Inchiesta “Mensa dei poveri”
Arrestata Lara Comi (FI) per corruzione e finanziamento illecito
Ai domiciliari anche Orrigoni, uomo di Giorgetti
A poco più di sei mesi dall’inchiesta milanese “Mensa dei poveri”, che il 7 maggio scorso scoperchiò il sistema corruttivo messo in piedi da Lega e Forza Italia e portò a 95 indagati e 43 misure cautelari tra cui l’ex coordinatore di Forza Italia a Varese, Nino Caianiello, e l’allora candidato alle Europee con Forza Italia Pietro Tatarella; il 14 novembre su ordine del Giudice per le indagini preliminari (Gip) Raffaella Mascarino, sono finiti in manette (ai domiciliari) anche l’ex eurodeputata di Forza Italia, Lara Comi, accusata di corruzione, finanziamento illecito e truffa al parlamento europeo, e l’ad dei supermercati Tigros ed ex candidato a sindaco di Varese per la Lega, Paolo Orrigoni, molto vicino al numero due leghista Giancarlo Giorgetti, accusato di aver pagato una mazzetta da 50 mila euro per ottenere i permessi di costruzione di un nuovo punto vendita a Gallarate. Ma gli inquirenti indagano anche “il suo coinvolgimento in ulteriori vicende”: una riguarda l’apertura di un punto vendita a Solbiate Olona (è indagato per induzione indebita), l’altro al quartiere Baggio, periferia di Milano.
Agli arresti è finito anche l’ex direttore dell’Agenzia per il lavoro Giuseppe Zingale.
L’indagine, scrivono i Pubblici ministeri (Pm) Silvia Bonardi, Luigi Furno e Adriano Scudieri, coordinati dal capo della Dda di Milano Alessandra Dolci, fa “emergere la peculiare abilità dell’indagata nello sfruttare al meglio la sua rete di conoscenze per trarre, dal suo ruolo pubblico, il massimo vantaggio economico e di visibilità... Nonostante la giovane età — scrive ancora la Gip — Comi ha mostrato nei fatti una non comune esperienza nel fare ricorso ai diversi, collaudati schemi criminosi volti a fornire una parvenza legale al pagamento di tangenti, alla sottrazione fraudolenta di risorse pubbliche e all’incameramento di finanziamenti illeciti”.
La procura contesta a Comi di aver incassato il denaro retrocesso da un suo addetto stampa a cui l’allora parlamentare forzista aveva aumentato lo stipendio per poi farsi rendere duemila euro al mese.
“Comi — ha messo a verbale Caianiello — era recalcitrante a retrocedere una parte dello stipendio a Forza Italia, così escogitammo lo stratagemma di far maggiorare lo stipendio del giornalista”. Un contratto da 2.500 euro mensili viene stipulato anche a favore di Caianiello, ma senza informarlo. Comi deve poi rispondere di finanziamento illecito, insieme al presidente di Confindustria Lombardia, Marco Bonometti per due consulenze fittizie da 31 mila euro.
Allo stesso modo, Comi avrebbe conferito, sotto la regia di Caianiello e Zingale, una consulenza da 21 mila euro all’avvocato Maria Teresa Bergamaschi, per poi farsene restituire 10 mila. Un “regalo di Natale” per Zingale, a cui però il denaro non sarebbe mai arrivato.
E quando sospetta di essere sotto il mirino della magistratura la Comi consiglia a Bergamaschi: “Scarica Telegram (chat che permette la cancellazione immediata dei messaggi, ndr), se dovessero chiamarti non rispondere né al telefono, né agli sms, poi ti spiego”.
Gli affari più lucrosi, come ha dimostrato la prima parte dell'inchiesta, riguardavano gli appalti dell’Amsa, l’azienda dei rifiuti milanese, e il Piano di governo del territorio della Regione Lombardia che a maggio ha coinvolto 95 persone tra Lombardia e Piemonte; 43 le ordinanze di custodia cautelare di maggio: 12 in carcere, 16 ai domiciliari, 3 con obbligo di dimora e 12 con obbligo di firma. Per tutti, le accuse a vario titolo vanno dall' associazione a delinquere aggravata dall’aver favorito una cosca mafiosa, abuso d’ufficio, finanziamento illecito ai partiti e corruzione per spartirsi e aggiudicarsi appalti pubblici.
Tutto grazie a quella che i magistrati milanesi definiscono una “altissima capacità di influire sui vertici di diverse partecipate pubbliche” e al “senso di impunità derivante dalla possibilità di controllare direttamente vari settori delle istituzioni”.
26 febbraio 2020