Applaudito intervento di Andrea Cammilli al direttivo provinciale Filctem-Cgil di Pisa
"Non facciamoci paralizzare dal coronavirus. Non rinunciamo alla lotta sindacale e al diritto di sciopero"
Redazione di Fucecchio
Mercoledì 4 marzo si è svolto a Pisa il direttivo dei lavoratori del settore chimico-farmaceutico, tessile, energia, calzaturiero e manifattura iscritti alla Cgil. La riunione inevitabilmente ha avuto come principale tema di discussione il coronavirus e le sue conseguenze. Lo stesso Loris Mainardi, segretario provinciale di categoria, nella relazione ne ha ampiamente parlato, anche perché alcuni comparti della categoria come l'energia, ma soprattutto quelli legati alla moda come la lavorazione delle pelli, dei tessuti, delle calzature, esportano la maggior parte della loro produzione con una prevedibile ricaduta sull'occupazione e sui salari di migliaia di lavoratori della provincia.
Mainardi ha toccato anche i temi dell'emergenza migranti ai confini della Turchia con la Grecia e la Siria, del referendum sul taglio dei parlamentari (poi rinviato), delle richieste sindacali verso il governo per attivare "ammortizzatori sociali" anche per quelle categorie di lavoratori che non ne hanno e che potrebbero trovarsi in difficoltà per gli effetti del virus sull'economia. In mezzo ad alcune critiche non sono mancati gli elogi al Conte 2 per il taglio del cuneo fiscale in busta paga (o più correttamente l'estensione degli 80 euro di Renzi).
Anche il compagno Andrea Cammilli nel suo intervento ha portato alcune riflessioni sulla questione del coronavirus. A partire dalla responsabilità della Cina di Xi Jinping nel ritardare la diffusione della notizia, della UE che si è subito defilata lasciando gli Stati membri ad agire in ordine sparso, al governo italiano che con i suoi interventi contradditori ha contribuito ad accrescere l'ansia tra la popolazione. Continuando poi nello stigmatizzare il comportamento dei fascisti, anzitutto Salvini, Meloni e i loro media, che prima hanno alimentato paura e razzismo, per poi abbassare i toni quando è apparso evidente che proprio le maggiori regioni da loro governate, Lombardia e Veneto, erano i principali focolai dell'epidemia.
“Ma questa emergenza ha messo a nudo anche la fragilità del nostro sistema sanitario. Un sistema sempre più privatizzato, tanto che in Lombardia una fetta della sanità, appunto privata, serve solo per fare profitti ed è stata del tutto inutile e inutilizzata per questa emergenza - ha continuato il compagno - Una sanità pubblica colpita da continui tagli, dalla mancanza di personale che sta per essere affossata definitivamente dall'autonomia differenziata che, specie nelle emergenze come questa, mostra quanto sia inefficace avere 20 sistemi diversi, e dal welfare aziendale che toglie risorse al sistema pubblico”.
Cambiando argomento, Cammilli ha ricordato la sentenza del Comitato europeo dei diritti sociali che ha bocciato il Jobs Act. Come minimo dovevamo aspettarci una “Cgil battagliera, che fa pressing su governo, partiti e parlamento per chiedere immediatamente il ripristino dell'articolo 18”. Purtroppo però non si vede tutta questa voglia di riottenere i diritti perduti, ma si preferisce mantenere un profilo basso per non mettere in discussione i buoni rapporti del sindacato con il governo Conte 2.
Il compagno ha poi fatto un appello alla Cgil a non farsi paralizzare dal coronavirus e in nome di questo rinunciare all'azione sindacale e persino al diritto di sciopero. Così come non dovrà farsi imbambolare da qualche apertura e promessa di questo governo sul taglio del cuneo fiscale. Cammilli ha concluso il suo applaudito intervento con queste parole: “A Landini, che verrà a inaugurare una nuova sede Cgil nella nostra zona, dobbiamo dire: se sei coerente con quanto hai detto negli anni passati, rimetti al centro le lotte in difesa dei lavoratori e dei pensionati, a partire dall'abolizione del Jobs Act e della Legge Fornero, dalla lotta al precariato”.
11 marzo 2020