Difendiamo Stalin dalle calunnie e dalle menzogne vomitate dalla destra e “sinistra” borghesi
La borghesia e gli anticomunisti non perdono occasione per dipingere come il diavolo i cinque grandi Maestri del proletariato internazionale e in particolare si accaniscono contro Stalin, “colpevole” ai loro occhi di aver non solo portato al successo la Rivoluzione Socialista d'Ottobre al fianco di Lenin ma soprattutto di aver tenacemente e vittoriosamente difeso l'Urss, primo Stato socialista al mondo, dalla martellante azione a tenaglia delle aggressioni militari imperialiste esterne, iniziate sin dal 1917 e culminate coll'invasione delle orde barbariche nazifasciste di Hitler e Mussolini, e delle innumerevoli sovversioni interne fomentate dai nemici del socialismo come i trotzkisti e i bucharininani. In tal modo dimostrando davanti agli occhi di tutti che un altro mondo è possibile e che il sistema economico capitalistico e la democrazia borghese sono inevitabilmente destinati a essere sostituiti dalla nuova società socialista esattamente come accadde nel passato allo schiavismo rispetto al feudalesimo e a quest'ultimo rispetto al capitalismo.
Si tratta di un odio anticomunista viscerale che accomuna tanto la destra quanto la “sinistra” borghesi, tanto gli storici e politologi apertamente liberali quanto quelli che si professano di “sinistra” e i falsi comunisti. In tale becera campagna di denigrazione si distinguono tra quest'ultimi La Repubblica
dei magnati Agnelli al cui servizio è Ezio Mauro, Il Manifesto
trotzkista con alla testa Luciana Castellina e programmi televisivi come Il tempo e la storia
diretta dal sessantottino pentito, già esponente di Potere operaio
, Paolo Mieli. A considerare le montagne di falsità storiche e di gratuite menzogne da costoro vomitate attraverso la carta stampata e la tv, dobbiamo concludere che non è cambiato niente, se non in peggio, rispetto al tempo in cui Marx ed Engels esordivano nel celeberrimo Manifesto del partito comunista
denunciando la santa alleanza che accomunava zar e papa, monarchici e repubblicani nella caccia spietata allo spettro del comunismo. Niente è cambiato da quando nel dopoguerra la DC clericofascista accusava i comunisti di mangiare i bambini. Persino la Ue imperialista, attraverso il suo parlamento e con i voti di PD e Pisapia, Lega fascio salviniana, FdI della Meloni e FI, ha approvato una vergognosa risoluzione anticomunista, provocatoria, menzognera e falsificatrice che si è spinta a equiparare il comunismo al nazismo e a vietare l'uso dei simboli comunisti.
Non è questa la sede per ribattere una per una alle menzogne di questa becera campagna di denigrazione contro Stalin, vogliamo piuttosto limitarci a richiamare solo qualche macroscopico esempio della spudorata falsificazione storica e del capovolgimento degli avvenimenti e dei documenti originali compiuti da costoro.
Assicuratosi il monopolio di storico da strapazzo nella Rai pubblica grazie ai suoi preziosi servigi offerti alla canea anticomunista, Paolo Mieli si è persino spinto nel corso di una puntata della trasmissione Il tempo e la storia,
trasmessa più e più volte in replica su Rai 3 e Rai Storia, a sostenere che l'assassinio di Kirov, ritenuto nel 1934 il più stretto sostenitore di Stalin e candidato a esserne il successore, fosse stato addirittura commissionato dallo stesso Stalin per giustificare la caccia alle streghe e i successivi processi del 1935-'38 alla banda di terroristi trotzkisti e buchariniani. A smentire Mieli sono sufficienti le parole di Kirov di esaltazione dell'opera di Stalin che si possono leggere in questa biografia che pubblichiamo in occasione del 140° Anniversario della nascita di Stalin. Lo storico borghese naturalmente si guardava bene dall'informare che quei processi non erano originati da un semplice dissenso di linea politica ma dall'opera di sabotaggio, sovversione e terrore antisovietici che tale banda scatenò ai danni della giovane unione delle Repubbliche sovietiche. Processi pubblici a cui parteciparono un gran numero di osservatori internazionali e che non suscitarono alcuno scandalo quando si conclusero con l'inevitabile condanna di quegli assassini e sabotatori colpevoli di efferati crimini. In quel modo l'Urss rispondeva colpo su colpo al soffocante assedio imperialista capeggiato dalla Germania di Hitler e alla comprovata infiltrazione dei suoi agenti segreti finalizzata a espugnarla e sovvertirla dall'interno.
Il successore del già fascista e monarchico Scalfari alla direzione di Repubblica
Ezio Mauro ha distillato il suo viscerale odio verso Stalin unitamente all'esaltazione sconfinata di Trotzki nelle sue “Cronache di una rivoluzione
”, pubblicate a puntate di mese in mese su quel quotidiano in occasione del Centenario della Rivoluzione Socialista d'Ottobre. Mentre dipinge il primo a fosche tinte, non nasconde di parteggiare per tutti gli oppositori controrivoluzionari quali Bucharin e Kamenev e soprattutto Trotzki, da lui salutato apologeticamente come il “gran maestro della rivoluzione russa
”. In precedenza lo stesso quotidiano aveva dedicato pagine e pagine al XX Congresso del PCUS e all'esaltazione della controrivoluzione ungherese chiamando prima il rinnegato Federico Rampini, già membro del PCI revisionista, a rivendicare la supremazia della “civiltà occidentale
”, definita “ultimo universalismo dopo la morte delle ideologie
”, e poi lo stesso Mauro a compiacersi dell'abbattimento di una grande statua di Stalin da parte dei controrivoluzionari ungheresi e a salutare come “martire della rivoluzione
” il rinnegato Nagy, definendo “massacro criminale sovietico
” l'intervento dell'Armata rossa.
Anche la trotzkista storica del Manifesto,
ora esponente di Sinistra italiana,
Luciana Castellina non perde occasione per rivendicare orgogliosamente la sua fede antistalinista arrivando al punto di salutare la controrivoluzione ungherese una “rivolta democratica e riformista”.
Del resto non c'è da aspettarsi niente di diverso da costei che considera da sempre suoi maestri Trokzki, Rosa Luxemburg e Gramsci in alternativa a Lenin e Stalin: fino a dare l'addio alla Rivoluzione d'Ottobre perché a suo dire sarebbe “meglio conquistare la società
” riproponendo “ancora una volta quella che Gramsci chiamava la 'conquista delle casematte'”,
ovvero quella teoria riformista antesignana della togliattiana “via italiana al socialismo”
.
Ecco perché abbiamo deciso di pubblicare in questo primo numero del 2020 l'opera “Giuseppe Stalin. Cenni biografici
”, che è la seconda edizione, corretta e completata nel 1949, della biografia di Stalin redatta dall'Istituto Marx-Engels-Lenin a Mosca nel 1947. Si tratta di una biografia sostanzialmente corretta, quantunque tra i suoi autori compaiano alcuni dirigenti che si sarebbero rivelati dei voltagabbana, primo fra tutti il rinnegato revisionista Krusciov che appena tre anni dopo la morte di Stalin avrebbe scatenato il colpo di Stato al XX Congresso del PCUS, rovesciato il socialismo in Urss instaurando una “dittatura della borghesia, una dittatura della grande borghesia, una dittatura di tipo fascista tedesco, una dittatura di tipo hitleriano”
(Mao)
e avrebbe finito per regalare pretesti e giustificazioni di ogni genere ai fascisti e ai nemici del socialismo per i loro velenosi attacchi al comunismo.
Leggere questa biografia di Stalin è un po' come ripercorrere la storia della Rivoluzione russa dagli esordi al vittorioso assalto al Palazzo d'Inverno, dai primi terribili anni in cui il neonato Stato sovietico si trovò a fronteggiare e vincere l'assedio militare e lo strangolamento economico da parte dell'imperialismo, fino al ruolo decisivo svolto dall'Urss di Stalin per capovolgere i destini della seconda guerra mondiale e aprire la strada alla vittoria sul nazifascimo. Leggerla ci aiuta a conoscere meglio Stalin e a conoscere la verità rispetto al cumulo di velenose menzogne spacciate dagli anticomunisti comunque camuffati.
È necessario tanto irrobustire le nostre menti e riscaldare i nostri cuori studiando la storia del socialismo e il marxismo-leninismo-pensiero di Mao quanto partecipare attivamente alla lotta di classe contro il governo del trasformista liberale Conte: fare anche qui in Italia come in Russia e in Cina per rovesciare il capitalismo e conquistare il socialismo.
3 gennaio 2020