Dove portano il federalismo neofascista e l'autonomia differenziata che pretendono a gran voce i governatori di Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna
Ecco le tragiche conseguenze dello smantellamento del Servizio Sanitario Nazionale
Le responsabilità della destra e “sinistra” borghesi
L'esplosione della pandemia prodotta dalla Sars-Covid 19 nel nostro paese ha messo a nudo le terribili conseguenze causate dallo smantellamento del SSN pubblico a tutto vantaggio dei pescecani capitalisti e dei loro profitti.
Nel passaggio dalla prima alla seconda repubblica neofascista determinante in tal senso è stata l'introduzione del federalismo, cucito su misura delle borghesie regionali che si sono arricchite a dismisura in questo ultimo ventennio grazie alla ''devoluzione'' dei poteri di controllo e di gestione da parte dello stato centrale alle regioni, la qual cosa non solo ha messo in crisi l'unità del paese e negato il diritto costituzionale alla Salute riconosciuto dalla Costituzione democratico-borghese del 1948 (ormai ridotta carta straccia) ma ha finito con l'acuire anche dal punto di vista sanitario il divario Nord-Sud e quindi la plurisecolare Questione Meridionale,che per noi marxisti-leninisti è la vera questione nazionale.
Tanto la destra quanto la ''sinistra'' del regime neofascista hanno contribuito negli ultimi decenni al passaggio al federalismo neofascista e agli scandalosi tagli multimiliardari alla sanità pubblica.
Negli anni '60 e '70 le grandi lotte popolari avevano conquistato, con la legge 833 del 1978, l'istituzione del SSN universale che prese il posto del precedente sistema delle mutue fondato sulla selezione di classe.
Naturalmente dal 1978 in poi non furono rose e fiori per le masse popolari, ma certamente rispetto al modello precedente vi era per il popolo italiano una garanzia maggiore per quanto riguarda il diritto alla salute.
Lo smantellamento del SSN ha inizio con il ministro PLI De Lorenzo all'inizio degli anni '90, che cominciò a trasformare le Usl in aziende sanitarie private.
L'avvento e il consolidamento della seconda repubblica capitalista, neofascista, presidenzialista, federalista e interventista unitamente ai diktat della UE imperialista, la quale, come si può vedere anche in questi drammatici giorni, è un vero mostro economico, politico, militare e istituzionale irriformabile e completamente asservito ai monopoli europei, hanno definitivamente affossato il SSN sull'altare dei tagli selvaggi al welfare a tutto vantaggio della sanità privata e quindi della legge del massimo profitto, smantellando il quadro unitario del Paese anche dal punto di vista sanitario, affidando alle corrotte e fameliche regioni la gestione della sanità a favore dei privati e delle borghesie regionali in particolare del Nord e affossando in termini di tagli, intrallazzi politico-mafiosi (che hanno portato a vere e proprie occupazioni militari degli ospedali del sud da parte delle mafie) negazione dei servizi erogati e smantellamento dei diritti tanto dei lavoratori del settore quanto dei pazienti.
Il famigerato pareggio di bilancio introdotto nel 2013 nella costituzione ha fatto diventare il liberismo la legge suprema dei governi europei con un'inaccettabile cessione di sovranità ai mercati e alla Ue e così insieme alle politiche antipopolari della UE hanno portato alla terrificante situazione odierna affossando di fatto il diritto alla salute delle masse.
Il punto è che il sistema capitalista non può fare a meno di ricercare il profitto in ogni settore, non poteva fare eccezione la sanità, ecco la causa fondamentale della mancanza di posti letto, personale medico e paramedico, attrezzature, sicurezza, la negazione del diritto di aborto per le donne, la chiusura degli ospedali, in conseguenza dei tagli e dello strapotere delle lobby sanitarie e delle cliniche private che hanno lucrato sulle spalle del popolo italiano intascando fra l'altro milioni di euro di soldi pubblici, sottratti al SSN, grazie ai governi locali e nazionali della destra e della ''sinistra'' del regime neofascista.
È del tutto evidente quindi che il diritto alla salute, come ogni altro bisogno materiale e intellettuale del popolo italiano non potrà mai essere garantito vigente il capitalismo e la dittatura della borghesia, sarà possibile solo nel socialismo.
Nel quadro della lotta contro il regime capitalista neofascista e l'infame ''autonomia differenziata'' appoggiata anche dalla ''sinistra'' borghese e per il socialismo il PMLI pratica da sempre un'ampia politica di fronte unito sulla base delle rivendicazioni contenute nel Nuovo Programma d'Azione riguardanti i servizi sanitari e socio-sanitari, che qui richiamiamo:
197) Diritto alla salute gratuito e universale per tutti.
198) Abrogare la controriforma sanitaria Bindi, legge n. 229 del 19 giugno 1999.
199) Sanità pubblica, universale, gratuita, gestita con la partecipazione diretta dei lavoratori e delle masse popolari, che disponga di strutture capillari di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione su tutto il territorio nazionale e sia finanziata tramite la fiscalità generale.
200) I finanziamenti destinati alla sanità pubblica devono costituire una cospicua percentuale del Prodotto interno lordo (Pil) e confluire in un apposito fondo nazionale gestito dalle masse popolari attraverso gli strumenti della democrazia diretta.
201) Abolire il "sanitometro", tutti i ticket sanitari e i contributi di malattia che gravano sul lavoro dipendente.
202) Nuovi parametri di distribuzione dei finanziamenti sanitari che tengano presente dell'ammontare dei residenti, lo stato e la capillarità delle strutture pubbliche presenti nelle varie zone del Paese, le necessità di prevenzione e le condizioni ambientali, le esigenze socio-sanitarie degli anziani, degli immigrati, dei disabili, dei portatori di handicap, dei tossicodipendenti, dei "malati di mente", privilegiando in ogni caso le regioni più povere e depresse e le periferie delle città.
203) Trasformare tutte le strutture private, accreditate e non, comprese le farmacie, in strutture pubbliche del Servizio sanitario nazionale (Ssn).
204) Nazionalizzare le industrie farmaceutiche.
205) Trasformare i farmacisti in operatori della sanità pubblica.
206) Revisione del prontuario farmaceutico del Ssn per abolire i farmaci doppioni, equivalenti ma di costo più elevato.
207) Abolire la libera professione dei medici ospedalieri esercitata dentro e fuori le strutture sanitarie pubbliche.
208) Assunzione a tempo indeterminato di un numero sufficiente di infermieri, medici, fisioterapisti ed operatori sociosanitari per coprire e potenziare gli organici di tutte le strutture sanitarie del Paese. Prevedere corsi di aggiornamento periodici e obbligatori per tutti, in orario di lavoro.
209) Realizzare un numero sufficiente di distretti sanitari, consultori e centri socio-sanitari, di ambulatori pubblici polispecialisti, di servizi di guardia e di continuità assistenziale, di servizi capillari di assistenza domiciliare per gli anziani e i disabili non autosufficienti, di presidi medico-preventivi sul territorio e nei luoghi di lavoro e studio.
210) Chiudere tutti gli ospedali psichiatrici e tutte le "istituzioni chiuse" per anziani, disabili, "minori a rischio", tossicodipendenti, handicappati fisici e mentali e loro trasformazione in consultori, centri sociali e strutture sanitarie autogestite.
211) Potenziare un servizio di emergenza territoriale che, tramite centrali operative e collegamenti informatici, coordini le disponibilità di posti letto delle strutture pubbliche e lo smistamento dei pazienti "urgenti". In tutte le isole minori e nelle zone scarsamente collegate alla rete di trasporto va istituito un servizio di Pronto Soccorso di alto livello e un servizio pubblico efficiente di eliambulanze.
212) Sviluppare la ricerca medica e biomedica, sganciata dal controllo della industria farmaceutica, adeguatamente sostenuta da finanziamenti statali e finalizzata a debellare malattie gravi come il cancro e malattie infettive come l'Aids e malattie rare, a sviluppare le tecniche del trapianto e a salvaguardare in generale la salute del popolo.
213) Depenalizzare la pratica dell'eutanasia. Lo stato deve garantire il diritto alla "morte assistita" nelle strutture sanitarie pubbliche quando questa sia chiesta spontaneamente e per iscritto, in modo lucido e ponderato, dai pazienti affetti da accertate malattie incurabili e in fase terminale, allo scopo di mettere fine a inutili e prolungate sofferenze causate dal cosiddetto "accanimento terapeutico".
214) Realizzare una capillare rete di strutture pubbliche di medicina preventiva che indaghi, individui e denunci pubblicamente le sostanze nocive o cancerogene presenti negli alimenti, nelle bevande, nei prodotti destinati a rientrare nella catena alimentare umana e animale (coloranti, polifosfati, estrogeni, anabolizzanti, ecc..).
215) Sottrarre al mercato privato la ricerca e le scoperte scientifiche in campo biomedico, vietandone la commercializzazione e la brevettabilità e impegnandovi adeguate risorse e strutture pubbliche e assicurando l'accesso gratuito per tutti alle cure che ne derivano.
216) Favorire la ricerca, le scoperte e la sperimentazione scientifiche concernenti l'uso delle cellule staminali e la clonazione di embrioni umani per scopi terapeutici contro le malattie degenerative.
217) Obbligo per le autorità competenti sanitarie e giudiziarie di intervenire per eliminare totalmente la presenza di sostanze nocive e/o cancerogene in tutte le fasi del ciclo di produzione e del consumo e per punire le sofisticazioni.
Per delegittimare, disgregare e distruggere le corrotte e irriformabili istituzioni del regime neofascista, anche nell'ambito della lotta per il diritto alla salute, occorre creare le istituzioni rappresentative delle masse fautrici del socialismo, basate sulla democrazia diretta, la parità di genere e a carattere permanente:le Assemblee popolari e i Comitati Popolari.
Per noi la lotta di classe per il socialismo e la conquista del potere politico da parte del proletariato (che è poi la madre di tutte le questioni) non deve fermarsi nemmeno in questi tragici giorni nei quali il nostro popolo è vittima dalla pandemia del coronavirus, perché non è vero che siamo tutti sulla stessa barca, la stessa pandemia ha messo a nudo quanto siano criminali il capitalismo e i suoi governi, occorre quindi pensare ai lavoratori e alle masse popolari, migranti inclusi, chiudendo le fabbriche per 15 giorni e remunerando lo stesso i lavoratori senza decurtazioni degli stipendi.
Bisogna opporsi alla sospensione dei diritti costituzionali, alla militarizzazione del paese, al divieto di sciopero, allo svuotamento della democrazia e del parlamento borghesi, alla dittatura del governo liberale trasformista Conte al servizio del regime capitalista e neofascista e della UE imperialista.
24 marzo 2020