“Sesso con le allieve, punite quelle che lo facevano ingelosire”
Arrestato l'ex giudice Bellomo
Imponeva alle borsiste “Contratti di schiavitù sessuale”
Minigonna e tacco 12, obbligo di rispondere al telefono entro il terzo squillo, punizioni in caso di violazione del codice di comportamento, e richieste di scuse da pronunciare in ginocchio. C'è questo e altro nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal Gip di Bari Antonella Cafagna che il 9 luglio ha messo agli arresti domiciliari l'ex giudice del Consiglio di Stato Francesco Bellomo, 49enne barese, accusato di maltrattamenti nei confronti di quattro donne, tre ex borsiste e una ricercatrice della Scuola di Formazione Giuridica Avanzata "Diritto e Scienza" di cui Bellomo, anche se già destituito dalla magistratura nel 2018, è tuttora direttore.
L’arresto – scrive il Gip nell’ordinanza – è motivato dalla “predicabile esistenza di un concreto pericolo che l’indagato incorra nella reiterazione di episodi delittuosi della stessa specie, sol avendo occasione di instaurare nuove relazioni di tipo amoroso”. Non conta che Bellomo abbia chiuso con il “servizio borse di studio” anche “perché – aggiunge il Gip – il servizio in questione potrebbe essere riattivato con la ripresa della scuola nel prossimo mese di ottobre”.
Bellomo deve rispondere di maltrattamenti in famiglia e anche di estorsione nei confronti di un'altra corsista, costretta a lasciare un lavoro in una emittente locale.
Per queste condotte a dir poco vergognose l'ex magistrato fu già sottoposto a procedimento disciplinare, nel settembre 2017, e in quella occasione avrebbe anche calunniato e minacciato l'attuale premier Giuseppe Conte, all'epoca vicepresidente del Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa e presidente della commissione disciplinare chiamata a pronunciarsi sul procedimento a suo carico.
In particolare Bellomo ha accusato Conte e un'altra collega di "intento persecutorio" nei suoi confronti, motivato da "invidia".
I fatti contestati risalgono agli anni 2011-2018.
Le indagini dei carabinieri, coordinate dal procuratore aggiunto di Bari Roberto Rossi e dal sostituto Iolanda Daniela Chimienti, hanno rivelato il "sistema Bellomo" che consisteva nell'adescare corsiste proponendo loro borse di studio in cambio della sottoscrizione di un contratto che disciplinava "doveri", "codice di condotta" e "dress code".
Con tutte le sue vittime, selezionate tramite un “test del fidanzato sfigato” dall'ex Pm di Rovigo Davide Nalin (coindagato per i maltrattamenti), Bellomo aveva instaurato relazioni sentimentali, imponendo loro tra le tante cose "il divieto di contrarre matrimonio a pena di decadenza automatica dalla borsa", "fedeltà" e "obbligo di segretezza" e un dettagliato "dress code" da "classico" per gli eventi burocratici a "estremo" per quelli mondani. Ma non era tutto. Alle ragazze sarebbero stati imposti "la cancellazione di amicizie e di fotografie pubblicate" su Facebook, "l'obbligo di immediata reperibilità" e "il divieto di avere rapporti con persone con un quoziente intellettivo inferiore ad uno standard da lui insindacabilmente stabilito".
Bellomo, tramite Nalin che aveva il compito di vigilare sul rispetto del “codice di comportamento” imposto alle borsiste, controllava i loro profili social, i like a post e foto, gli spostamenti e le uscite.
E quando "le fidanzate non obbedivano", Bellomo le "umiliava, offendeva e denigrava", definendole "pezzenti", "animali" e "prostitute", pubblicando sulla rivista scientifica della Scuola dettagli intimi della loro vita, fino a minacciare azioni legali.
Addirittura da una delle vittime Bellomo avrebbe preteso che "si inginocchiasse e gli chiedesse perdono". Non "ha il significato della "sottomissione - scriveva Bellomo in un messaggio alla donna - ma della solennità. Con le forme rituali". Durante le indagini sono state sentite numerose corsiste, acquisendo anche gli atti del procedimento in corso a Piacenza. Alcune di loro hanno dichiarato di aver sottoscritto un vero e proprio "contratto di schiavitù sessuale", dicendosi "impaurite", come se Bellomo "si fosse impossessato della loro mente".
24 luglio 2019