Perché Angelo Urgo denunciava l'aspirante duce d'Italia Salvini
Del Debbio toglie la parola al rappresentante del PMLI
Nuova scorrettezza antimarxista-leninista a Dritto e Rovescio su “Rete 4”
Redazione di Milano
Per la seconda volta di seguito Paolo Del Debbio, conduttore della trasmissione Dritto e Rovescio in onda su “Rete 4”, ha tolto brutalmente la parola al compagno Angelo Urgo appena ha cominciato a denunciare l'aspirante duce d'Italia Salvini. Mentre ha lasciato parlare quanto hanno voluto gli altri invitati: Maurizio Belpietro (direttore del quotidiano “La Verità” e del settimanale “Panorama”), Giovanni Donzelli (FdI), Beatrice Lorenzin (PD), Licia Ronzulli (Forza Italia), Vauro Senesi (vignettista satirico), Questo è accaduto nella trasmissione di giovedì 28 novembre 2019.
L'imbavagliamento del compagno Urgo, Segretario del Comitato lombardo del PMLI, è particolarmente odioso, inaccettabile e discriminatorio perché l'esponente del PMLI ha accettato l'invito di ritornare nuovamente alla trasmissione dopo che gli era stato promesso che avrebbe avuto piena facoltà di parola negatagli alla precedente puntata della trasmissione. Vedi il comunicato dell'Ufficio stampa del PMLI pubblicato sullo scorso numero de "Il Bolscevico".
Ecco i fatti. La trasmissione è iniziata attorno alle 21:30 con un’intervista-monologo con l’aspirante duce d’Italia Salvini, non presente in studio ma in collegamento, dove Del Debbio l’ha lasciato parlare e sproloquiare per tre quarti d’ora di fila, affermando persino di non essere fascista. Il programma è poi proseguito sui fatti di attualità inerenti alle recenti alluvioni e alla scarsa manutenzione dei viadotti autostradali.
Il tema poi si è spostato nuovamente sulla riproposizione del fascismo nella toponomastica a Verona e a Roma (dove nella prima città è stata intitolata una via al fascista e razzista, fucilatore di partigiani, Giorgio Almirante, cosa che invece è stata negata nella Capitale dopo una forte indignazione di massa antifascista contro una iniziale proposta di intitolare una via al fondatore del MSI votata dal consiglio comunale con l'appoggio dal M5S), e sugli ultimi arresti di terroristi neri che volevano fondare un partito dichiaratamente nazista in Italia.
Il dibattito in studio è iniziato con Vauro che ha ricordato il ruolo di Almirante durante il ventennio fascista e come Berlusconi abbia di recente rivendicato di aver legittimato per primo “la Lega ed i fascisti”, denunciando che in generale c'è stata una legittimazione del fascismo, chiedendosi infine se il fascismo è solo quello del ventennio, per poi rispondersi che il fascismo è proseguito nello stragismo nero per poi oggi “infiltrarsi in alcune formazioni politiche”, finendo però col negare l'evidenza che Salvini sia un fascista, affermando che è solo “un cinico opportunista”. Quasi contraddicendosi però ha riaffermato che “il fascismo è nel linguaggio” simile a quello del ventennio e nella riproposizione dell'“uomo forte come soluzione dei problemi, affermando più in là nel dibattito che il fascismo sta tornando non “col fez e la camicia nera” ma con “la concussione tra poteri economici, politici e criminali”. È poi seguito Donzelli che rispetto al ventennio mussoliniano ha preso le distanze solo dalle leggi razziali antisemite, ricordando che gli intellettuali e politici (come Bocca, Scalfari e Fanfani) che da fascisti sono diventati antifascisti solo dopo l'8 settembre '43 o il 25 Aprile '45. Questo per riconoscere come merito la coerenza di Almirante di essere rimasto fascista.
Del Debbio ha quindi mandato in onda - ponendo anticipatamente il suo disappunto sull'accaduto - un breve filmato dove il prete antifascista e antirazzista di Pistoia Don Biancalani ha cantato “Bella Ciao” durante la messa, assieme a fedeli e migranti, per poi dare la parola a Belpietro che ha accusato Biancalani di far scappare i cattolici dalle chiese con il suo dichiarato antifascismo e con la sua carità verso i migranti, guardandosi bene dal ricordare che proprio per questo il prelato è sottoposto a continue minacce e provocazioni da parte della Questura, della Lega e degli squadristi di Casapound contro le quali era rivolto, evidentemente, il più popolare canto antifascista.
Dopo che la Lorenzin ha esortato a togliere dal dibattito la contrapposizione tra fascisti ed antifascisti per “rimettere in pace il Paese”, a rincarare la dose contro gli antifascisti è intervenuta la forzista Ronzulli che dopo aver negato che vi sia un pericolo di un ritorno al fascismo ha rilevato invece un “problema di intolleranza” spostando però quest'accusa a sinistra contro le contestazioni antifasciste (come quelle a Pansa durante la presentazione dei suoi libri che infamano la Resistenza), e contro il “livore” di chi esprime posizioni antifasciste mettendo sullo stesso piano ogni tipo di violenza, fascista ed antifascista che sia.
È a questo punto che è intervenuto Federico Gervasoni, ventottenne giornalista bresciano che ha scritto un libro, dal titolo “Il cuore nero della città”, che denuncia la realtà dello squadrismo nazifascista a Brescia. Dopo aver descritto la sua situazione di sorvegliato a seguito delle minacce di morte e intimidazioni subite da gruppi nazifascisti, si è dichiarato “orgogliosamente antifascista come dovrebberlo essere tutte le persone di buon senso” affermando che “il neofascismo è un grosso problema in Italia che non va assolutamente sottovalutato” e criticando infine Salvini per aver detto (a inizio trasmissione) di non essere fascista senza che lui e la Lega abbiano mai condannato i fascisti. “Oggi non c'è più un leghista che condanna i fascisti” ha affermato Gervasoni, subito interrotto da Del Debbio con un “questo non è esatto”, contraddetto dalla Lorenzin che ha rilevato che effettivamente CasaPound partecipa attivamente ai comizi di Salvini senza che sia stata mai cacciata dalla piazza dai leghisti.
È a questo punto che è intervenuto il compagno Angelo Urgo che ha cominciato denunciando le varie minacce subite in passato dai nazifascisti con tanto di imbrattamenti con vernice-spray e danneggiamento della serratura della saracinesca della Sede milanese del Partito. Urgo ha denunciato che lo squadrismo nazifascista è un fenomeno molto più diffuso di quanto è stato descritto durante la trasmissione, una violenza fatta di aggressioni e minacce che non sempre va sui giornali. Ciò è dovuto al fatto - ha proseguito il nostro compagno – che nonostante siano in vigore le leggi Scelba e Mancino (che mettono fuori legge e perseguitano la formazione di gruppi nazifascisti, xenofobi e razzisti e che praticano violenza squadristica in tal senso), conformemente alla XII disposizione transitoria e finale della Costituzione, nessun governo si sia degnato di applicarle, rivendicando che tale applicazione diventi rivendicazione unitaria di tutti gli antifascisti, dall'ANPI alle Sardine. “Neanche la Costituzione conosci”, gli ha replicato Belpietro cercando di negare l'innegabile. Non facendosi interrompere Urgo ha ricordato come Salvini e la Lega volevano abrogare, perché direttamente interessati, proprio la legge Mancino. Ha quindi affermato che Salvini non può negare di essere fascista quando rivendica pieni poteri mussoliniani ed è stato promotore dei liberticidi e razzisti decreti sicurezza che portano il suo nome. A questo punto la claque salviniana (maggioritaria nella composizione scelta del pubblico) ha cominciato a protestare e rumoreggiare mentre Del Debbio sbottava “Ma che c'entra!” mettendo una mano avanti per dar segno di togliere la parola al compagno affermando (e ci mancava) di non condividere le sue idee Urgo trattenendo il microfono denunciava come Salvini e i vertici di CasaPound condividono, in nome della loro alleanza, piazze, palchi, e cene al ristorante.
Allorché Del Debbio con un “Oh! Quel microfono!” ha ordinato al giornalista Giorgio Tosi di togliere definitivamente il microfono, e perciò la parola, al rappresentante del PMLI per impedirgli di denunciare la vera natura dell'aspirante duce d'Italia “capitano” dei fascisti del XXI secolo. Belpietro, sicuro ormai di parlare senza contraddittorio, ha avuto pure la faccia tosta di sollevare dalle loro responsabilità i governi che non hanno applicato le suddette leggi vigenti contro i gruppi nazifascisti addossandola esclusivamente alla magistratura. Del Debbio ha quindi concluso frettolosamente l'argomento mandando la pubblicità.
Durante la pausa pubblicitaria Urgo ha ricevuto la solidarietà di Gervasoni (che il compagno ha ricambiato per le minacce subite dai nazifascisti) e di Vauro che si è complimentato per il “bell'intervento”. Il compagno ha ricevuto anche un messaggio di solidarietà da un amico del Partito che ha apprezzato il suo intervento perché ha denunciato più a fondo la vera natura fascista di Salvini.
Anche in questa occasione, il conduttore della trasmissione Paolo Del Debbio non ha permesso all’esponente del PMLI di finire il suo intervento, non a caso troncandolo proprio quando denunciava il fascismo istituzionale di Salvini e gli stretti legami che intercorrono tra la sua Lega e gli squadristi nazifascisti di CasaPound.
Quanto accaduto ci ha dimostrato che anche quando i mass-media di regime non possono ignorare l'esistenza del PMLI e sono costretti a dargli un briciolo di spazio, sono pronti a toglierglielo appena la sua denuncia contro il regime neofascista e i suoi partiti esce fuori dagli angusti limiti della censura di questo stesso regime, mentre il diritto di parlare è ampiamente concesso ai fascisti del XXI secolo con alla testa l’aspirante duce d’Italia Salvini, al quale proprio in quest'ultima puntata di Dritto e Rovescio è stato permesso di straparlare a ruota libera senza contraddittorio.
4 dicembre 2019