Importante intervento di Gianni Vuoso all'iniziativa per i 50 anni dell'organo del PMLI a Torre del Mulino, Ischia
“Il Bolscevico” è un grande libro di storia
Buonasera a tutti e vi ringrazio per aver accolto l’invito a partecipare a questo evento che è un evento storico. E noi stasera siamo protagonisti di questo evento che segna ben 50 anni di vita di un giornale, non un giornale qualsiasi della grande borghesia, ma un giornale rivoluzionario che in più occasioni, il potere ha tentato di imbavagliare e alcune pagine raccontano dei processi subiti dal primo Direttore e segretario generale del partito Giovanni Scuderi insieme a pochi altri compagni.
L’iniziativa promossa dall’Organizzazione isola d’Ischia del PMLI, di festeggiare i 50 anni del settimanale del Partito “Il Bolscevico” si inserisce nell’ambito delle manifestazioni che si stanno organizzando in tutta Italia e che confluiranno il prossimo 15 dicembre, nel momento conclusivo che vedrà partecipare a Firenze attivisti del partito, simpatizzanti, giovani, lavoratori e lavoratrici, intellettuali. Saranno momenti di dibattito e di riflessione su una serie di tematiche. In primo luogo, sul ruolo che la stampa ha avuto e deve avere, secondo gli insegnamenti di Lenin e Mao innanzitutto, in una fase rivoluzionaria.
L’Organizzazione isolana del PMLI vi ringrazia per aver accettato l’appuntamento di essere qui sia per vedere un accurato e interessante filmato sui 50 anni de “Il Bolscevico” realizzato dai compagni della Commissione stampa e propaganda del Partito, sia per dibattere sul tema “Media e Rivoluzioni”.
Insieme a me due nomi noti sull’isola e non solo: il prof. Gianfranco Marelli, docente al Liceo Scotti di Ischia, esponente nazionale di spicco di Umanità Nuova, giornale anarchico; e poi Giuseppe Mazzella, giornalista, decano dei giornalisti isolani, corrispondente Ansa e negli ultimi tempi fondatore e direttore dell’agenzia stampa “Il Continente” che ha pubblicato quattro ottimi numeri della omonima rivista dedicata soprattutto ai temi della ricostruzione di un comune ormai cancellato dal sistema di due anni fa, dalla mappa sociale e culturale dell’isola, Casamicciola terme.
Il PMLI isola d’Ischia offre l’occasione di sfogliare un centinaio di prime pagine del giornale del Partito e di ripercorrere i momenti salienti che hanno fatto la storia d’Italia dal dopoguerra ad oggi. Un’occasione preziosa per i docenti degli istituti superiori dell’isola e per gli studenti, specialmente quelli delle ultime classi. È infatti difficile che nelle nostre scuole lo studio della storia presti attenzione agli anni successivi al secondo dopoguerra. Spesso e a malapena si studia fascismo e Resistenza, poi si ignora lo stragismo, lo strapotere della DC, le lotte della “sinistra”, le lotte operaie e studentesche, la Grande Rivolta del '68, la Grande Rivoluzione Culturale proletaria in Cina, l’aggressione americana in Vietnam e tanto altro ancora. Sulle pareti della sala della Torre del Mulino è aperto un grande libro di storia, che non è necessario condividere, ma è importante consultare per prendere coscienza del periodo storico che stiamo vivendo, per capire i motivi dei continui rigurgiti di una destra nazi-fascista, sempre più pericolosa ma anche per capire quando e perché è fallita la “sinistra”.
Temi accattivanti che si intrecciano con la necessità di avere una stampa rivoluzionaria.
I grandi maestri del socialismo sono intervenuti più volte sul ruolo della stampa. Marx nella Neue Rheinische Zeitung, scrisse che “È dovere della stampa intervenire a favore degli oppressi nelle sue più immediate vicinanze”
. Ma cosa deve scrivere un giornale rivoluzionario, a chi deve rivolgersi?
Per Lenin: “Il giornale che voglia diventare organo di tutti i socialdemocratici russi deve essere al livello degli operai d'avanguardia; non solo esso non deve abbassare artificialmente il proprio livello, ma deve al contrario elevarlo costantemente, affrontando tutte le questioni tattiche, politiche e teoriche della socialdemocrazia mondiale”
.
Oggi ci lamentiamo di una popolazione giovanile e operaia narcotizzata, lontana dalle problematiche sociali e civili, fuori da ogni idea rivoluzionaria. Tale narcosi non nasce dal nulla. Infatti, come scrisse Lenin nell’opera “Da che cosa cominciare?”: “Nell'Europa moderna senza un organo di stampa politico è inconcepibile un movimento che meriti di essere chiamato politico”.
Solo un giornale politico può realmente educare la coscienza politica delle masse. Ma oggi purtroppo, il processo di educazione delle masse è molto lento e difficile perché registriamo la presenza di un solo giornale come “Il Bolscevico, per di più imbavagliata, ridotta a pochi spazi limitati. Prima “Il Bolscevico” veniva diffuso in edizione cartacea a 16 pagine, poi, per motivi economici, il giornale si è trasformato in un giornale on line, moderno, impaginato bene, a colori, con rubriche accattivanti e puntuali sull’attualità, con cronache di rivolte in tutto il mondo e delle proteste nel nostro stesso paese, spesso nascoste dalla grande stampa borghese, ma anche con veri e propri studi sulla linea del partito, sul pensiero dei Maestri del socialismo, indispensabili per conoscere i contenuti di un’idea che tanti non hanno più la voglia e la forza di conoscere. L’invito che vi rivolgiamo è quindi quello di cliccare il nostro sito www.pmli.it e di scaricare, ogni settimana, ogni mercoledì sera, l’ultimo numero de “Il Bolscevico”. Un appuntamento di grande interesse culturale, storico e politico. Solo seguendo il lavoro de “Il Bolscevico” potete rendervi conto della differenza con tanti giornaloni e constatare che il pensiero unico non è fantasia, ma è un’amara realtà che coinvolge le voci di destra e quella trozkista de il manifesto. Ben sapendo che sarebbe molto più efficace la diffusione militante del giornale cartaceo, occasione di confronti aperti.
Il mondo operaio è già privo di un partito rivoluzionario forte, è deluso dalla politica revisionista. Ecco perché c’è bisogno di assolvere ad un compito che Lenin definiva: “difficile e nuovo ma grande e nobile, quello di organizzare la vasta, multiforme e varia attività letteraria in stretto e inscindibile legame con il movimento operaio”
. “Solo allora
- chiariva Lenin - saprà adempiere il proprio dovere, solo allora, anche nell'ambito della società borghese, saprà emanciparsi dalla servitù della borghesia e fondersi col movimento della classe realmente progressista e coerentemente rivoluzionaria”.
In effetti, a che serve dare battaglia, svolgere una forte politica in difesa degli interessi della classe operaia se poi non si è in grado di diffondere le idee e di indicare gli obiettivi da conquistare?
Un'arma potente, nelle mani del partito bolscevico, per consolidare le sue organizzazioni e per conquistare l'influenza sulle masse, fu il quotidiano bolscevico Pravda ("La Verità"), che si pubblicava a Pietrogrado.
"La nostra politica
- scrisse Stalin nella Storia del Pcb - bisogna farla conoscere non solo ai dirigenti e ai quadri, ma anche alle larghe masse... La funzione di un giornale, ed in questo consiste anche la sua forza, sta nella sua capacità di far conoscere alle masse, nella maniera più rapida e più estesa, il programma e la linea del Partito, i principi e le misure politiche del Partito, i suoi compiti e i suoi metodi di lavoro”.
E sul lavoro che spetta ad un giornale diretto dal nostro Partito, Mao scrisse: “Noi comunisti abbiamo sempre disdegnato di mascherare le nostre opinioni. I giornali diretti dal nostro Partito e tutto il lavoro di propaganda del nostro Partito devono essere vivaci, chiari e incisivi, non dobbiamo mai rimanere nel vago. Dato che vogliamo insegnare al popolo a conoscere la verità e incitarlo alla lotta per la sua emancipazione, abbiamo bisogno di questo spirito militante”
. E concludeva con una sua tipica espressione che emergeva dal momento rivoluzionario in Cina del 1948: “Un coltello spuntato non fa sprizzare il sangue''
.
Nei suoi 50 anni di vita, “Il Bolscevico” ha seguito coraggiosamente, questi insegnamenti, senza abbandonare mai la strada maestra, superando bufere giudiziarie, difficoltà di ogni tipo, partendo dalla forza pionieristica di soli quattro compagni, decisi a far trionfare in Italia gli ideali della Rivoluzione d’Ottobre, della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, ad esaltare momenti di grande impegno rivoluzionario come la Grande Rivolta del ’68 in Italia.
La mostra che ci circonda in questa sala, è ricca di un centinaio di prime pagine de “Il Bolscevico” e di pagine che attestano anche l’impegno della nostra piccola ma tenace Organizzazione isolana del PMLI, presente in tante occasioni di lotta per il diritto alla mobilità, alla salute, alla scuola, per la difesa del territorio, per condannare la scellerata politica degli amministratori borghesi di quest’isola, ma anche per diffondere la proposta astensionista in occasione delle diverse competizioni elettorali.
Sono pagine che attraversano i momenti più significativi della storia d’Italia, il periodo delle stragi, lo strapotere della DC e della chiesa, il revisionismo del PCI, momenti esaltanti del movimento operaio e la crisi dello stesso movimento come riflesso della crisi del sindacato. Dalle pagine in mostra sprizza la storia del nostro paese, dei lavoratori, dei giovani, delle donne, dei pensionati, di chi si è battuto e si batte per la difesa dei nostri diritti.
Ecco perché, con un pizzico di giustificata presunzione, possiamo essere ben orgogliosi di un partito come il PMLI e di una sua voce ufficiale come “Il Bolscevico” che è un giornale vivo.
4 dicembre 2019