Elezioni amministrative in Albania
Il 78,4% diserta le urne
Alle elezioni per il rinnovo di 61 amministrazioni comunali in Albania, tenute il 30 giugno ma convocate dal presidente della Repubblica Ilir Meta lo scorso novembre, dei circa 3,5 milioni di elettori solo poco più di un quinto, 771 mila pari al 21,6%, si è presentato alle urne, la più bassa percentuale mai registrata. Nelle precedenti amministrative del 2015 i votanti erano stati il 47%. Il dato fornito dalla Commissione elettorale centrale è stato contestato dalle opposizioni, che avevano invitato al boicottaggio, secondo le quali avrebbe votato appena il 15% degli iscritti alle liste elettorali. In effetti se al 78,4% degli elettori che ha disertato le urne si aggiungono le percentuali delle schede nulle, quelle bianche non sono previste nel bizzarro sistema elettorale albanese, si ha un astensionismo vicino all'80% che delegittima le amministrazioni locali. Le schede nulle vanno dal 6% dei voti validi a Valona e Argirocastro, a sopra il 7% di Tirana e fino all'11% di Permet.
Nella spartizione delle briciole dei consensi espressi dai voti validi è risultato vincitore il Partito socialista (Ps) del premier Edi Rama, che in quasi la metà dei collegi era l'unico partito presente causa il boicottaggio deciso dal Partito democratico (Pd) di Lulzim Basha e il Movimento socialista per l’Integrazione (Lsi) del presidente Meta. Il Lsi è stato fondato nel 2004 dall'ex socialista Meta e lasciato in eredità alla moglie Monika Kryemadh al momento della sua elezione a presidente della Repubblica nel luglio 2017 coi voti del suo partito e del Ps.
L'alleanza tra Ps e Lsi è durata lo spazio di un momento; con una delle giravolte che sono una costante della vita politica dei partiti borghesi che si avvicendano al potere a Tirana: Meta ha formato un tandem di opposizione col democratico Basha verso il governo di Edi Rama, primo ministro dal 15 settembre 2013 e traghettatore del paese verso la Ue che dovrebbe aprire la procedura di adesione del paese nel prossimo ottobre. Lsi e Pd organizzavano manifestazioni e rivolte di piazza soffiando sul fuoco acceso dalle proteste popolari contro la politica del governo e l'endemica corruzione delle istituzioni borghesi albanesi. Isituzioni borghesi che sono già marce, seppur non ancora completate sul modello dello Stato di diritto borghese costruito a Tirana con Usa e Ue in veste di “consulenti”.
17 luglio 2019