatico se si pensa al grave stato di crisi economica in cui versa il paese sudamericano.
"Oggi manifestiamo non solo per i femminicidi, ma anche perché ci vengano finalmente riconosciuti i nostri diritti – dice María, 23 anni, mentre la manifestazione si sta concludendo - Lottiamo per l'aborto legale, per un femminismo che non sia interclassista, che tenga conto delle più povere di noi e delle trans... Quello che stiamo facendo non è importante solo per la lotta femminista, lo è per tutta la società argentina".
12 giugno 2019