Commento al discorso di Giovanni Scuderi dal titolo “Bisogna studiare per trasformare il mondo”
“Seguiamo l'esempio dei Maestri e del Segretario generale Scuderi che hanno dedicato la loro vita alla causa internazionale del proletariato e proseguiremo con fiducia verso l'Italia unita, rossa e socialista”

 
di Vincenzo – Nola (Napoli)
Fattore fondamentale per trasformare la propria concezione del mondo in senso proletario è lo studio in generale e del marxismo-leninismo-pensiero di Mao, in particolare.
Nella società dominata dalla cultura borghese vengono divulgati da mass-media televisivi, spettacoli di scadente qualità, con il proposito di far presa sulla coscienza collettiva, omologarla e dirigerla verso le esigenze del mercato che è l’alfa e l’omega della ideologia capitalista.
La stampa è asservita al grande capitale e assolda alle proprie dipendenze un esercito di bottegai pennivendoli di chiaro segno antiproletario ed antimarxista-leninista.
La “democrazia repubblicana”, anziché dar voce a tutte le istanze sociali, conferma di essere il “migliore involucro del capitalismo”, anche da un punto di vista di egemonia sulle masse, esercitata grazie all’“autorevolezza” dei vari scribacchini assoldati da chi detiene il potere.
Per combattere un esercito è necessario averne un altro almeno di pari portata ed è questo a cui dobbiamo mirare, altrimenti la lotta sarà sempre monca da una parte.
Dato, dunque, che viviamo in una società imbevuta di cultura della classe dominante, abbiamo il dovere di estromettere dalla mente ogni residuo di questa concezione se vogliamo operare nel senso della trasformazione del mondo e dell’abbattimento della società capitalista.
“Se non prendiamo dei controveleni ogni giorno finiamo facilmente avvelenati e influenzati dai nemici di classe”, afferma Scuderi nel suo discorso “Bisogna studiare per trasformare il mondo” ripubblicato sul n. 4/2020 de “Il Bolscevico”.
È necessario riappropriarsi della spada del marxismo-leninismo-pensiero di Mao per trafiggere a morte la brodaglia culturale del profitto, del mercato della concorrenza e dello sfruttamento, la spada gettata dai rinnegati revisionisti.
Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao costituisce il microscopio e il telescopio dei marxisti-leninisti e del proletariato rivoluzionario.
Se vogliamo vedere le cose come stanno effettivamente, se vogliamo indagare a fondo sulle questioni che sono sul tappeto, bisogna ricorrere a questo microscopio che è il marxismo-leninismo. Se invece vogliamo vedere lontano, sapere quali saranno gli sbocchi delle tendenze attuali, ricorreremo al telescopio, ugualmente rappresentato da questa brillante teoria. La teoria marxista-leninista non è un dogma ma una guida per l’azione. Essa non è finita con i cinque Maestri storici, ma potrà avere ulteriori sviluppi attraverso le nuove esperienze della lotta di classe e le ulteriori vittorie della rivoluzione socialista sia italiana che di altri paesi”, afferma Scuderi.
Nell’ottava Tesi su Feurbach Marx scrive: “La vita sociale è essenzialmente pratica. Tutti i misteri che sospingono la teoria verso il misticismo, trovano la loro soluzione razionale nella prassi umana e nella comprensione di questa prassi”.
Le relazioni di vita, svolgendosi essenzialmente nell’ambito della struttura sociale, esigono una teoria che le illumini, una teoria che parta dalla capacità di capire e valutare l’attività che l’essere sociale svolge al suo interno e di cui le masse, con gli operai in testa, devono far propria.
L’acume, l’intelligenza, la tattica, la strategia si sviluppano nel movimento reale.
Il metodo per ricavare dalla pratica la guida per l’azione sono il materialismo storico e dialettico.
Il materialismo è l’antitesi dello spiritualismo, della concezione borghese che considera l’Idea derivante dallo Spirito.
Il materialismo, che si oppone a questa concezione idealistica, è stato ideato da Marx ed Engels, sviluppato da Lenin e Stalin e ha trovato il suo coronamento con il pensiero di Mao, prima del tradimento per mano dei revisionisti.
Lo studio dei Maestri, teorici di questa concezione, è di fondamentale importanza.
Per Lenin “l'esistenza di ciò che è riflesso, indipendentemente da ciò che riflette (cioè del mondo esterno indipendentemente dalla conoscenza che se ne ha), è l’assunto fondamentale del materialismo” (Materialismo ed Empiriocriticismo).
Sempre per Lenin “La conoscenza nasce dall’ignoranza” .
Quale postulato è più illuminante per farci comprendere l’importanza dello studio?
Se noi studiamo è perché sentiamo la necessità di conoscere cose di cui ignoravamo l’esistenza, o migliorare la conoscenza di fatti di cui avevamo solo una competenza parziale.
Uno studio metodico non deve essere fine a se stesso, non deve mai fermarsi alle apparenze o giungere a un approdo definitivo: il materialismo aborrisce le verità definitive.
Per questo non è un dogma. Esso è la legge che studia il movimento dei fenomeni della natura e della società e questo in un ciclo continuo, infinito, che non si ferma mai, in una rete di tesi e antitesi, nuove tesi e nuove antitesi che si dispiegano nel corso storico.
Nemmeno dopo la conquista del socialismo e poi del comunismo, si dipanano le contraddizioni inerenti le cose, le “contraddizioni tra il giusto e l’ingiusto” , come insegna Mao.
Non esiste in natura o in società alcun fenomeno che, in determinate condizioni, non si trasformi nel suo opposto: questo vale sempre, anche nella nostra vita personale. Una volta afferrato questo concetto le porte alla comprensione sono spianate.
“La borghesia ha la sua cultura, filosofia, “scienza” per conservare questa società e questo mondo, il proletariato ha la sua cultura, filosofia e scienza per rovesciare la società borghese e trasformare il vecchio mondo. Non esistono vie di mezzo, una terza cultura; su questo bisogna essere chiari e precisi. Il marxismo-leninismo-pensiero di Mao è la nostra più grande ricchezza, ed è l’unica arma dal punto di vista teorico e scientifico che noi possediamo per capire e rovesciare il vecchio ordinamento economico, sociale e istituzionale”.
L’idealismo e la metafisica (ideologia borghese), invece, considerano le cose isolatamente le une dalle altre, senza alcun movimento e collegamento, riconoscono soltanto le modificazioni come aumento o diminuzione o semplice spostamento, non come trasformazione di una qualità in un’altra.
Questa è la concezione conservatrice della classe capitalista e della Chiesa che ormai da più di due secoli combattono contro l’emancipazione del proletariato e lo incatenano, per evitare il progresso sociale.
“Occorre studiare anche la linea politica del PMLI attraverso i documenti ufficiali e 'Il Bolscevico'. Lo studio dell’uno senza l’altro non è sufficiente e non sarebbe in grado di aiutarci ad assolvere i nostri compiti rivoluzionari. Quando esce un documento del Partito, va subito letto con diritto assoluto di precedenza, sia a livello personale che collettivo. Quando esce Il Bolscevico deve essere letto entro 24 ore, al massimo entro 48. Certo non subito dall’A alla Z, ma cominciando dagli articoli più importanti, come ad esempio gli editoriali di politica interna e internazionale. Se non si studia il marxismo-leninismo-pensiero di Mao e la linea politica del Partito appassiamo facilmente, invecchiamo, giriamo a vuoto intorno a noi stessi e siamo già quasi preda della borghesia e dei revisionisti”, afferma sempre Scuderi.
Giornale e linea politica, come pranzo e cena per il marxista-leninista.
Il giornale svolge un’ampia opera di propaganda, di acculturazione, di circolazione di idee. Ci rende chiaro il quadro della situazione nazionale ed internazionale, con redattori e collaboratori che lavorano nelle più diverse realtà. Ci rilancia la voce del comune cittadino assillato dai problemi.
Conoscendo in maniera approfondita le situazioni della loro zona danno un panorama completo dei fatti contingenti e ci regalano un orizzonte dove poter lanciare lo sguardo, un orizzonte che ci aiuta a camminare in vista del suo raggiungimento.
L’orizzonte è il socialismo, lo conseguiremo senz’altro, con passo a volte più sicuro, altre volte meno deciso, con salti e ripiegamenti.
Ma quale grande obiettivo, quale grande ideale è stato mai raggiunto senza ostacoli, senza inciampi, senza l’intralcio di chi ci vuole sbarrare il passo?
“La classe dominante borghese e i revisionisti hanno tanti mezzi ed esercitano la loro enorme influenza anche all’interno delle nostre fila, persino sul gruppo dirigente, oltre che sui militanti. Noi invece abbiamo poche armi per controbatterli. Non abbiamo radio, televisioni, quotidiani e periodici di larga tiratura, ecc. per combattere e respingere quotidianamente, ogni minuto l’influenza della borghesia e dei revisionisti ”.
Non abbiamo grandi mezzi di comunicazione, tranne il nostro glorioso “Bolscevico”, ma abbiamo grande ardore per battere l’influsso negativo degli sfruttatori e dei rinnegati.
Inoltre la linea del Partito indica bene come smascherare i revisionisti nelle file del Partito, tenendo una vigilanza sempre alta.
“Bisogna studiare facendo delle letture, sgobbando sui libri e sulla stampa”.
Letture che riguardano sia il marximo-leninismo-pensiero di Mao, sia come suggerisce lo stesso Mao, libri di cultura generale, come libri scientifici, pedagogici, filosofici.
È importante anche leggere quotidiani e libri della borghesia, perché dobbiamo sempre essere costantemente aggiornati delle idee e delle mosse della nostra classe nemica.
Per conoscere bene noi stessi, per puntare alla vittoria, dobbiamo conoscere e studiare bene l’avversario.
“Il libro è fondamentale, l’inchiesta è fondamentale, ancor più fondamentale è la partecipazione attiva alla lotta di classe. Attraverso la lotta di classe si impara, si conosce la realtà e si fa esperienza. Il problema semmai è quello di saper sistematizzare gli insegnamenti che ci pervengono da essa”.
“Le idee non nascono dagli alberi e il marxismo-leninismo non viene giù dal cielo, ma essi provengono dalla pratica sociale, dalla lotta di classe e dalla lotta per la produzione e la sperimentazione scientifica. Quindi bisogna partecipare attivamente alla lotta di classe per tradurla in un fatto culturale, di conoscenza e di idee”.
Questo lo abbiamo già detto: la vita sociale è essenzialmente pratica e le idee non scendono dal cielo, come pensano gli idealisti che camminano con la testa a terra e le gambe in aria, bensì vengono dalla pratica sociale di uomini che marciano con le gambe per terra e la testa in aria.
L’esperienza si fa partecipando attivamente alla lotta di classe, nelle fabbriche, nelle scuole, nella vita di ogni giorno, lì dove l’uomo comune combatte contro la prepotenza del capitale, contro i dogmi della scuola borghese, contro l’arroganza del padrone di casa, dell’usuraio, del banchiere, del burocrate.
La lotta di classe è lotta organizzata, disciplinata e condotta da un vero partito marxista-leninista a cui le masse devono unirsi: questo è il PMLI.
Le masse non tarderanno a comprenderlo nella continua complessità della vita giornaliera.
“Riassumendo, sia coi libri, sia con le inchieste, sia con la partecipazione alla lotta di classe bisogna studiare sempre, ogni giorno, e per tutta la vita, senza mai stancarsi Studio individuale e studio collettivo.
Vi sono due forme di studio: quello individuale e quello collettivo. Occorrono entrambi, perché lo studio individuale serve a soddisfare le esigenze personali, mentre lo studio collettivo serve a capire meglio una determinata questione e ad uniformare le vedute ideologiche e politiche del Partito e dei suoi singoli settori e istanze. Inoltre lo studio collettivo è anche un buon mezzo per compattare il Partito e le sue istanze. Lo studio collettivo dovrebbe essere svolto dalle istanze del Partito, specialmente dalle cellule, almeno una volta al mese. Bisognerebbe prendere l’abitudine di ritrovarsi mensilmente per discutere insieme un tema suggerito dalla lotta di classe, dalle questioni interne, dai documenti del Partito, dagli articoli de 'Il Bolscevico' e anche dai problemi personali e dell’azione concreta che stiamo portando avanti. Io non so se un giorno riusciremo a creare una scuola di Partito centrale a cui tutti i compagni a turno possano partecipare”.
Studiare è un dovere marxista-leninista, lo si faccia individualmente e contemporaneamente nelle istanze del Partito. Il lavoro collettivo è fondamentale e se la rivoluzione è un’opera collettiva, anche lo studio deve esserlo. Lo studio collettivo consente di migliorare la conoscenza di ciascuno, di colmare le lacune, di trovare nuovi spunti di riflessione. Non dobbiamo porci allo studio collettivo con supponenza, pensando di saperne più degli altri. Dobbiamo migliorarci, dobbiamo trovare quell’unità che al momento dell’azione sarà necessaria.
La proposta del Segretario generale Scuderi dello studio di gruppo da effettuarsi una volta al mese nelle istanze di base, nelle cellule, andrebbe vista come dovere irrinunciabile.
È dalla cellula che le varie parti del corpo dipendono. La funzionalità dell’intero Partito, della sua linea, dipendono dalla loro giusta interconnessione.
“Così come nessuno ci ha obbligati a diventare dei marxisti-leninisti, nessuno ci obbliga a studiare. Ma dal momento che abbiamo compiuto questa scelta di vita, dobbiamo comprendere che non si può essere marxisti-leninisti se non si studia”.
È la sintesi del discorso. Le scelte di vita sono essenziali nello sviluppo di una persona e vanno perseguite fino in fondo. Non si diventa padroni di nessun arco dello scibile se non con sacrificio e studio.
“Studiare non vuol dire stare dalla mattina alla sera sui libri. Il nostro compito principale è di fare azione politica, ma non ci può essere azione politica efficace e ben orientata senza lo studio, che precede e segue sempre l’azione”.
Ogni azione politica va sempre studiata. Lo studio va fatto prima. Lo studio non è solo quello generale, ma la teoria e la tattica del caso particolare, dell’azione specifica.
“Quando i nostri Maestri hanno studiato? Sempre e in tutto l’arco della loro straordinaria vita. Tuttavia quanto più la lotta di classe si sviluppava e avanzava la rivoluzione, tanto più producevano immensi sforzi di studio e di elaborazione per conoscere la nuova situazione, risolvere i nuovi problemi e orientare correttamente il corso della lotta di classe e della rivoluzione. Lo studio quindi è anche un riflesso, una prova dell’amore che si ha verso le masse e la rivoluzione socialista. Quanto più il Partito ha bisogno di risolvere dei problemi nuovi, tanto più deve accrescere lo sforzo nello studio. Se non si studia non si sviluppa la linea del Partito, non si tiene la testa della classe operaia e delle masse popolari, non si afferma il nostro Partito sugli altri. Specialmente per quanto riguarda i giovani, studiare non significa certo rinunciare allo svago, allo sport, alle esigenze associative. Il problema è di far rientrare lo studio nella nostra vita quotidiana. Dobbiamo mettere la politica al primo posto, e il lavoro ideologico e lo studio in cima alla politica. Su ciò bisogna essere coerenti e conseguenti. Tante sono le cose che si potrebbero dire ancora sullo studio, ma io penso che si possa concludere, che l’essenziale sia stato detto. Mi sembra che abbiate compreso che bisogna studiare di più e meglio. Abbiamo davanti un anno molto importante. Ci saranno le elezioni amministrative, dobbiamo lavorare per il grande balzo in avanti e abbiamo da preparare il 3° Congresso. E al Congresso dobbiamo arrivarci non da marxisti-leninisti incolti, ma da marxisti-leninisti preparati anche dal punto di vista ideologico e culturale. Io penso che sarà un bel Congresso nella misura in cui voi studierete di più e farete più azione politica”.
In base alla quantità di impegno che mettiamo nello studio si misura l’amore che abbiamo per le masse, per la rivoluzione e per il Partito.
“Scuotersi e studiare”, “fare” “duri” “sforzi”.
Mao ci invita a sottolineare queste tre paroline che dobbiamo tener ben vivide nella nostra mente e stampate a chiare lettere sulla porta di ingresso del nostro spirito rivoluzionario.
Più penne rosse avremo, più cultura conseguiremo, più unità trarremo e più saremo in grado di far arretrare l’esercito di scribacchini pennivendoli della classe dominante.
La storia è piena di casi in cui forze considerate minoritarie hanno costretto alla sconfitta truppe più numerose e meglio equipaggiate dal punto di vista del predominio di classe e culturale.
Quale esempio migliore dell’Ottobre 1917?
Proseguiamo fiduciosi su quella strada.
Seguiamo l’esempio dei Maestri e del Segretario generale Scuderi che hanno dedicato la loro vita alla causa internazionale del proletariato e proseguiremo con fiducia e più forti, verso l’Italia unita, rossa e socialista.

19 febbraio 2020