A Verona lavoratori postali in prima linea nonostante il coronavirus
Corrispondenza di un militante della Cellula “1°Maggio-Portella 1947” di Palermo del PMLI momentaneamente a Verona per lavoro
Il coronavirus ha cambiato il nostro modo di vivere e gestire la vita. Anche a Verona ci sono stati molti contagi. E si sono prese molte decisioni drastiche. Quasi tutte le aziende e negozi sono stati chiusi per motivi sanitari. Ma nonostante tutto c'è chi lavora ancora. E non parliamo dei medici e farmacisti che lottano giorno dopo giorno in cerca di una cura o di salvare le vita delle persone.
C'è una categoria di cui non si sente parlare spesso, ovvero i lavoratori delle poste e i postini, che giorno dopo giorno affrontano con coraggio e perseveranza il rischio di contagio per portare avanti il loro lavoro.
Anche qui a Verona si continuava lavorare e sebbene finora non sembra ci siano stati segni di contagio la situazione rimane tesa e snervante. Sono stati presi vari provvedimenti, come l'uso obbligatorio di maschere e guanti, sono stati cambiati orari di lavoro per evitare assembramenti e imposto l'uso di disinfettante per mani.
Anche il rapporto con i clienti è cambiato in quanto non c'è più il contatto diretto. Il lavoro non sempre è facile in quanto c'è sempre la paura che il virus venga contratto. Eppoi, c'è sempre il rischio di infortuni sul lavoro. Inoltre hanno dovuto sospendere le assunzioni di giovani ctd (contratto a tempo determinato) per non correre il rischio che possano venire contagiati o contagino altri. E per i trasferimenti a livello nazionale si sta discutendo di sospenderli fino a nuovo ordine aumentando il livello di disagio e frustrazione di tutti quei colleghi che aspettavano il rientro nelle proprie terre d'origine.
I sindacati ci aggiornano su ciò che accade ma i tempi sembrano lunghi. Inoltre Verona, essendo vicino al confine con la Lombardia, è in pratica la città più a rischio di contagi rispetto ad altre città venete.
In attesa di miglioramenti, teniamo duro e resistiamo.
15 aprile 2020