Il popolo palestinese respinge il “piano di pace” di Trump
Manifestazioni contro la Conferenza in Bahrein promossa e diretta dall'imperialismo americano
La conferenza economica che si è svolta a Manama in Bahrain il 25 e 26 giugno preparata da Trump e dal suo inviato speciale, il genero Jared Kushner, quantunque presentata pomposamente da diversi mesi dalla Casa Bianca come “l'accordo del secolo”, la soluzione definitiva del problema dei territori palestinesi occupati è finita come previsto: contenti gli imperialisti sionisti di Tel Aviv e i paesi arabi reazionari filo-Usa, dall'Arabia saudita agli Emirati Arabi, al padrone di casa Bahrein, contrario il popolo palestinese che ha respinto senza appelli il cosiddetto “piano di pace” di Trump. Un piano che si può sintetizzare come soldi in cambio della resa e di nessun diritto. Tanto che financo i palestinesi collaborazionisti del presidente Abu Abbas avevano annunciato il loro boicottaggio.
La protesta palestinese contro gli occupanti sionisti è andata avanti, ignorando il vertice di Bahrein, con le manifestazioni e gli scontri del 28 giugno a Gerusalemme e nella striscia di Gaza.
Fra le altre proteste contro la Conferenza registriamo quelle a Baghdad in Iraq dove centinaia di manifestanti il 27 giugno hanno denunciato gli Stati del Golfo come “arabi sionisti che hanno venduto la loro identità araba per un accordo fallimentare” e hanno assaltato e occupato l’ambasciata del Bahrain; prima di essere cacciati dalla polizia hanno bruciato bandiere israeliane e americane e sventolato bandiere della Palestina e dell’Iraq.
17 luglio 2019