Al grido “I popoli in rivolta scrivono la storia. No Tav fino alla vittoria", raggiunto l'obiettivo: sorpassare la “zona rossa” e i cancelli in metallo del cantiere di Chiomonte
Grande e determinato corteo contro il Tav
Un'ora di lancio di lacrimogeni non è riuscito a fermarlo. Tra i 48 denunciati il leader nazionale del movimento e Giorgio Rossetto, leader del Centro sociale Askatasuma. Salvini, duce dei fascisti del XXI secolo: “Non ci sarà nessuna tolleranza per i teppisti e i delinquenti. I manifestanti: “I 5 stelle ci hanno venduti”
Il movimento No Tav è un esempio storico per tutti i movimenti di lotta

 
Il governo dei fascisti del XXI secolo affonda sul TAV e la popolazione in lotta risponde con energia, determinazione e coraggio, dimostrando che il movimento è ben saldo, indipendente, e sempre più cosciente che dovrà essere esso stesso, senza aiutini istituzionali, a fermare l’opera.
La manifestazione di sabato 27 luglio arriva a pochi giorni dall’annuncio del via libera al TAV di Giuseppe Conte e poche ore dopo la lettera di conferma inviata dal Mit alla Commissione europea.
“Dobbiamo fermarla noi” riporta uno striscione che mostra inequivocabilmente di come la lotta andrà avanti.
La marcia dei NO TAV è partita, subito dopo un nubifragio che ha colpito la zona, dal campeggio allestito vicino a Venaus nell’ambito del Festival dell’Alta Felicità con l’obiettivo di raggiungere il cantiere di Chiomonte, protetto da oltre 500 poliziotti.
I 15.000 manifestanti, molti giovani e giovanissimi e dei quali nessun parlamentare 5 Stelle la cui presenza negli anni passati era massiccia con deputati a profusione in arrivo da tutta Italia, hanno raggiunto l’abitato di Giaglione dove una parte ha imboccato i sentieri che si inerpicano sulla montagna, verso i cancelli della zona rossa, che sono stati forzati con l’ausilio di motoseghe e flessibili, consentendo l’invasione di qualche migliaio di persone nelle zone interdette.
La polizia ha risposto con l’uso di idranti e lacrimogeni per disperdere la folla: in 48 sono stati denunciati per aver divelto le protezioni al cantiere ed essere entrati nell’area vietata; la questura ha inoltre annunciato che molti altri saranno chiamati a rispondere per aver violato la “zona rossa”. Tra i denunciati, molti esponenti del centro sociale Askatasuna di Torino e anche un leader nazionale del movimento No Tav accusato di aver preso parte attiva alla demolizione della barriera.
In seguito, intonando in coro “La Valsusa paura non ne ha”, e “I popoli in rivolta scrivono la storia. No Tav fino alla vittoria", i manifestanti hanno proseguito verso il cantiere vero e proprio arrivando a ridosso delle recinzioni dove sono stati bersaglio per un'ora di un nuovo lancio di lacrimogeni ai quali nel i manifestanti hanno risposto alla violenza istituzionale con alcuni lanci di petardi e bombe carta contro le “forze dell’ordine” a ridosso del cantiere.
I NO Tav in sostanza hanno raggiunto il loro obiettivo; raggiungere il cantiere abbattendo i cancelli e qui inscenare quella che viene chiamata “battitura”, ovvero colpire ripetutamente e per minuti i cancelli con dei sassi. Rituale che veniva attuato negli anni passati e che viene ripetuto con successo anche oggi, dimostrando che la “zona rossa” è tutt’altro che inviolabile.
“Non ci siamo mai fatti prendere in giro, non ci sono governi amici anche se questo non significa che non avessimo sperato che le cose potessero cambiare dopo le parole di chi in campagna elettorale aveva promesso che il Tav non si sarebbe fatto”, dicono dal microfono. “E invece ci ritroviamo a dover sentire stupidaggini a mezzo stampa su costi e opportunità. Non ci facciamo prendere in giro e a tutti i partiti, M5S in primis, diciamo che i giochi di potere e di poltrone non ci interessano. Non accettiamo intimidazioni. Fermare il Tav tocca a noi”. Così si legge in un comunicato NoTav.
In serata Salvini mostra la sua gioia fascista nell’annunciare i 48 denunciati, ringraziando le “forze dell’ordine” e ribadendo: “Nessuna tolleranza per teppisti e delinquenti. La Tav si farà, indietro non si torna”. Naturalmente il duce leghista non può non sfruttare fino in fondo l’occasione, vomitando veleno sulla resistenza moderna dei No TAV e quella partigiana, postando una diretta dalla Valsusa commentata con “I soliti manifestanti incappucciati stanno tentando di forzare i cancelli del cantiere Tav, ovviamente con sottofondo di ‘Bella Ciao’ e ‘Fuori gli sbirri!’”
Indirettamente, la decisione del governo ed il tradimento dei 5 stelle ha portato energia ad un movimento storico che non esprimeva tanta forza da molti anni a causa dei tentativi di divisione espressi dalle differenti sensibilità politiche degli attivisti uniti nel fronte comune contro la TAV. Molti manifestanti indignati hanno dichiarato: “I 5 stelle ci hanno venduti”.
Oggi è chiaro che solo l’unità di questo movimento e la sua indipendenza, potrà essere il collante per proseguire ancora fino a vincere questa importante battaglia non solo per la Valsusa, ma anche per tutti coloro che per l’Italia combattono contro le grandi opere inutili e contro la devastazione ambientale nel nome del profitto capitalista.
Tutto il nostro appoggio militante va ai No Tav che in una nota appena conclusa la manifestazione, hanno scritto: “Tanti pensavano di poter chiudere il capitolo della lotta No Tav con un sospiro di sollievo, come se si trattasse di chiudere una parantesi nella storia del nostro paese. Hanno fatto male i loro conti. Qui c’è un libro appena aperto fatto di resistenza e determinazione, con tante pagine ancora da scrivere. Sono 20 anni che politici e giornali provano a scrivere patetici coccodrilli, recitando un de profundis della lotta No Tav, pregando che si possa finalmente mettere la parola fine all’esercizio di coerenza e determinazione che ha preso corpo in questa valle. Tra lo stupore generale nei giorni scorsi, abbiamo reagito all’infame decisione del governo dicendo che per noi non è cambiato niente. La giornata di oggi ne è la prova. Siamo dalla parte giusta della storia”.
Il grande e determinato corteo No Tav di sabato 27 e la permanente mobilitazione popolare, che vede da oltre 30 anni il popolo No Tav impegnato in originali, combattive e partecipate iniziative di lotta, dimostrano che tale movimento rappresenta un esempio storico per tutti i movimenti di lotta perché si batte come un leone, senza temere né la brutale repressione poliziesca e giudiziaria né le pallottole inzuccherate dei falsi amici alla M5S, per impedire lo scempio e la speculazione capitalistica della Valsusa.
 
 
 

31 luglio 2019