È morto Franco Melandri
Combattente umile e tenace per il socialismo. Comunista fin da bambino
Il 5 ottobre 2019 è morto a Savarna-Ravenna, a causa di un infarto, il compagno Franco Melandri, aveva appena compiuto 75 anni.
I funerali si sono svolti in un clima militante. Insieme alla moglie, ai figli e ai parenti erano presenti compagni del PMLI e di altri partiti che hanno salutato lo scomparso cantando Bella ciao a pugno chiuso. Il compagno Piergiorgio Bugli teneva in mano una foto del compagno Franco Melandri sulla cui bara era stata stesa la bandiera del PMLI e appoggiato un cuscino di fiori con la scritta “I compagni del PMLI”. Il Centro del Partito a firma Dario ha inviato un telegramma di sentite e affettuose condoglianze alla moglie e ai famigliari di Franco Melandri. Da tempo questi aveva espresso la sua volontà che gli venisse indossata la maglietta rossa del PMLI dopo la sua morte. E così è stato fatto.
In questi due ultimi anni il compagno Melandri è stato più volte ricoverato in ospedale. Il Partito gli è stato sempre vicino. È andato a trovarlo all'ospedale e a casa dopo i ricoveri il compagno Denis Branzanti, Responsabile del PMLI per l'Emilia-Romagna. Alla vigilia della Commemorazione di Mao del 15 settembre gli ha telefonato il Segretario generale del PMLI, compagno Giovanni Scuderi, chiedendogli di regalare al Partito la sua partecipazione alla Commemorazione. Cosa che ha fatto, nonostante le sue condizioni non fossero buone.
Il compagno Franco Melandri è entrato nel PMLI il 13 novembre 2008 fondando l'Organizzazione di Ravenna del PMLI. Il primo contatto col Partito l'ha preso il 3 maggio 2004 collocandosi subito come suo simpatizzante e abbonandosi a “Il Bolscevico” allora cartaceo. In precedenza ha militato all'età di cinque anni nell'Associazione dei pionieri promossa e diretta dal PCI, poi nella FGCI, successivamente nel PCI fino al suo scioglimento e infine nel PRC. Ha abbandonato questi due ultimi partiti ritenendoli revisionisti, non in linea con gli insegnamenti del marxismo-leninismo-pensiero di Mao. Si può dire che era una figura “storica” della sua zona.
Come ha scritto nella sua domanda di ammissione al PMLI, ha ereditato le idee comuniste da suo padre “antifascista, combattente durante la Resistenza, organizzatore della prima Cellula comunista (PCI) di Ravenna dopo la guerra. Da lui avevo imparato le prime idee marxiste, le prime norme di etica socialista, che poi ho cercato di conservare nel corso della vita. Cose che però andavano col fempo affievolendosi mano mano che avanzava l'imborghesimento del PCI prima e del PRC in seguito.
Quando ho incontrato i compagni del PMLI della Cellula 'Stalin' di Forlì e poi gli altri compagni del PMLI delle altre città in poco tempo ho ritrovato quegli ideali, quell'etica, quelle norme di vita politica, che facevano parte ormai di uno sbiadito ricordo. Con il PMLI, però, queste cose sono molto più chiare e solide perché non inquinate dal revisionismo del PCI. Parlando e discutendo con i compagni, ascoltando e leggendo gli scritti del compagno Segretario generale Giovanni Scuderi e leggendo 'Il Bolscevico', che io ritengo la spina dorsale del Partito, ho capito da che parte sta la via giusta per la riscossa proletaria e per il socialismo.
Aver conservato e sviluppato gli insegnamenti dei cinque grandi Maestri del proletariato internazionale: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao, fa di questo partito l'unico vero Partito comunista in Italia. È vero che i miei limiti attuali sono enormi, ma frequentando il PMLI ho imparato molte cose e credo che se potrò aderire e militare in questo Partito, potrò migliorare e perfezionarmi per diventare un vero marxista-leninista.
Io chiedo di entrare nel PMLI perché questo Partito è il Partito giusto, per il suo Statuto, per il suo Programma, i suoi dirigenti, per il suo giornale, per la sua ferma disciplina di Partito. Un partito che guiderà il proletariato alla riscossa sulla strada vera per il socialismo. Io vorrei esserci!
Io purtroppo, non essendo più giovane, non so quanto potrò essere utile alla attuazione del Programma del PMLI. Sicuramente impegnerò tutte le mie forze e le mie capacità per dare il meglio al Partito. Mi atterrò alla disciplina e allo Statuto del Partito, e soprattutto cercherò di imparare il più possibile dal Partito e dai cinque grandi Maestri per diventare un vero marxista-leninista”.
Il compagno Franco Melandri ha saputo diventare un “vero marxista-leninista”, dando tutto se stesso al Partito, al proletariato e alla causa. Studiando e applicando la linea del PMLI, partecipando attivamente alla lotta di classe e alle manifestazioni locali, specie a quelle del 25 Aprile e del 1° Maggio in cui, tra l'altro, amava esporre la bandiera del PMLI davanti alla sua casa, mentre condannava la mancanza di vere manifestazioni a carattere proletario per la Giornata internazionale dei lavoratori. Era sempre presente alle iniziative nazionali e regionali del Partito, a parte le volte in cui accusava problemi di salute. Il compagno era anche particolarmente socievole, sempre pronto a raccontare aneddoti e “storie”, sia in paese che con i compagni che “intratteneva” durante i viaggi per manifestazioni e iniziative nazionali del Partito.
Non aveva paura di volantinare anche da solo le posizioni del Partito indossando con orgoglio la maglietta rossa del PMLI. Durante una diffusione del volantino astensionista del Partito per le elezioni del 2016 fu provocato da un esponente del M5S, ma lui non si scompose e continuò tranquillamente la diffusione. I dirigenti nazionali del PMLI con alla testa il compagno Giovanni Scuderi gli inviarono immediatamente un messaggio di solidarietà in cui, tra l'altro, si diceva: “La tua tranquilla fermezza di fronte alla provocazione e il tuo coraggio di andare da solo con vistose insegne del PMLI a volantinare sono un esempio per tutto il nostro amato Partito”.
Il compagno Franco Melandri è stato un combattente umile e tenace per la nobile causa del socialismo, apprezzato e amato dalle compagne e dai compagni del PMLI, rispettato dai compagni locali del PRC per la sua coerenza, fedeltà e dedizione alla causa.
Alla Commemorazione di Mao, riferendosi alla recente scomparsa del compagno Tino, Segretario della Cellula “Stalin” di Rimini del PMLI sottolineava: “Ha lasciato un grande vuoto del Partito e anche in me. Ma la lotta continua” e ha chiuso il suo applauditissimo intervento con queste parole: “Noi siamo qui, ci siamo ancora e continueremo a lottare seguendo l'ideale marxista-leninista-pensiero di Mao”. È proprio così, indimenticabile compagno Franco Melandri, tu continuerai a combattere con noi per sempre, incoraggiandoci ad andare fino in fondo sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista.
16 ottobre 2019