I sindacati confederali della scuola rompono con la ministra dell'istruzione sui precari
I sindacati lo scorso aprile, con il governo Lega-5 Stelle, avevano appoggiato l'iniziativa del presidente del Consiglio per la scuola e il precariato. Un'intesa che fermò inopinatamente uno sciopero già programmato, lasciando respirare il governo proprio alla vigilia delle elezioni europee. Dieci mesi dopo e l'avvicendamento di ben tre ministri i sindacati (e i lavoratori) si sono ritrovati a mani vuote, a conferma di come quell'apparente disponibilità era solo una mossa propagandistica del primo governo Conte.
Adesso al ministero dell'Istruzione siede Lucia Azzolina dei 5 Stelle, dopo che dalle dimissioni di Lorenzo Fioravanti è seguito lo “spacchettamento”, cioè la divisione da quello dell'Università e Ricerca. Fin da subito ha tenuto un atteggiamento provocatorio che ha portato rapidamente alla rottura. In riferimento ai sindacati ha detto: “scioperano dopo tre settimane dal mio insediamento. Mi hanno delusa. Scioperano perché vogliono sapere in anticipo le domande dei quiz del concorso, ma quella non è merce di scambio”.
Ovviamente le cose non stanno così. Le trattative sono state interrotte perché non ci si è trovati d'accordo sui quiz del concorso riservato a 24 mila precari da più di 36 mesi di cui presto dovrebbero arrivare i bandi, insieme a quelli del concorso per l’infanzia e primaria e quello ordinario per la secondaria, in totale 70 mila posti. Più in generale il ministro Azzolina ha rifiutato gran parte dei punti della piattaforma elaborata nel corso di un lungo confronto che ha portato all’intesa del 23 aprile scorso siglata dai sindacati con Giuseppe Conte che allora presiedeva l'esecutivo Lega-5 Stelle.
Questo concorso è stato definito “salva precari” poiché potrebbe stabilizzare migliaia di lavoratori con almeno tre annualità di servizio, anche non consecutive, svolte tra il 2008/09 e l’anno scolastico 2019/20 su posto comune o di sostegno. Le sue modalità comprendono 80 quesiti a risposta multipla a cui rispondere in 80 minuti di tempo. La prova valuta le competenze disciplinari relative alla classe di concorso (45 quesiti), le competenze didattico/metodologiche (30 quesiti) e la conoscenza dell'inglese (livello B2, 5 quesiti).
La ministra Azzolina vuole spacciare queste prove come selettive e necessarie, e ritira fuori la solita solfa dei sindacati che non vogliono accettare la “meritocrazia”. I sindacati rispondono che “non arriva una massa d'ignoranti” da sottoporre a prove di sfinimento, e il lavoro fin qui svolto dai precari deve ottenere un riconoscimento, anche per sopperire all'oggettiva mancanza di personale nella scuola. Ne sono una riprova i dati dell'ultimo anno scolastico, dove è stata raggiunta la cifra record di 187.688 supplenze.
Le cinque sigle sindacali: Cgil, Cisl, Uil, Snals Confsal e Gilda, in una conferenza stampa hanno accusato l'Azzolina di “bullismo ministeriale” attraverso una “batteria dei test” che servono "solo a sfoltire la rosa dei candidati e non a certificare il merito". I sindacati difendono chi già lavora e chiedono "la valorizzazione del servizio prestato, da valutare con più peso rispetto al punteggio della prova e la validità del servizio sul sostegno, anche senza titolo, per partecipare al concorso su posto comune".
Intanto venerdì 14 febbraio c'è stato il primo sciopero, indetto dai precari autorganizzati e dai sindacati di “base” Adl Cobas, Cub-Sur, Sgb, Usi-Cit. “Innanzitutto – spiega Riccardo Germani di Adl Cobas– chiediamo la stabilizzazione di oltre 180mila precari in considerazione del fatto che non viene rispettata la direttiva europea 70 del 1999 che prevede la stabilizzazione di tutti i lavoratori con 36 mesi di anzianità” come accade in tutto il pubblico impiego. “Siamo poi contrari all’alternanza scuola/lavoro: questa scuola precaria non avvicina gli studenti al mondo del lavoro ma li prepara già da giovani al mondo dello sfruttamento”.
Il problema sta proprio nell’assenza di un sistema organico e permanente di abilitazione e accesso all’insegnamento che crea i presupposti per la riproduzione e l'allargamento del precariato, come avvenuto finora con la moltiplicazione delle supplenze che si rende necessario ogni anno, come hanno denunciato i sindacati confederali. Intanto Cgil, Cisl, Uil, Snals e Gilda hanno anticipato al 6 marzo lo sciopero inizialmente indetto per il 17 marzo. Una protesta che mette al centro i diritti dei lavoratori e la stabilizzazione dei precari della scuola.
Tutti i sindacati, confederali e non, mettono sul piatto delle rivendicazioni anche il rinnovo dei contratti scaduti per i quali, al momento mancano le coperture economiche. Com'è noto i docenti italiani ricevono salari tra i più bassi d'Europa.
19 febbraio 2020