Miglioriamo il nostro studio seguendo e mettendo in pratica le indicazioni di Giovanni Scuderi

 
di Franco Montagne
Qui di seguito pubblichiamo il parere del compagno Franco Montagne della provincia di Reggio Calabria sul discorso del compagno Giovanni Scuderi dal titolo “Bisogna studiare per trasformare il mondo”. Tale parere è stato richiesto al compagno Montagne, che è stato ammesso al Partito un mese fa, dal Centro del PMLI.
 
Il nostro amato compagno Segretario generale Giovanni Scuderi è il più grande discepolo di Mao Zedong. Un marxista-leninista autentico che ha dedicato la sua vita e profuso tutto il suo impegno e le sue energie per la nobile causa del socialismo in Italia.
Militanti e dirigenti a ogni livello sono molto fortunati a poter contare sulla sua saggia guida, sulla sua preziosa esperienza e sui suoi validi consigli.
Sul numero 4/2020 de “Il Bolscevico” è stato pubblicato un discorso da lui pronunciato il 15 dicembre 1984 in occasione della giornata di studio sulla linea giovanile del PCI e della FGCI.
Da qualche settimana il Partito ha lanciato una vitale campagna di studio per trasformare la propria concezione del mondo, accompagnata da un’ampia bibliografia che comprende le opere dei cinque Maestri dedicate al materialismo dialettico e al materialismo storico che andrebbero lette e studiate approfonditamente non solo dai membri e dai simpatizzanti del PMLI ma da chiunque abbia seriamente intenzione di trasformare il mondo e se stesso.
Cosa significa questo? Significa che viviamo ancora nell’epoca della borghesia che è la classe dominante, che non solo detiene il potere politico, ma ha una cultura propria che esercita in tutti i campi da quello ideologico a quello filosofico e che investe il modo di pensare dei singoli individui. Spiega Mao, “nella società divisa in classi, ogni individuo vive come membro di una determinata classe e ogni pensiero senza eccezioni, porta un’impronta di classe”.
Entrare nel PMLI, esserne membri, non ci immunizza automaticamente dalla concezione borghese del mondo, che purtroppo ci portiamo dietro sin dalla nascita, concezione questa, che ci viene propinata giorno dopo giorno attraverso i mezzi di comunicazione e che inevitabilmente viene portata all’interno del Partito del proletariato.
Perché bisogna studiare il materialismo dialettico e il materialismo storico?
Perché la concezione proletaria del mondo è fondata su questo sistema filosofico che si contrappone nettamente alla concezione borghese del mondo, fondata sull’idealismo e sulla metafisica.
Come possiamo dunque trasformare la concezione borghese del mondo che pone al centro l’individualismo, l’egoismo, l’arricchimento personale e lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, nella concezione proletaria del mondo che pone al centro l’uguaglianza sociale e il benessere dell’intera collettività? Studiando assiduamente e sistematicamente le opere di Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao; solo così facendo saremo in grado di acquisire nel tempo e con la pratica quella cultura che è propria del proletariato.
Studiare ci permette inoltre di elevare la nostra cultura e la nostra coscienza politica e ci aiuta a combattere efficacemente il capitalismo, il dogmatismo, il liberalismo, il riformismo, il revisionismo moderno e tutte quelle tendenze piccolo-borghesi che potrebbero affiorare all’interno del PMLI per fargli cambiare colore.
Nella breve premessa al suo discorso Scuderi va subito al dunque e non le manda di certo a dire. Non è assolutamente soddisfatto del modo in cui si studia. Questo problema riguarda non solo i singoli compagni ma tutte le istanze di Partito. Prima di prendere “il toro per le corna” e indicarci il metodo di studio dialetticamente corretto, il Segretario generale ci avverte che tale problema non si esaurirà mai, anzi si ripresenterà in futuro e andrà nuovamente affrontato.
“Dobbiamo studiare perché l’impegno fondamentale che ci siamo assunti è quello di sconvolgere il vecchio mondo, di rovesciarlo e di costruirne uno nuovo, la società socialista”.
L’inizio è perentorio, ma diciamo la verità: studiare non è piacevole per nessuno almeno non come lo può essere andare a ballare o giocare a carte con gli amici. Studiare costa tempo e fatica, specialmente quando si ritorna stremati dal lavoro dopo turni massacranti, tuttavia è uno sforzo assolutamente necessario che bisogna compiere, altrimenti come si può pensare di rovesciare il vecchio mondo e la società capitalista se non si è teoricamente preparati, se non si conoscono a fondo le leggi oggettive che regolano il movimento rivoluzionario, se si capisce poco o nulla di politica? La battaglia tra borghesia e proletariato va condotta sul piano politico ma non dobbiamo mai dimenticarci di condurla sul piano ideologico: per questo tutti indistintamente dobbiamo studiare (dirigenti, militanti e operai) non solo come atto d’amore verso le masse, il proletariato e la rivoluzione socialista, non solo per tenere fede all’impegno preso volontariamente ma anche per non restare subalterni alla borghesia.
“Anzitutto bisogna studiare il marxismo-leninismo-pensiero di Mao che costituisce il microscopio e il telescopio dei marxisti-leninisti e del proletariato rivoluzionario”.
Allo stato attuale non esiste altro pensiero che possa esprimere meglio gli interessi economici politici e sociali del proletariato. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao racchiude il bilancio storico del movimento operaio internazionale, un patrimonio immenso dal valore teorico-pratico inestimabile che bisogna sapere utilizzare. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non va concepito come un dogma ma come guida per l’azione da applicare in situazioni concrete per risolvere problemi concreti, ecco perché è necessario allo stesso tempo conoscere e studiare a fondo l’ambiente in cui si opera.
Proseguendo nel suo discorso Scuderi ci avverte che studiare solo il marxismo-leninismo-pensiero di Mao non è sufficiente, bisogna studiare anche la linea politica del PMLI, bisogna leggere Il Bolscevico (il più grande libro di storia che il proletariato abbia mai avuto) entro e non oltre le 48 ore dalla sua uscita dando priorità agli articoli più importanti; leggere poi qualche giornale borghese, i documenti del Partito, condurre inchieste scendendo tra le masse per conoscere umori e rivendicazioni e raccogliere dati di prima mano. Infine, bisogna partecipare attivamente alla lotta di classe per fare esperienza, dice Mao: “Da dove provengono le idee giuste degli uomini? Cadono dal cielo? No. Sono innate? No. Esse provengono dalla pratica sociale e solo da questa… nella loro pratica sociale gli uomini si impegnano in vari tipi di lotta e acquistano una ricca esperienza, sia dai successi che dagli insuccessi”.
Se si vuole riuscire nel proprio lavoro rivoluzionario e arrivare ai risultati previsti, le nostre idee devono corrispondere alla realtà oggettiva che ci circonda, diversamente falliremo; ma essendo la sconfitta madre del successo, riceveremo i giusti insegnamenti per correggere le idee errate e trasformare successivamente la sconfitta in vittoria.
Nel nostro studio però non dobbiamo commettere l’errore di essere unilaterali: “Bisogna studiare attentamente le posizioni della borghesia e dei revisionisti. Naturalmente non bisogna studiarle per imparare da esse, ma per individuarne i punti deboli e per trovare le forme, i modi e i mezzi per smascherarle e mostrarne l’erroneità”.
Così facendo saremo in grado di portare avanti coerentemente la linea politica del PMLI e di difenderla dagli attacchi che la borghesia sferrerà al fine di capovolgerne l’orientamento.
Tra i diversi tipi e le varie forme di studio individuate da Scuderi, quello collettivo merita un’attenzione particolare. Ci spiega infatti che sarebbe utile riunirsi almeno una volta al mese (a livello di Cellula) per discutere e approfondire importanti vedute ideologiche e politiche del Partito e uniformarle con le varie istanze. Non si deve dimenticare che i futuri dirigenti della rivoluzione socialista in Italia saranno gli operai, che avendo un grado di istruzione inferiore rispetto agli intellettuali, faranno fatica a comprendere e assimilare determinati concetti senza essere aiutati, per questo motivo l’educazione politica degli operai membri è considerata dal PMLI una questione strategica di fondamentale importanza.
“Io non so se un giorno riusciremo a creare una scuola di Partito centrale a cui tutti i compagni a turno possano partecipare. Sarebbe molto bello. Purtroppo attualmente è impensabile realizzare una cosa del genere, però è possibile cominciare a studiare fin da oggi in maniera programmatica e sistematica”.
Chissà che un giorno questo obiettivo del nostro compagno Segretario generale non si realizzi, sarebbe per tutti una grande vittoria politica, ideologica e culturale. Nel frattempo facciamo tesoro delle sue preziose indicazioni, impegnandoci sin da subito a studiare di più e meglio, gioverà al Partito, gioverà al nostro lavoro politico locale.

12 febbraio 2020