A Reggio Emilia
Bambini plagiati e dati in affido
27 indagati, arrestato Carletti, Sindaco Pd di Bibbiano
Dal nostro corrispondente dell'Emilia-Romagna
Il capitalismo, si sa, non si ferma davanti a nulla, e spinge a qualunque azione pur di generare un profitto e un interesse privato, indipendentemente da quali siano le conseguenze di tali azioni. Al che tutti si scandalizzano ma puntano il dito solo contro le persone coinvolte, senza chiamare in causa il sistema economico che con il suo “modus operandi” genera senza limite tali nefandezze.
Questa volta nel nome del “dio denaro” è emerso un sistema di affidamenti illeciti gestiti dalla società privata Onlus Hansel e Gretel di Moncalieri (Torino), convenzionata e finanziata dal Comune di Bibbiano (Reggio Emilia), che sottraeva bambini alle famiglie d’origine inventando o amplificando problemi in tali famiglie, per mantenerli in affido e sottoporli ad un circuito di cure private a pagamento della stesso Onlus.
Sei le persone finite agli arresti domiciliari: il sindaco Pd di Bibbiano Andrea Carletti, una responsabile e una coordinatrice del servizio sociale, un'assistente sociale e due psicoterapeuti della Onlus Hansel e Gretel. Otto misure cautelari di natura interdittiva, costituite dal divieto temporaneo di esercitare attività professionali, sono state eseguite a carico di dirigenti comunali, operatori socio-sanitari, educatori; il divieto di avvicinamento ad un minore è stato eseguito poi a carico di una coppia affidataria accusata di maltrattamenti. e 26 sono gli indagati nell’operazione “Angeli e demoni”, coordinata dalla Pm Valentina Salvi, che vede tra le accuse quelle di frode processuale, depistaggio, abuso d’ufficio, maltrattamento su minori, lesioni gravissime, falso in atto pubblico, violenza privata, tentata estorsione, peculato d’uso.
Nella pratica la Onlus torinese produceva “relazioni false” per allontanare i bambini dalle loro famiglie, grazie anche a sedute dove i bambini venivano suggestionati anche con l’uso di impulsi elettrici, spacciati ai piccoli come "macchinetta dei ricordi", per alterare invece “lo stato della memoria in prossimità dei colloqui giudiziari", “innocenti disegni dei bambini falsificati” attraverso la mirata “aggiunta” di dettagli a carattere sessuale, abitazioni descritte falsamente come fatiscenti, stati emotivi dei piccoli artatamente relazionati, travestimenti dei terapeuti da personaggi “cattivi” delle fiabe messi in scena ai minori in rappresentazione dei genitori intenti a fargli del male, “denigrazione della figura paterna e materna” decine i regali e le lettere di affetto, consegnati negli anni da parte dei genitori naturali, che i carabinieri hanno rinvenuto e sequestrato in un magazzino dove erano nascosti e che gli appartenenti ai servizi sociali indagati omettevano di consegnare, provocando traumi tali da generare nel tempo in alcune vittime, oggi adolescenti, “profondi segni di disagio, tossicodipendenza e gesti di autolesionismo”.
Quello creato era un giro d’affari di centinaia di migliaia di euro, in gran parte relativo ai programmi di formazione che svolgeva la Onlus, diventata “affidataria dell’intero servizio di psicoterapia voluto dall’ente e dei relativi convegni e corsi di formazione, organizzati in provincia”. E non solo, alcuni dipendenti dello stesso ente “hanno ottenuto incarichi di docenza retribuiti nell’ambito di master e corsi di formazione tenuti sempre dalla onlus”. Il sistema era consolidato, e ha portato all’apertura di un Centro Specialistico Regionale, per il trattamento del trauma infantile derivante da abusi sessuali e maltrattamenti (che di fatto è risultata una costola della Onlus). Nel centro veniva garantita l’assistenza legale ai minori attraverso la scelta, da parte dei servizi sociali, di un avvocato, che risulta indagato per “concorso in abuso d’ufficio”, attraverso fraudolente gare d’appalto gestite dalla dirigente del servizio, al fine di favorirlo. “Quello che veniva spacciato per un modello istituzionale da emulare sul tema della tutela dei minori abusati altro non era che un illecito business ai danni di decine e decine di minori sottratti alle rispettive famiglie”, hanno dichiarato gli investigatori.
L’Onlus Hansel e Gretel è stata fondata a Moncalieri nel 1989, e nel tempo ha allargato il suo bacino d’azione principalmente fino alla Val d’Enza, il fiume che divide le province di Parma e Reggio Emilia. Nel 2016 a Bibbiano era stata coinvolta nel progetto “La Cura” a sostegno dei minori vittime di violenza e abuso sessuale fortemente voluto dall’Unione dei Comuni della Val d’Enza in collaborazione con la AUSL di Reggio Emilia, e in 2 anni sono stati presi in carico circa 210 giovanissimi vittime di maltrattamenti.
Intorno alla Onlus gravitano una serie di attività che vanno dall’organizzazione di convegni, tra i quali master universitari che organizza, sotto l’egida della Pontificia facoltà di scienze dell’educazione “Auxilium”, per addetti ai lavori alla formazione di operatori del settore fino a quella, più diretta, del personale ospedaliero, attività che secondo l’accusa della procura di Reggio Emilia sarebbero state finanziate con fondi regionali.
Il suo organizzatore, Claudio Foti, giudice onorario del Tribunale dei minori di Torino dal 1980 al 1993 e già componente dell’Osservatorio nazionale per l’infanzia e l’adolescenza, è ora in carcere, mentre Nadia Bolognini, direttrice dell’area evolutiva del Centro studi Hansel e Gretel e docente dei master, si trova ai domiciliari.
Secondo la Procura di Reggio Emilia il sindaco Carletti avrebbe ricoperto un ruolo fondamentale nel dare “copertura” alle attività illecite della onlus, grazie ai suoi contatti politico-amministrativi, ma anche con l’autorità giudiziaria, omettendo anche di effettuare una procedura ad evidenza pubblica per l'affidamento del servizio di psicoterapia, avente un importo superiore a 40mila euro. Così facendo lui e altri sei indagati "intenzionalmente procuravano un ingiusto vantaggio patrimoniale al centro studi Hansel e Gretel", che beneficiava dei finanziamenti regionali per l’organizzazione di corsi di formazione e convegni" in elusione del codice degli appalti e delle disposizioni dell'Autorità Nazionale Anticorruzione".
A Carletti è giunta la solidarietà del Pd, della giunta di Bibbiano e dell'Unione reggiana dei Comuni della Val D'Enza, i cui servizi sociali sono travolti dall'inchiesta, ma a Carletti, poi autosospesosi dal Pd, è stata negata la revoca dei domiciliari dal giudice per le indagini preliminari, anche in virtù del ruolo (era anche assessore con delega per le politiche sociali dell'Unione Val d'Enza) che avrebbe svolto in questa vicenda alla luce delle deposizioni degli indagati, ravvisando “un’alta capacità criminale” per aver “consentito ripetutamente l’erogazione di contributi indebiti attraverso l’assunzione di debiti fuori bilancio”.
Carletti è poi stato sospeso dalla carica di sindaco per decisione del prefetto di Reggio Emilia, Maria Grazia Forte.
17 luglio 2019