Scioperi e manifestazioni in Italia
La sindaca Raggi e Di Maio attaccano lo sciopero. Volantinaggio del PMLI alla manifestazione di Roma. A Milano il PMLI anima lo spezzone dei partiti con la bandiera rossa e falce e martello
Applaudito intervento di Dreoni alla manifestazione dei grafici a Milano
Due giornate di lotta hanno interessato il nostro Paese nei giorni scorsi, scioperi e manifestazioni che si sono fatti sentire particolarmente a Roma. Venerdì 25 ottobre è stata la giornata dello sciopero generale di 24 ore dei settori pubblico e privato indetto dai sindacati non confederali SGB, Cub, Si Cobas e Usi-cit. Lo sciopero non ha riguardato solo il trasporto pubblico, risaltato sui media borghesi solo per sottolineare i “disagi alla cittadinanza”, ma anche scuola e sanità.
Come dicevamo lo sciopero ha avuto particolare risonanza nella capitale perché a Roma era di scena anche la mobilitazione indetta da Cgil-Cisl-Uil che ha visto l'astensione dal lavoro dei lavoratori di tutte le aziende municipalizzate capitoline. Alcune linee della metropolitana sono rimaste completamente chiuse, quelle aperte hanno effettuato corse ridotte. Soppressi anche alcuni convogli ferroviari a corta percorrenza come sulla Roma-Viterbo. Cancellate numerose corse di bus e tram, ferma anche la raccolta dei rifiuti.
Esponenti di primo piano dei 5 Stelle si sono distinti nell'attacco ai lavoratori e al diritto di sciopero. Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, che come Salvini quando era ministro degli Interni si occupa di temi che non li competono, ha dichiarato ai microfoni di Rai Radiouno: “Alcuni sindacati fanno sempre sciopero il venerdì per fare il weekend”, come se i lavoratori rinunciassero a una giornata del loro misero stipendio per andare in vacanza.
Ancora più velenosa la sindaca di Roma Virginia Raggi che su Twitter ha scritto: “Una minoranza di sindacalisti prova a tenere in ostaggio una città di 3 milioni di abitanti. La maggioranza dei cittadini è stanca di scioperi ingiustificati“. Davvero una grossa faccia di bronzo. Non ci sarebbero giustificazioni? Quando la capitale d'Italia sta sprofondando sotto l'immondizia, i trasporti sono al collasso, stazioni della metropolitana chiuse, allagamenti al primo temporale, strade dissestate, dirigenti delle municipalizzate travolti dagli scandali?
Si cerca di dare la colpa ai lavoratori, che sono stati persino manganellati, come è successo alcune settimane fa ai dipendenti di Roma metropolitane che protestavano per le loro condizioni di lavoro, allo scopo di salvare l'operato della sua giunta che è riuscita addirittura a peggiorare la situazione lasciata dalle amministrazioni precedenti.
Ma i lavoratori delle municipalizzate non si sono lasciati intimorire aderendo in massa allo sciopero e partecipando alla manifestazione che si è svolta sotto il Campidoglio. Qui Michele Azzola, segretario generale della Cgil Lazio, è intervenuto dal palco rispondendo alla Raggi: “Noi non scioperiamo per tenere in ostaggio la città ma contro una giunta che l’ha paralizzata”.
Tornando allo sciopero generale dichiarato dai sindacati “di base” la mobilitazione si è fatta sentire anche in altre grandi città, in particolare a Milano e Napoli, a partire dal trasporto aereo: Alitalia ha dovuto sopprimere 100 voli. Nel capoluogo lombardo la metropolitana ha ridotto le corse dalle 18 in poi, rallentamenti anche nel trasporto di superficie. Nella città partenopea la linea uno della metro è rimasta chiusa così come tre funicolari. Annullate anche un terzo delle corse degli autobus.
I lavoratori sono scesi in piazza per chiedere l’aumento dei salari e delle pensioni, la cancellazione del Jobs Act e della legge Fornero, oltre che la riduzione degli orari e dei carichi di lavoro. Le manifestazioni si sono svolte a Roma, Milano, Napoli, Firenze, Torino, Palermo e Catania. Rivendicazioni importantissime che avrebbero richiesto un più ampio fronte di lotta, ma le divisioni tra i sindacati non confederali e l'atteggiamento accondiscendente verso il governo di Cgil-Cisl-Uil per il momento lo ha impedito.
Il PMLI era presente con un volantinaggio alla manifestazione di Roma mentre a quella di Milano i compagni della Cellula “Mao” hanno animato lo spezzone dei partiti con la bandiera rossa e la falce e martello coinvolgendo i manifestanti nei canti dell'“Internazionale”, “Bandiera Rossa”, “Bella ciao!” e “Fischia il vento”. Sempre a Milano nella stessa giornata di venerdi 25 si è tenuta la manifestazione nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori del settore grafici editoriali per il rinnovo del contratto collettivo di lavoro che è scaduto ormai dal 31 dicembre 2015. Lo sciopero, indetto da SLC-CGIL e UILCOM ha avuto un successo straordinario con punte che hanno toccato tra l'80 e il 100% di astensione dal lavoro. A fine manifestazione è stato improvvisato un comizio dove il compagno Franco Dreoni in veste di delegato dell'azienda di Firenze presso cui lavora ha letto il suo applaudito intervento. Per i particolari si rimanda alle cronache pubblicate in questo numero.
Il giorno successivo si è tenuta un'altra manifestazione nella capitale, organizzata dal sindacato SI.Cobas. Oltre 10mila persone sono sfilate per le vie di Roma contro il governo Conte, contro i decreti-sicurezza e la repressione degli scioperi e del dissenso, contro tutte le guerre imperialiste e di aggressione, e per chiedere una vera detassazione dei salari, una vera patrimoniale sui grandi capitali, forti aumenti salariali slegati dalla produttività, salario garantito ai disoccupati, l'abolizione del Jobs Act e una piena libertà sindacale sui luoghi di lavoro.
Migliaia di operai, precari e disoccupati combattivi, tra questi un importante spezzone rappresentato dai lavoratori della logistica costituito in buona parte da migranti, settore in cui è nato e sviluppato il SI.Cobas. Tra le varie realtà presenti il movimento romano per il diritto all'abitare e i disoccupati napoletani, ovvero due tra i più importanti movimenti di lotta attivi nel Centro-Sud.
Tutte queste iniziative sono molto importanti, ma necessitano di unirsi in un ampio fronte contro il governo trasformista liberale Conte, anch'esso al servizio del capitalismo neofascista. Al momento tanti soggetti dicono di voler creare un ampio fronte non solo antigovernativo, ma anticapitalista, lo stesso striscione di apertura della manifestazione del SI.Cobas recitava “per un fronte anticapitalista”.
Il PMLI da tempo è pronto e disponibile a partecipare a qualsiasi iniziativa contro questo governo promossa dai partiti, gruppi e movimenti che hanno la bandiera rossa e la falce e martello.
30 ottobre 2019