25 novembre giornata internazionale
Le donne manifestano contro femminicidi e violenza di genere
Come ogni 25 novembre, dal 2015, da quando cioè il movimento delle donne argentine Ni Una Menos ha adottato la data istituita nel 1999 dalle Nazioni Unite come Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, i movimenti femminili e femministi hanno manifestato nelle piazze delle città di tutto il mondo. Mai come quest'anno però il black out dei mass media (cartacei e one-line) è stato ferreo nei confronti di questo evento internazionale, a riprova che la mobilitazione delle donne fa paura ai regimi capitalisti. Così siamo costretti a riportare solo notizie parziali, recuperate spesso sui social e blog, delle manifestazioni, in qualche caso anche imponenti, svolte dalle masse femminili.
America Latina
Le donne dell'America Latina si sono mobilitate contro la violenza di genere. In occasione del 25 novembre donne argentine, cilene, peruviane, colombiane e messicane sono scese in strada per denunciare la violenza di genere e chiedere la legalizzazione dell'aborto. In molti di questi Paesi i movimenti femminili sono parte integrante delle rivolte popolari antigovernative.
Argentina.
“Il nostro corpo è ancora un campo di battaglia” lo striscione in apertura del corteo che ha attraversato le strade di Buenos Aires per terminare in Plaza de Majo. Molte donne indossano la maglia viola di Ni Una Menos, movimento fondato per reagire contro la strage di donne in Argentina e alla morte di Chiara Páez, uccisa e sepolta dal fidanzato perché incinta. In Argentina, dal primo gennaio al 31 ottobre 2019, sono state uccise 229 donne. Una ogni 32 ore. Tra loro, ci sono 44 bambine e adolescenti. E come purtroppo è comune a tutti i Paesi del mondo la maggioranza dei femminicidi, quasi tre su quattro, avvengono in una coppia o sono commessi da un amante o un ex compagno in casa della vittima o del suo assassino. Ma in Argentina le donne hanno manifestato anche per l’aborto libero, sicuro e gratuito poiché in questo Stato è permesso solo in caso di stupro o se la vita della madre è in pericolo.
Cile.
Le manifestazioni contro la violenza di genere si svolgono integrandosi nella lotta contro il governo di Sebastián Piñera. Il movimento femminile cileno fa parte dell'Unità sociale, che riunisce circa 200 organizzazioni sindacali e movimenti che chiedono lo sciopero generale. A Santiago del Cile, la manifestazione delle donne si è tenuta ad Alameda, la strada principale della capitale, dove le manifestanti, a centinaia di migliaia, hanno lanciato slogan anche per "l'aborto libero e sicuro".
Perù
. Manifestazioni di donne, molte giovanissime, si sono tenute nelle città peruviane come Lima, Arequipa, Cusco e Trujillo.
Anche nelle città del Messico
le donne si sono mobilitate in alcuni casi occupando le università.
Sudan
Le donne sudanesi il 25 novembre oltre che contro la violenza sono scese in piazza per festeggiare la vittoria ottenuta dopo tante mobilitazioni, represse anche nel sangue, contro la legge, oggi abrogata dal governo transitorio, che impone alle donne in Sudan come vestirsi e comportarsi in pubblico. Un grande corteo si è tenuto a Khartoum.
Turchia
Migliaia di donne nonostante il divieto hanno sfilato per il centro di Istanbul contro la violenza sulle donne. Con la parola d'ordine “Non una di meno” hanno affrontato la polizia del boia fascista Erdogan, con fischi e trilli contro l’operato della polizia e l'hanno fronteggiata con un sit-in. Dopo un'improvvisata assemblea dove il movimento femminile turco ha espresso solidarietà alle donne curde, le donne hanno iniziato a ballare con lo slogan “Noi non tacciamo, noi non abbiamo paura, noi non ubbidiamo!”. A quel punto la polizia del fascista Erdogan ha sparato sulla folla proiettili di gomma riempiti di sostanze urticanti, coll'intento di disperdere la manifestazione. Nonostante l’attacco violento della polizia le donne non hanno abbandonato la piazza.
Spagna
Migliaia le persone hanno partecipato ai presidi e alle manifestazioni convocati nelle città spagnole dai collettivi femministi, per rifiutare qualsiasi violenza sessista. Non si è manifestato solo in nome delle troppe donne ammazzate, violentate, maltrattate, abusate – secondo i dati del ministero degli Interni viene segnalata una violenza ogni 5 ore – ma anche per ricordare che la Spagna viola tutte le regole internazionali su come giudicare la violenza sessuale.
Mobilitazioni in oltre trecento città da Alicante, Barcellona, Cartagena, Bilbao, a San Sebastián, Gijón o Saragozza. Fino alle isole Canarie, giù nell’oceano atlantico di fronte all’Africa, dove la giornata del 25 è iniziata nel peggior modo possibile con l’omicidio, a Tenerife, di una ragazza per mano del suo compagno.
A Madrid la manifestazione più grande aperta dallo striscione “machismo mata” (il maschilismo uccide), una marea di donne e uomini ha invaso per tutta la serata la città, dal Paseo del Prado alla Puerta del Sol.
Francia
100.000 donne hanno attraversato Parigi, una delle più grandi manifestazioni di donne svoltesi negli ultimi tempi, hanno lanciato un severo monito al primo ministro Édouard Philippe ritenuto “non all'altezza” nell'affrontare l'emergenza della violenza sessuale e di genere sulle donne in Francia.
Svizzera
Manifestazioni si sono avute nel Ticino e in tutta la Svizzera. A Bellinzona sit-in con letture di testimonianze di donne che hanno subito violenze sotto il tetto coniugale. A Lugano dalla stazione è partita una fiaccolata di solidarietà promossa da Amnesty International.
Grandi manifestazioni si sono svolte anche in Germania
e in Russia
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4 dicembre 2019