Gli Shabab attaccano un convoglio militare italiano e una base Usa
La mattina del 30 settembre un ordigno è esploso a Mogadiscio mentre transitava un convoglio militare italiano del contingente Eutm Somalia. Due dei tre mezzi corazzati di trasporto truppe VTLM Lince sono rimasti danneggiati. L'attacco è stato rivendicato dalla resistenza somala degli al Shabab che non riconoscono il Governo Federale della Somalia e il presidente Mohamed Abdullahi Mohamed, detto Farmajo, nominato dal parlamento il 16 febbraio 2017. Governo e presidente che si reggono in piedi grazie alla protezione militare della Ue, dell'Onu e direttamente dell'imperialismo americano presenti massicciamente nel paese, ufficialmente per addestrare le forze somale.
L'attacco al convoglio italiano è avvenuto in contemporanea a un assalto in forze degli Shabab alla base militare americana di Bale Dogle a circa 90 chilometri dalla capitale, nel Basso Shabelle. L'assalto è iniziato con l'azione suicida di un miliziano che si è fatto esplodere con un’autobomba contro il cancello d’ingresso cui è seguito un intenso scontro a fuoco risolto a favore dei soldati americani, appoggiati dai numerosi mercenari, i “contractor”, che accompagnano sempre più numerosi le aggressioni e occupazioni imperialiste. I soldati Usa hanno impiegato anche i droni che, secondo vari siti indipendenti, utilizzano largamente contro i villaggi controllati dagli Shabab e responsabili di molte vittime civili.
Il convoglio italiano stava rientrando da Villa Gashandigha, dove hanno sede il ministero della Difesa e il quartier generale dell’esercito somalo, informava il sito dell'Esercito italiano che con soddisfazione evidenziava come “su entrambi i veicoli l’abitacolo abbia retto all’esplosione confermando le ben note qualità del Lince che hanno protetto molti militari italiani in diversi teatri di guerra”. Alle guerre camuffate da operazioni di pace o di assistenza militare alle quali continuano a partecipare i soldati italiani, qualunque siano le alleanze governative a Palazzo Chigi nel nome della difesa degli interessi dell'imperialismo italiano sui vari scenari mondiali.
Ricordiamo che i militari italiani a Mogadiscio operano nell’ambito della missione European Union Training Mission (Eutm) Somalia. Le missioni militari sotto la sigla Eutm sono quelle decise dall'Unione europea che dietro la motivazione ufficiale di aiuto all'addestramento e alla qualificazione delle forze militari e di sicurezza dei paesi interessati coprono l'intervento militare dell'imperialismo europeo. Quella in Somalia è iniziata il 7 aprile 2010 a sostegno dell'allora governo federale di transizione e vede al momento la presenza fra gli altri di 123 soldati e 20 mezzi mlitari italiani. All'imperialismo italiano dal 16 febbraio 2014 spetta il comando della Missione che dal luglio 2018 è affidato al Colonnello Matteo Spreafico.
La missione militare Eutm Somalia affianca quella dell'African Union Mission in Somalia (Amisom) e il contingente Usa che continuano l'occupazione militare del paese dopo l'intervento imperialista nella guerra civile somala scoppiata dopo la caduta del regime nel 1991 del dittatore Siad Barre, il generale che nel 1985 firmò un accordo con l'allora presidente del Consiglio Bettino Craxi che fece della Somalia, parole sue, “la ventunesima regione d'Italia”. Per l'imperialismo italiano non sono più i “tempi d'oro” del controllo coloniale fascista né di quello successivo comprato da Craxi ma resta nel paese la presenza militare italiana, con un ruolo di responsabilità riconosciuto dagli alleati imperialisti. Non dalla resistenza somala degli Shabab, che nel 2012 ha aderito a al Qaeda, presente nelle regioni del sud della Somalia, nella regione di Chisimaio.
9 ottobre 2019