Inarrestabile il ducetto dei fascisti del XXI secolo
Salvini manganella i giudici sgraditi
Nel mirino i giudici amministrativi che hanno bocciato le “zone rosse” e quelli che hanno autorizzato l'iscrizione dei richiedenti asilo all'anagrafe
Il ducetto Salvini ogni giorno di più svela al mondo intero qual è il vero modello politico al quale si ispira: il criminale Benito Mussolini. Lo dimostra anche il suo porsi al di sopra della legge (vedi il caso Diciotti) fuori da ogni riferimento, anche formale, al diritto borghese e alla separazione dei poteri dello Stato.
Sotto al suo manganello finiscono infatti anche i giudici amministrativi, quelli del Tar Toscana, colpevoli di aver dichiarato giustamente incostituzionali le fasciste e razziste ''zone rosse'' del renziano sindaco di Firenze Nardella e della prefetta Laura Lega, che discriminavano i migranti e i profughi della città (vedi ''Il Bolscevico'' n. 23) e i giudici dei tribunali civili di Firenze, Bologna e Genova che hanno autorizzato i richiedenti asilo ad iscriversi all'anagrafe in base alle leggi vigenti.
Salvini ha annunciato il ricorso al Consiglio di Stato contro il provvedimento del Tar di Firenze e altri ricorsi sulle sentenze che permettono l’iscrizione all’anagrafe dei migranti, ma soprattutto un ricorso all’Avvocatura dello Stato “per valutare se i magistrati che hanno emesso le sentenze avrebbero dovuto astenersi, lasciando il fascicolo ad altri, per l’assunzione di posizioni in contrasto con le politiche del governo in materia di sicurezza, accoglienza e difesa dei confini”.
Posizione chiaramente eversiva che esprime la volontà di sottomettere definitivamente il potere giudiziario a quello esecutivo, come previsto dai piani della P2, approfittando fra l'altro dello scandalo che sta travolgendo alcuni magistrati e il Consiglio Superiore della Magistratura sul caso Palamara e della relativa difficoltà agli occhi dell'opinione pubblica della (marcia) magistratura borghese.
Il ''capitano'' della Lega ha il dente avvelenato in particolare contro Rosaria Trizzino e Luciana Breggia di Firenze e Matilde Betti, presidente della prima sezione del tribunale civile di Bologna, non solo per le sentenze ma anche (come mostrano alcuni offensivi post sui social) perché quest'ultima ha partecipato come relatrice, insieme ad Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, alla presentazione del libro dell'avvocato Maurizio Veglio dell'Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione): ''L’attualità del male, la Libia dei lager è verità processuale”.
La Betti ha poi rilasciato delle dichiarazioni a Famiglia Cristiana
riferite al carattere razzista del “decreto sicurezza”: “le leggi che costituiscono il diritto non sempre vanno nella direzione della giustizia” e, in riferimento ai Centri di accoglienza straordinaria, li ha definiti “un limbo di insicurezza”.
L'Associazione Nazionale Magistrati esprime “sconcerto” e risponde a Salvini con un comunicato nel quale difende l'operato dei giudici: “In seguito a un provvedimento collegiale che ha dichiarato inammissibile il reclamo del ministero dell’interno, si è ipotizzato l’intento ‘politico’ del giudice diretto a disapplicare norme di legge, a fronte di un provvedimento sgradito. La critica non si è rivolta quindi al contenuto del provvedimento, ampiamente motivato, ma alle supposte ‘idee politiche del giudice’ e alla sua partecipazione a convegni, peraltro di carattere scientifico, in ragione dei partecipanti e dei relatori evidentemente loro sgraditi” e sul Tar Toscana e le ''zone rosse'': “A noi preme la sicurezza di tutti, e ci preme che possa essere preservata a partire dai diritti costituzionali degli individui, quelli che la sentenza del Tar della Toscana ha evidenziato essere stati violati con l’ordinanza della Prefetto di Firenze. Preservando i diritti individuali, le autorità dovrebbero essere in grado di preservare anche i diritti della collettività. Altrimenti si passa dallo Stato di diritto a quello di Polizia”.
Siamo all'ennesima prova provata che l'attuale governo è il più a destra della storia della repubblica e occorre buttarlo giù dalla piazza prima che possa compiere ulteriori crimini e fare ulteriori danni al popolo italiano e ai migranti. Spazzato via il nero governo fascista e razzista Salvini-Di Maio i marxisti-leninisti proseguiranno la loro marcia sulla via dell'Ottobre per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato, chiave di volta per liquidare per sempre il fascismo vecchio e nuovo dal nostro martoriato Paese.
19 giugno 2019