Vince Si Cobas e perde la Questura di Prato, che li aveva emessi contro due sindacalisti
Consiglio di Stato: “Illegali i fogli di via”
Il Consiglio di Stato ha bocciato il ricorso del questore di Prato Alessio Cesareo contro la decisione del Tar che aveva sospeso i “fogli di via obbligatori” emessi dalla questura nei confronti dei due sindacalisti del Si Cobas Sarah Caudiero e Luca Toscano, accusati “di aver organizzato manifestazioni non autorizzate che sarebbero potute sfociare in gravi disordini” davanti ai cancelli di aziende in lotta per il rispetto dei diritti dei lavoratori come le Tintorie DL, Fada, Superlativa e Panificio Toscano.
“Il provvedimento questorile – si legge nella sentenza – si presenta indeterminato nel presupposto applicativo, facendo riferimento a non meglio specificate condotte di violenza in occasione di manifestazioni sindacali, mentre la Sezione ha già chiarito, in consimili vicende, che il diritto della prevenzione e, in particolare, il foglio di via obbligatorio non può atteggiarsi a surrettizio, indebito, strumento di repressione della libertà sindacale e del diritto di sciopero e, in ultima analisi, in una misura antidemocratica”.
«È l’ennesima batosta per il questore Alessio Cesareo, la sentenza parla molto chiaro – commenta il Si Cobas – dove il questore Cesareo (lo stesso che il 23 marzo scorso in combutta con la prefetta Rosalba Scialla e il ducetto Salvini ha autorizzato la manifestazione di Forza Nuova per celebrare il 100° anniversario della fondazione del partito fascista ndr) e il sindaco Biffoni vedono illegalità da reprimere, un organo di massima autorevolezza e di rilievo costituzionale, vede esercizio democratico del diritto di sciopero e organizzazione sindacale. Cosa altro serve a far cessare la criminalizzazione dei picchetti ai cancelli delle aziende da noi promossi? Un motivo in più per ribadire a gran voce le richieste avanzate dalla Marcia per la Libertà del 18 gennaio: Cesareo si dimetta, e il sindaco Biffoni chieda scusa ai lavoratori”.
Rimane ancora aperta la lotta contro le ventuno multe, ciascuna di importo compreso fra i 1000 e i 4000 euro, inflitte a dicembre scorso ad altrettanti manifestanti e a due studentesse solidali che lo scorso 16 ottobre presero parte allo sciopero indetto dal Si Cobas alla tintoria Superlativa.
Le sanzioni a carico dei lavoratori in lotta sono state elevate sempre dalla questura di Prato sulla base dei decreti fascisti dei ducetti Salvini e Di Maio proprio per reprimere le proteste operaie.
Tali sanzioni rappresentano un attacco gravissimo, di stampo apertamente fascista, a tutto il movimento operaio e sindacale sia a livello locale che nazionale.
Un giro di vite che l’allora ministro dell’Interno e attuale aspirante duce d'Italia Salvini ha rivolto contro chiunque, nell’ambito di manifestazioni, scioperi, picchetti e proteste di piazza ostruisca la circolazione stradale, anche soltanto con il proprio corpo. E così nei “decreti sicurezza” costui ha vietato per legge quelle forme di lotta come i blocchi stradali e i picchetti, uniti allo sciopero, che sono forme di lotta efficaci per i movimenti di massa impegnati a difendere e a reclamare i propri diritti.
18 marzo 2020