“C'eravamo, ci siamo e ci saremo sempre. Inizia una nuova estate di lotta per la nostra terra”
NoTav attaccano la cancellata della “zona rossa” del cantiere Chiomonte
La polizia, che reagisce con un idrante, identifica e denuncia 50 manifestanti. Salvini: Chi attacca la polizia e il cantiere attacca tutta l'Italia, i criminali vanno arrestati
Che tutti i movimenti di lotta si ispirino all'esempio storico dei NoTav
Il 19 luglio centinaia di manifestanti e attivisti del Movimento No Tav e del centro sociale Askatasuna hanno dato inizio all’annuale “Campeggio Studentesco No Tav” presso il presidio permanente di Venaus con varie iniziative di protesta.
Nella serata un corteo di alcune centinaia di manifestanti si è avvicinato al varco 1 del cantiere di Chiomonte, violando l’ordinanza del Prefetto di Torino. Una volta a ridosso della cancellata metallica alcuni attivisti hanno sfondato i cancelli utilizzando un flessibile elettrico e un grosso tronco a mo' di ariete e poi, in segno di protesta, hanno acceso un grande falò con legname e altro materiale infiammabile.
Immediata e violentissima la reazione della polizia del duce fascioleghista Salvini che ha caricato selvaggiamente i manifestanti utilizzando anche gli idranti per difendere l’ingresso del cantiere provocando, per tutta risposta, il lancio di razzi e petardi contro le “forze dell’ordine”.
La Digos torinese ha identificato circa 50 manifestanti appartenenti al centro sociale Askatasuna e al Movimento No Tav, che sono denunciati proprio per aver violato l’ordinanza prefettizia. Di questi, sette saranno denunciati anche per “inottemperanza al foglio di via obbligatorio” emesso dal Comune di Chiomonte.
Tra i denunciati dalla Digos anche i leader di Askatasuna Giorgio Rossetto, Umberto Raviola e Mattia Marzuoli. Proprio alla vigilia del corteo ai tre attivisti era stata notificata l’ordinanza del Tribunale del Riesame sulle misure cautelari adottate per gli episodi di violenza in occasione del G7 di Venaria Reale, che convertiva gli arresti domiciliari in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Mentre la Questura di Torino ha già fatto sapere che nei prossimi giorni verranno avviate le procedure per l’emissione di ulteriori “Fogli di Via” di mussoliniana memoria.
Subito dopo gli scontri, il Ministro dell’Interno e aspirante duce d'Italia Matteo Salvini ha attaccato duramente i manifestanti minacciando fra l'altro: “Chi attacca la polizia e il cantiere della Tav in Valsusa attacca tutta l’Italia: le divise sono il simbolo di chi difende la sicurezza dei cittadini perbene, l’Alta Velocità è l’emblema di un Paese che vuole andare avanti e non indietro. Nessuna tolleranza per i criminali, mi aspetto condanne inequivocabili da tutti gli schieramenti politici... Basta ambiguità: ora controlli a tappeto, arresti e accelerazione dei lavori”. Con queste parole concludeva Salvini, rivolgendosi soprattutto al M5S e al premier Conte affinché si schierino apertamente a favore del Tav.
In un comunicato stampa diffuso in rete il 22 luglio i No Tav replicano alle accuse e coraggiosamente rilanciano: “In barba a tutte le mistificazioni e ai tentativi di indebolirci… siamo ancora qui, con un movimento intergenerazionale che in questi giorni ha accolto centinaia di studenti orgogliosi di sventolare la nostra bandiera e che il 25 luglio inaugurerà il Festival ad Alta Felicità dove saranno decine di migliaia le persone ad arrivare, dal nord al sud Italia.
In questi giorni in cui questura e scribacchini provano a giocare un ruolo da protagonista in una storia che li vede solo come delle anonime comparse, noi abbiamo continuato a camminare schiena dritta e testa alta per quei sentieri amici della lotta, in un territorio militarizzato con un sito strategico nazionale dove le ordinanze prefettizie allargano ogni volta 'la zona rossa', come se questo bastasse a far desistere qualcuno. È tutta carta straccia, lo sono le ordinanze, le denunce, i fogli di via, le misure di prevenzione perché noi, e questa verità è incisa su ogni pietra della Valsusa, non molleremo mai.... Ad ogni attacco che riceviamo rafforziamo unicamente la consapevolezza di essere dalla parte della ragione e rinnoviamo la nostra determinazione a cacciare tutti questi opportunisti dalla nostra valle. C’eravamo, ci siamo e ci saremo sempre! Avanti No Tav!”.
Che tutti i movimenti di lotta prendano esempio e si ispirino all'esempio storico dei NoTav che da oltre 30 anni si battono come leoni per salvare la Valsusa dallo scempio e dalla speculazione capitalista.
24 luglio 2019