Il sindaco (PD) di Milano condannato a sei mesi di reclusione nell'ambito delle ruberie dell'affare Expo
Il reato è “falso materiale e ideologico” per aver retrodatato dei documenti. Piena solidarietà dal duce dei fascisti del XXI secolo Salvini
Sala deve andarsene subito!
Redazione di Milano
Il sindaco milanese Giuseppe “Beppe” Sala, già plurindagato nell’ambito delle indagini sulle ruberie dell’affare Expo 2015 di cui fu commissario e amministratore delegato tra il 2010 e il 2016, prima della sua elezione a Palazzo Marino, è stato condannato in primo grado a sei mesi di reclusione, pena convertita in una multa di 45 mila euro, per l'appalto della cosiddetta Piastra cioè l’“ossatura” dell’Esposizione universale costituita da opere idriche, percorsi e impianti tecnologici.
L'accusa è di “falso materiale e ideologico” per aver retrodatato due documenti consentendo di cambiare in corsa i membri della commissione di valutazione delle offerte. Due dei cinque membri della commissione nominata il 15 maggio 2012 che doveva assegnare l’appalto dell’opera portante di Expo, poi vinto dalla ditta Mantovani con un maxi ribasso, erano incompatibili per ricoprire l'incarico e l'atto di annullamento e il nuovo verbale di nomina dei due sostituti venne sottoscritto il 31 maggio, ma la data riportata in calce è quella del 17 maggio 2012, il giorno antecedente la prima riunione. La retrodatazione di 13 giorni aveva lo scopo di mettere la procedura al riparo da eventuali ricorsi ed evitare il ripetersi della gara per non mettere a rischio l’inaugurazione di Expo, visti i ritardi accumulati.
La prima reazione del sindaco Sala, privo di alcuna vergogna, è stata quella di dire che “questa sentenza non produrrà effetti sulla mia capacità di essere sindaco di Milano”. Un po' come se qualcuno colto in flagranza dicesse “lasciatemi continuare”. Nei fatti, anche se da un punto di vista giuridico la sentenza non ha risvolti concreti sull’amministrazione Sala in quanto la legge Severino (legge 190/2012) che prevede, tra l'altro, la sospensione di una carica comunale, regionale e parlamentare, non viene applicata per condanne inferiori ai 2 anni, la responsabilità politica ricade completamente sul sindaco che da questa condanna esce completamente delegittimato nonostante le attenuanti riconosciute dal tribunale di Milano e l'assoluzione dei coimputati Antonio Rognoni, ex direttore generale di Infrastrutture Lombarde accusato di turbativa d'asta sulla gara d'appalto; Angelo Paris, ex manager di Expo e presidente della commissione aggiudicatrice accusato di tentato abuso di ufficio, e Piergiorgio Baita, ex presidente della Mantovani, accusato del reato di tentato abuso di ufficio.
Compatto il vertice del PD nell'esprimere la solidarietà al condannato Sala: il segretario nazionale Nicola Zingaretti parla di vicinanza “dal punto di vista personale, umano e anche politico” perché, dice, “è un grande sindaco” e “a lui va tutta la nostra fiducia, il nostro sostegno per continuare nell'opera di guida di Milano”. E l'ex segretario e deputato Maurizio Martina elogia il lavoro del sindaco quando era commissario di Expo e i “risultati ottenuti dopo tanto impegno” incoraggiandolo ad “andare avanti a testa alta, orgoglioso del proprio lavoro".
Stima e sostegno sono stati espressi in maniera corale da tutti gli assessori della giunta. Ma la solidarietà a Sala è giunta forte e decisa anche dal duce del fascismo del XXI secolo, il vicepremier leghista Matteo Salvini che si è affrettato a dichiarare: “da milanese non festeggio se il mio sindaco viene condannato”, e di essere comunque orgoglioso della gestione di Expo correndo sotto i riflettori a stringergli la mano, il giorno dopo la condanna, al villaggio di Coldiretti in piazza Castello confermandogli il proprio sostegno “nonostante le divergenze politiche”.
Il PMLI denunciò fin da subito come l’immenso affare dell’Esposizione universale, oltre a non portare effettiva utilità alle masse lavoratrici e popolari, sarebbe stato fonte di continue corruzioni e ruberie ai loro danni e difatti, proprio questo è emerso dalle indagini giudiziarie e dalle condanne della magistratura. Il sindaco Sala non può assolutamente continuare a restare al comando della città, pertanto i marxisti-leninisti rivendicano le sue immediate dimissioni.
10 luglio 2019