Nominato a tempo record un unico assessore, il fidato Tiberio, per puri motivi formali. Ricorso al TAR dei “purgati” Tedeschi e Scarabeo
Regione Molise, il presidente Toma (FI) azzera ducescamente la giunta
Il “santo” governatore, nel bel mezzo dell’emergenza sanitaria, persiste nell’accentramento del potere nelle sue mani, esautora ogni forma di democrazia borghese, blinda la maggioranza in vista della discussione del bilancio
Dal corrispondente del Molise
Veramente non c’è pace per le masse popolari molisane. Nonostante l’imperversare del virus, i morti, il dolore, le tensioni e l’ormai prossima crisi economica che non potrà non abbattersi in un territorio già gravato da disoccupazione e lavoro nero, caratterizzato dalla presenza di sole piccole aziende e partite Iva che avranno tremendi problemi ad andare avanti, come un fulmine a ciel sereno, infatti, nella notte fra il 16 e il 17 aprile il governatore di “centro-destra” della regione Molise, “san” Donato Toma, ha “dimissionato” tutti gli assessori, chiedendo loro di partecipare in veste di consiglieri al prossimo Consiglio regionale, lunedì 20 aprile.
“E' per me una prassi periodica, come annunciai in campagna elettorale, fare il cosiddetto "tagliando" alla giunta per verificare azioni e obiettivi raggiunti”. Dietro questa frase eccellentissima, c’è ben poco di casto e angelico e molto di profano su cui indagare.
Procediamo con ordine, premettendo che gli avvenimenti si stanno susseguendo di ora in ora e ai quali mettiamo così un primo punto e a capo.
Come detto, pochi giorni fa Donato Toma, nel bel mezzo dell’emergenza, di punto in bianco ha elaborato una brillante strategia per risollevare le sorti del nostro territorio: mandare a casa l’intera giunta, fuori tutti i suoi porporati, gli assessori Vincenzo Cotugno, Vincenzo Niro, Nicola Cavaliere, Roberto Di Baggio e Luigi Mazzutto. Deleghe ritirate e tutti “retrocessi” a semplici consiglieri. Reazioni? Tutti hanno prontamente e con reverenza accettato “l’invito”, tranne “cardinal” Mazzutto che si era riservato qualche momento di riflessione! Evidentemente troppo per il governatore: l’esponente leghista ha ricevuto un benservito totale e senza repliche!
A breve giro sono seguite le polemiche dei consiglieri entrati nel sacro concilio regionale come sostituti dei consiglieri eletti assessori ma ora, con la retrocessione, i neoporporati sono stati fatti fuori a loro volta. Ed ecco il loro grido di dolore: Antonio Tedeschi (Popolari) e Massimiliano Scarabeo (gruppo Misto) pregano il santissimo “Toma si fermi finché è in tempo, è a rischio la legittimità del voto di bilancio”.
Ma ben altro frulla nella mente della reverenda guida suprema. Da stamane, fino al 22 aprile, è in agenda la discussione sul bilancio regionale, in particolare si tratta di distribuire prebende ai fedeli pari a 58 milioni di euro. Vogliam scherzare? Sarà pure lo sterco del diavolo ma su certe cose la chiesa forzista può tollerare e perdonare, ovvio! Patriarchi, a noi, tutti riuniti in santo concilio a ponderare sul bene!
C’è pure altro, certo, a motivare l’uso del bastone pastorale. Il pio Donato ha attirato da tempo su di sé tutti i riflettori della scena mediatica oscurando qualcuno che, evidentemente, avrebbe tanto desiderato avere una certa quota di visibilità, un posto al sole nella bella cappella sistina di palazzo D’Aimmo, tanto per batter cassa alla prossima tornata elettorale! Ad ogni modo i nostri santi protettori sono da stamane chiusi in santo e devoto consiglio, vedremo cosa ne verrà fuori per le masse popolari molisane. Da ricordare, inoltre, che per puri motivi liturgico-formali il santissimo ha dovuto nominare in fretta e furia almeno un assessore: trattasi del delfino Maurizio Tiberio, processo di canonizzazione in corso pure per lui per gentile concessione di sua grazia!
Dall’opposizione, segni di vita? I borghesucci delle altre parrocchie, in primis PD e M5S, primi sono parsi cauti e narcotizzati, di prodiana memoria; poi qualche strillo da pagano indignato. Non di più, per carità, la fede è pur sempre fede e accomuna tutti i cantori di tutte le chiese! Qualche scaramuccia da crociati e infedeli per il pubblico in delirio!
L’opposizione di noi poveri senza dio, avulsi da cotanta magnificenza e alto spessore, si è però fatta ben sentire: sui social non si contano i commenti, da quelli di ilarità a quelli delusi ai più, veramente tanti, indignati e arrabbiati. Citiamo, a titolo di esempio, il commento di Emilio Izzo, uno dei rappresentanti più in vista e rispettati nello lotte popolari a queste latitudini: “Siamo di fronte ad un’offesa dell’intelligenza e del buon senso delle persone! Un triste teatrino di tutti i partiti di cui questo è solo l’ultimo atto di una lunga serie. Qui, sulle spalle dei molisani, da troppi anni stiamo assistendo ad un Toma che mira a gestire il potere, al commissario Giustini, quota Lega, che ha i suoi scopi, ad Antonio Federico e tutti i cinquestelle che prima dicono di difendere gli interessi dei cittadini, specialmente sulla sanità, per poi, una volta entrati nei palazzi del potere... Qui abbiamo problemi sanitari ed economici seri e questi… Veramente, la misura è colma, ora pure questo show. Andrebbero presi tutti a calci nei fondelli”.
Parole che condividiamo e rilanciamo: in questa fase di profonda emergenza, in un momento di estrema delicatezza come quello della discussione del bilancio regionale, di urgenti riforme sanitarie da attuare, questo è quello che offrono i politicanti borghesi. Alle masse proletarie e popolari molisane l’obbligo di interrogarsi e reagire per affossare questo, santo, santissimo, letamaio!
22 aprile 2020