“Applichiamo il brillante e potente discorso di Scuderi sullo studio per trasformare il mondo e noi stessi”
Dal nostro corrispondente della Calabria
Con grande piacere e attenzione ho letto l'articolo del compagno Giovanni Scuderi, cofondatore e Segretario generale del PMLI, del 15 dicembre 1984 ripubblicato su "Il Bolscevico".
L'articolo verte sull'importanza dello studio ai fini della lotta per trasformare il mondo e se stessi, concetto chiave da sempre ribadito con forza in Italia dai marxisti-leninisti e da sempre nel movimento operaio e comunista internazionale indicato e praticato dai 5 "assi", i cinque grandi Maestri del proletariato internazionale: Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao.
Può sembrare un discorso ovvio e abbastanza scontato ma non è così, il presupposto da cui parte Scuderi è il materialismo dialettico e storico ovvero la base filosofica del marxismo-leninismo.
Secondo questa concezione del mondo, al contrario dell'idealismo, il mondo oggettivo, che viene prima di quello soggettivo, è perfettamente conoscibile (anche se non ancora del tutto conosciuto) dagli esseri umani.
Tuttavia non esistono idee "innate" o "intelletti attivi" nella mente degli esseri umani come sostenuto dai grandi sistemi idealisti fin dall'antica Grecia, il che non significa cadere nell'empirismo (la grande corrente filosofica anglosassone borghese contrapposta al razionalismo nell'epoca dell'ascesa della borghesia) e ritenere che solo il dato dell'esperienza possa fare conoscere, perlopiù parzialmente, il mondo agli esseri umani. Oggetto e soggetto, materia e pensiero, sono legati ed il pensiero è il riflesso nella mente degli esseri umani di quella che è la realtà oggettiva. Ora, in una società divisa in classi, come tutte le società finora esistite (ad eccezione delle prime comunità primitive), così divise in base a ciò che si produce, come lo si fa e come lo si scambia, l'idea dominante, la visione del mondo prevalente fra le masse è quella della classe dominante e non è altro che una sovrastruttura della potenza materiale di quella classe nei rapporti sociali diventata una potenza "spirituale" nell'ordine della sovrastruttura ideale, in base al principio che è l'essere sociale che fa la coscienza ("il lavoro crea l'uomo",
Engels
) e mai viceversa. Nell'epoca del capitalismo, dai primi del 900 arrivato al suo stadio monopolistico, in putrefazione e quindi finale, cioè l'imperialismo, essendo la borghesia ed il capitalismo monopolistico la potenza materiale del mondo ecco che quella spirituale o ideale diventa la concezione del mondo di questa classe, che viene inculcata alle masse in ultima analisi per convincerle della "naturalezza" e dell'inevitabilità del dominio economico, politico, militare e quindi culturale della classe capitalista.
Ma questa concezione del mondo, falsa e truffaldina, perché in ultima analisi per difendere l'ordine sociale esistente nega i mutamenti qualitativi anche in seno ai rapporti sociali ed è quindi intrinsecamente reazionaria, si scontra con la realtà dei fatti, cioè il mancato appagamento dei bisogni materiali e intellettuali della grande maggioranza dell'umanità, la quale, per effetto della contraddizione tra le forze produttive e i rapporti di produzione che determina il conflitto tra il capitale ed il lavoro, si trova inevitabilmente, per l'ennesima volta nell'ambito della lotta fra classi, che è poi il battito fondamentale, l'essenza stessa della storia finora vissuta dagli esseri umani (più correttamente della preistoria) che finirà solo con il passaggio al comunismo dopo la fase socialista.
La borghesia per produrre la sua ricchezza e il suo dominio ha bisogno in particolare di una classe: il proletariato, senza riuscire però in nessun modo ad appagare i bisogni di questa classe, al contrario, questo non è possibile per l'essenza stessa del modo di produzione capitalistico.
L'inconciliabilità economica fra queste due classi, una reazionaria e parassitaria, l'altra progressista e in grado di emancipare se stessa e l'intera umanità, si riflette quindi anche sul piano ideale, nello scontro sovrastrutturale fra la concezione borghese del mondo e quella proletaria.
In effetti sono solo queste due "scuole" a contendersi l'egemonia delle masse e fintanto che esisterà il conflitto fra questi due gruppi sociali antagonisti ed inconciliabili tutto ruoterà intorno a questa contraddizione, tanto che in ultima analisi, tanto nel capitalismo, quanto nella sua negazione dialettica inevitabile, cioè il socialismo, "ogni pensiero, senza nessuna eccezione, porta un'impronta di classe"
(Mao
).
Gli esseri umani quando nascono si trovano quindi in rapporti sociali indipendenti dalla loro volontà ed in questa fase storica, l'imperialismo, sono soggetti alla lotta tra il progresso e la reazione, indipendentemente dalla loro volontà individuale e dal fatto che ne siano coscienti o meno.
Nascendo però nel seno della società capitalista, il proletariato può acquisire la sua concezione del mondo per così dire solo "dall'esterno", cioè grazie ad un autentico Partito comunista, come diceva Lenin. Da solo il proletariato può arrivare nella lotta per il nuovo mondo fino ad un certo punto, ma non riuscirà mai a capire davvero chi sono gli amici, quali i nemici, che strada bisogna percorrere e così via.
La lotta di classe genera quindi i marxisti-leninisti, i quali perciò, per trasformare il mondo nel fuoco della lotta di classe e per fare acquisire alla classe operaia coscienza di essere classe per sé (e non solo in sé) essendo a loro volta nati nell'epoca del capitalismo e quindi influenzati dalla borghesia in ogni modo (marxisti-leninisti non si nasce, ma si diventa) hanno il dovere di studiare, giacché senza questa condizione fondamentale non potrebbero mai acquisire a loro volta la concezione proletaria del mondo e finirebbero per essere travolti, magari in perfetta buona fede, dalla borghesia e dalle sue varie pallottole oltre che dalle teorie falsocomuniste inculcate nel movimento operaio dai finti capi operai al servizio dei capitalisti.
L'importanza dello studio
Ecco perché il compagno Scuderi ed il PMLI in generale insistono da sempre sul concetto dell'importanza dello studio, non bisogna mai sentirsi "arrivati" nella ripulitura ideologica, per fare compiere alla società il salto di qualità del passaggio dal capitalismo al socialismo e da questo al comunismo è necessario impugnare l'arma dello studio, altrimenti non potranno mai essere sconfitti i nemici del popolo, poiché mai il Partito riuscirà bene a spiegare alle masse come stanno le cose e quindi porsi alla testa del proletariato.
Ribadita quindi mirabilmente ed in maniera sintetica la decisiva importanza rivoluzionaria dello studio per la trasformazione del mondo, cioè il perché bisogna studiare, il compagno Scuderi si sofferma sul chi deve studiare, cosa si deve studiare, come farlo al meglio, tanto a livello individuale che collettivo, ribadendo quindi che essendo lo studio una questione decisiva, esso costituisce un dovere marxista-leninista.
Non solo quindi bisogna studiare ma dobbiamo farlo tutti indistintamente, sempre e ad ogni costo, dirigenti, militanti e simpatizzanti del PMLI, in particolare gli operai membri del Partito che devono diventare degli "intellettuali operai" anche per evitare che il PMLI cambi di colore politico, cosa che può avvenire prima, durante e dopo la rivoluzione socialista, se non si prendono le adeguate contromisure, cosa possibile appunto acquisendo la concezione proletaria del mondo, per combattere la borghesia e i revisionisti comunque camuffati: "Bisogna che gli operai del Partito diventino attraverso lo studio, come indicava Lenin, degli “intellettuali operai”, dei marxisti-leninisti completi anche sul piano culturale affinché sappiano tenere in pugno la lotta ideologica e politica nel Partito e fra le masse" ribadisce con forza il massimo dirigente del PMLI.
Entrando nel merito dell'oggetto di ciò che deve essere studiato al primo posto vi è certamente il marxismo-leninismo-pensiero di Mao, che altro non è se non la punta di diamante, quanto di meglio ha prodotto nella teoria e nella pratica, il movimento operaio dalle origini ai giorni nostri.
Prodotto dalla lotta di classe tra la borghesia ed il proletariato, ha avuto in particolare tre fonti che hanno portato Marx ed Engels a gettare i germi della "nuova e geniale concezione del mondo"
, come diceva Lenin: l'economia politica inglese, il socialismo francese e la filosofia classica tedesca.
Esso funge tanto da telescopio quanto da microscopio, senza mai diventare un dogma (il dogmatismo non è marxismo e non lo è mai stato, se ne facciano una ragione i nemici del PMLI che un giorno si e l'altro pure ci accusano di "settarismo" e appunto di "dogmatismo"). È un'arma di combattimento del proletariato prodotta dalla base materiale della società capitalista, imprescindibile per annientare il nemico di classe, inquadrare i problemi generali, le contraddizioni principali, ma anche ciò che avviene nel particolare, in un determinato contesto, economico, politico, sociale, di vita, lavoro e studio delle masse.
Insomma non bisogna discostarsi dal marxismo-leninismo-pensiero di Mao nemmeno di un millimetro e bisogna saperlo applicare sia nelle questioni di carattere più che generale che in quelle concrete e particolari.
Studio e lotta di classe
Ma da solo purtroppo questo studio non è sufficiente, occorre studiare ovviamente la linea generale e di massa del PMLI per imparare a saperla applicare nel fuoco della lotta di classe, difendendola con le unghie e con i denti indipendentemente dal fatto che il PMLI in quel dato contesto sia in una posizione a volte di estrema minoranza, questo perché ciò che piccolo tende a prendere il posto di ciò che è grande, il nuovo del vecchio e ciò è giusto di ciò che è sbagliato.
Naturalmente non è possibile sottrarre le masse alle influenze borghesi, propinate dai potenti eserciti della scuola borghese, della stampa, dei sindacati collaborazionisti, dei partiti del regime neofascista di destra e di "sinistra", con e senza le stelle, se non si conosce a dovere la scienza della rivoluzione e quindi la situazione reale vissuta dalle masse tanto a livello internazionale quanto nazionale e locale e se non si conoscono le varie teorie borghesi in ogni campo del sapere, le quali, portano sempre un'impronta di classe e possono essere deleterie e questo vale anche per le teorie scientifiche borghesi, che possono far rientrare dalla finestra l'idealismo in qualunque momento.
Ma com'è possibile smascherarle se non le si conosce?
Naturalmente bisogna sempre stare attenti a non confondere le contraddizioni in seno al popolo con quelle antagoniste, bisogna unire intorno alla linea della Partito e non dividere ed essere modesti e avveduti, allievi e maestri delle masse e non dei saputelli borghesi con la testa girata verso un passato glorioso da contemplare. Il PMLI non è nostalgico di un bel niente e non ha "alcun ideale da realizzare", esso è l'avanguardia cosciente, compatta, preparata, composta dai figli migliori della classe operaia, profondamente radicata fra le masse, che devono caricarsi sulle spalle i fardelli più pesanti, servire il popolo ed acquisire quelle caratteristiche indicate da Mao e riportate su "Il Bolscevico", per conoscere i problemi delle masse, aiutare a risolverli, accumulare le forze per far esplodere la rivoluzione proletaria che andrà poi difesa prendendo a modello l'ultimo capolavoro di Mao, la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria cinese, unico antidoto possibile alla controrivoluzione.
In questo quadro, tanto nelle questioni nazionali che locali, tanto nella vita interna di Partito che nel rapporto con le masse, rimangono sempre attuali le parole d'ordine marxiste-leniniste: "Studiare, capire, agire", "Tenere in pugno l'iniziativa politica", "Forgiare l'anello mancante" (per dare al PMLI un corpo da Gigante Rosso con il radicamento) e soprattutto "Studiare, concentrarsi sulle priorità, radicarsi" (e viceversa) .
Come si fa a pensare di non conoscere non solo il marxismo-leninismo e la linea del PMLI, ma anche la realtà concreta nella quale si opera? Come si può essere così ingenui da credere di poter attrarre le masse più attive e combattive di un determinato contesto sociale se non si conoscono le condizioni oggettive e soggettive e le contraddizioni di quel contesto medesimo? Come potrebbe andare avanti e con successo la lotta di classe e quindi la Lunga Marcia politica e organizzativa del PMLI sulla via dell'Ottobre senza la conoscenza del mondo reale in tutte le sue varie sfumature?
Ecco perché la militanza marxista-leninista è una vera scelta di vita, che comporta l'affrontare giorno dopo giorno una strada tutta in salita e piena di insidie e difficoltà, ma è l'unica strada, non esiste una terza via tra capitalismo e socialismo, per distruggere l'imperialismo e lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e avanzare verso il comunismo.
Naturalmente vale il principio dialettico del passaggio della qualità in quantità e viceversa, non bisogna leggere migliaia di libri e cadere nel nozionismo (deleterio quanto la non conoscenza), ma acquisire la capacità di analizzare e risolvere i problemi nel quadro della lotta di classe, non stancandosi mai quindi di studiare e di fare un'analisi concreta della situazione concreta che ci si trova di fronte, con l'obiettivo, passo dopo passo, di combattere i nemici del popolo, senza sbandare a destra e a "sinistra", una volta individuata la contraddizione principale di un determinato contesto nell'ambito del fronte unito sforzarsi di unire la sinistra, annullare il centro e neutralizzare la destra.
Se tutto questo non avviene e sempre più ad un livello qualitativo superiore, non solo non si avanzerà di un millimetro nella lotta di classe, ma si rischia, avverte il compagno Scuderi, di finire inevitabilmente sotto l'influenza della borghesia e dei suoi servi o tutt'al più (che poi è lo stesso) di essere ininfluenti e insignificanti nella lotta contro il nemico di classe!
Cosa che un marxista-leninista non può permettersi, mai, sostanzialmente perché cesserebbe di essere un vero marxista-leninista!
Si tratterà allora a quel punto di "curare la malattia per salvare il paziente"
attraverso la critica e l'autocritica. (Si veda il fondamentale capitolo "La Lotta fra le due linee all'interno del Partito" contenuto nel Rapporto dell'Ufficio politico al 3° Congresso nazionale del PMLI, presentato dallo stesso Scuderi).
Come studiare
Il compagno si sofferma poi sul come studiare, la qual cosa può apparire scontata a chi guarda il mondo con superficialità, ma non è così se si va con l'uso della dialettica dritti alle contraddizioni inerenti le cose, come appunto fa Scuderi.
Il come studiare è importantissimo sul piano concreto dell'agire politico andando incontro alle masse (non bisogna mai dimenticare che "il popolo e solo il popolo è la forza motrice che crea la storia del mondo"
, Mao
) sia perché solo imparando da esse possiamo conoscere la realtà della loro condizione di vita, ma anche perché il Partito "respira" e assimila la realtà sociale nella quale opera solo attraverso il rapporto diretto con le masse e la partecipazione alla lotta di classe, guai a prediligere la tastiera al megafono o a prendere per buoni solo i dati snocciolati dai mass media al servizio del regime neofascista per conoscere le condizioni di vita del nostro popolo.
Tanto a livello ordinario che in casi straordinari non si può prescindere dal contatto diretto con le masse e questo quindi vale anche per lo studio e le inchieste da effettuare.
Esiste poi lo studio programmato per tempo, che serve a colmare quelle lacune che ognuno è conscio di avere e che si pratica quando si è più liberi o in determinati contesti lavorativi o di riposo: "Riassumendo, sia coi libri, sia con le inchieste, sia con la partecipazione alla lotta di classe bisogna studiare sempre, ogni giorno, e per tutta la vita, senza mai stancarsi”, sintetizza Scuderi.
Il Segretario generale del PMLI si sofferma poi su un altro aspetto dello studio, non meno rilevante ai fini della vita stessa del Partito e quindi del trionfo del socialismo: l'importanza tanto dello studio individuale, quanto collettivo.
Se non si uniscono dialetticamente le due tipologie diventa difficile uniformare le varie istanze di Partito, che andrebbero incontro quindi ad inevitabili contraddizioni se non alla paralisi vera e propria.
Frutto del capitalismo è poi la contraddizione fra il lavoro manuale e quello intellettuale, quindi i compagni non operai con un livello di istruzione superiore borghese e con una conoscenza più dettagliata della linea generale e di massa del PMLI e quindi del marxismo-leninismo, devono avere a cuore lo sviluppo della conoscenza da parte dei membri operai del PMLI, con lo scopo di portarli ad essere, come dicevamo, degli "intellettuali rossi", tenendo a mente che i membri operai devono essere l'ossatura del Partito essendo quest'ultimo l'organizzazione politica di questa classe e solo di questa, all'interno della quale sono poi ammessi anche membri appartenenti non direttamente al proletariato, in base a quanto previsto dallo Statuto.
Il brillante e potente (come sempre) discorso di Scuderi quindi in conclusione riafferma con forza l'importanza dello studio per i marxisti-leninisti, senza il quale il PMLI brancolerebbe nel buio e non potrebbe mai condurre vittoriosamente il proletariato alla conquista del potere politico.
Esso precede e prepara l'azione politica, quindi la segue per farne un bilancio e così via, giorno dopo giorno, battaglia dopo battaglia. Noi marxisti-leninisti come dice Scuderi: "Dobbiamo mettere la politica al primo posto, e il lavoro ideologico e lo studio in cima alla politica".
Applichiamo le indicazioni del compagno Scuderi sul rosso studio rivoluzionario per trasformare il mondo e noi stessi!
Dotiamo il PMLI di un corpo da Gigante Rosso!
Avanti con forza e fiducia sulla via dell'Ottobre verso l'Italia unita, rossa e socialista!
Coi Maestri e il PMLI vinceremo!
5 febbraio 2020