Per riorganizzazione del partito fascista
Indagati 28 militanti di CasaPound a Bari
Chiuse le indagini per l'aggressione al corteo contro Salvini
Agli inizi di maggio la procura di Bari ha recapitato 28 avvisi di chiusura indagini a carico di altrettanti militanti di CasaPound responsabili della vile aggressione fascista compiuta lo scorso 21 settembre ai danni di un gruppo di manifestanti di ritorno dal corteo “Mai con Salvini”, organizzato dal centro sociale Ex Caserma liberata in risposta alla visita del duce dei fascisti del XXI secolo Matteo Salvini nel capoluogo pugliese.
Per tutti l'accusa è di riorganizzazione del disciolto partito fascista e manifestazione fascista. Della squadraccia di aggressori fanno parte anche due minorenni (la cui posizione è ancora al vaglio della procura minorile), mentre altri dieci militanti di CasaPound dovranno rispondere anche di lesioni personali aggravate.
La Cassazione, intanto, aveva già confermato il sequestro del covo di CasaPound presso il Circolo Kraken, disposto dalla procura a dicembre. La Digos, durante la perquisizione, aveva sequestrato “oggetti chiaramente riconducibili all’ideologia fascista” fra cui diverse bandiere e vessilli col fascio littorio e un busto di Mussolini.
I Pubblici ministeri contestano ai militanti di estrema destra di “aver partecipato a pubbliche riunioni, compiendo manifestazioni usuali del disciolto partito fascista, di aver attuato il metodo squadrista come strumento di partecipazione politica” e, soprattutto, di aver usato “sfollagente, manubri da palestra, manganelli telescopici, cinture dei pantaloni, calci e pugni” per aggredire i manifestanti con l'aggravante della premeditazione “avendo organizzato l’aggressione nel periodo precedente alla manifestazione, con raccolta di armi e organizzazione di uomini”.
Tra gli aggrediti, fra cui quattro feriti, c’era anche l’europarlamentare Eleonora Forenza, che ha commentato: “I reati contestati dalla procura sono una conferma di quanto abbiamo denunciato già la sera stessa. Una smentita ulteriore delle menzogne di Di Stefano e di Francesca Totolo di Primato nazionale. CasaPound e Forza nuova vanno sciolte, come abbiamo chiesto anche attraverso una risoluzione approvata dal parlamento europeo”.
I mazzieri di CasaPound giunsero da tutta la Puglia a Bari per compiere una vera e propria “spedizione punitiva”. Ad Antonio Perillo, assistente di Forenza, furono messi nove punti di sutura alla testa.
Gli aggressori “Venivano dalla sede di CasaPound di via Eritrea, già presidiata dalla polizia dalle quattro del pomeriggio e che pure si è lasciata 'sfuggire' un'aggressione di questa gravità – hanno raccontato alcuni manifestanti subito dopo l'aggressione - Ancor più grave è stato l’atteggiamento della polizia, che fin dall’inizio sembrava sapesse quello che stava per accadere. Quando i primi compagni hanno avuto notizia dell’aggressione e sono sopraggiunti sul luogo dell’accaduto, sono stati circondati da polizia e carabinieri e caricati tre volte”.
Ciononostante cinque manifestanti antifascisti sono stati denunciati e dovranno rispondere di violenza e minaccia a pubblico ufficiale. Segno evidente che CasaPound “si sente coperta dal ministro degli Interni, si sente incoraggiata ad agire in questa maniera”.
Da parte sua la Cgil pugliese esorta il presidente Sergio Mattarella a prendere atto che: “La Cassazione e l’avviso di conclusione delle indagini parlano di strategia pianificata e apologia del fascismo. Elementi che, ai sensi delle leggi Scelba e Mancino, e alla luce dei numerosi fatti di cronaca che vedono coinvolti militanti che si richiamano al fascismo, dovrebbe spingere il ministero dell’Interno a sciogliere tale organizzazione. È in atto un riemergere sfrontato del neofascismo grazie a un clima politico e sociale avvelenato”.
17 luglio 2019