Sostegno all'Editoriale di Scuderi “Coronavirus e il futuro dell'Italia”
L'Editoriale di Scuderi invita gli anticapitalisti a prendere contatti e a lottare col e nel PMLI per il socialismo
di Gior - Roma
Il compagno Segretario generale Giovanni Scuderi ha lanciato, dalle colonne de
“Il Bolscevico”, un chiaro monito a tutti noi marxisti-leninisti e alla classe
operaia italiana e non solo a tenere ben saldo il timone della lotta di classe e
ad affrontare le nuove sfide politiche che l'emergenza sanitaria ci impone. Nel
suo Editoriale intitolato “Coronavirus e l'Italia del futuro”, celebrando il 43°
della fondazione del Partito, ha dapprima interpretato il solidarismo di classe
che ha animato il movimento operaio sin dal suo sorgere, ha ricordato le decine di migliaia di scomparsi a causa dell'epidemia, ha incoraggiato i contagiati, i ricoverati e i convalescenti, ha ringraziato tutti gli operatori sanitari e tutti i lavoratori che in questa emergenza si sono prodigati, spesso rischiando la vita e talvolta perdendola, per salvare le vite altrui e per garantire i beni e i servizi essenziali.
Dopo questa solidarietà di classe viene però l'analisi politica, che per noi marxisti- leninisti è scientifica, tramite la quale il Segretario generale non manca di ricordare che l'epidemia “è il frutto amaro della devastazione della natura, della perdita della biodiversità e delle specie, della distruzione dell’habitat delle specie selvatiche, della deforestazione, dell’inquinamento dell’ambiente, dei mari e dell’aria, dei cambiamenti climatici provocati dal capitalismo e dall’imperialismo”, e Scuderi, come il Partito ha sempre fatto, ribadisce la sua critica alle gravi carenze dei sistemi sanitari nei Paesi capitalisti avanzati, in particolar modo in Italia, dove è in atto negli ultimi trenta anni almeno un forte depotenziamento del sistema sanitario pubblico, spezzettato a partire dal 2001 a favore delle Regioni, con il risultato che i posti letto negli ospedali sono stati dimezzati e molti piccoli ospedali sono stati chiusi. Così i presidenti delle regioni, che nella prima fase dell'emergenza sono state più colpite, si sono mossi male e in ritardo nel fronteggiare l'epidemia, sia quelli di “centro-destra” della Lombardia e del Veneto sia quelli di “centro-sinistra” dell'Emilia-Romagna e delle Marche, con il governo Conte in affanno nella fornitura di dispositivi di protezione alle persone e ai centri sanitari.
Una giusta critica Scuderi la riserva poi allo stesso governo Conte, che come tutti i governi degli Stati capitalisti è un comitato di affari della grande borghesia, per avere dall'inizio assunto pieni poteri a scapito del parlamento in aperto conflitto con il dettato costituzionale, e d'altra parte avere utilizzato assai male tali poteri, ritardando troppo nella chiusura delle aziende non essenziali in ossequio al volere di Confindustria, salvo chiuderle solo a seguito della mobilitazione dei lavoratori.
L'attuale lotta di classe
Ma la parte più densa e significativa dello scritto di Scuderi è riservata al ruolo della lotta di classe nell'attuale e, soprattutto, futuro contesto sociale ed economico: “non siamo - scrive - sulla stessa barca, come predicano insistentemente Conte e i partiti governativi, ai quali si è aggiunto ora il papa. Le barche sono due, quella delle forze del capitalismo e quella delle forze anticapitaliste”
in quanto, prosegue, “l’emergenza sanitaria non ha annullato né le disuguaglianze sociali e territoriali, che anzi sono aumentate, come dimostrano le prime ribellioni dei senza lavoro e dei senza soldi del Sud d’Italia né le classi e la lotta di classe”
.
Con lungimiranza, e certamente tutto ciò non potrà che accadere puntualmente, Scuderi prevede che “persisterà il dominio della borghesia e del capitalismo, si aggraveranno le disuguaglianze sociali e territoriali, le condizioni di vita e di lavoro delle masse, la disoccupazione e la povertà, ed è probabile che diventeranno permanenti, con qualche aggiustamento, l’isolamento sociale, il controllo sociale, il telelavoro, l’insegnamento a distanza, il restringimento delle libertà e della democrazia borghese, l’emarginazione, la militarizzazione del Paese, del parlamento e il nazionalismo patriottardo e fascista”
.
Implicitamente il compagno paventa, oltre che un aggravamento delle condizioni di vita, morali e materiali delle masse (ma questa non è certo una novità nella storia plurisecolare del capitalismo), uno sfilacciamento e addirittura una disintegrazione del tessuto sociale che è un fenomeno totalmente nuovo nella storia delle società umane. Contemporaneamente il Segretario teme che gli individui, sempre più soli, si avvicinino alla carota istituzionale costituita da quei simboli e da quelle istituzioni giuridiche - in particolar modo quelle politiche, giudiziarie, di polizia e militari - dello Stato borghese che noi marxisti-leninisti (e parlo con la stessa autorità e competenza in campo giuridico che fu di Lenin, anche egli, come me, un giurista) abbiamo il preciso dovere di additare alle masse lavoratrici come una gigantesca truffa ideologica organizzata ai loro danni. Infine Scuderi teme che, se le masse non si dovessero avvicinare spontaneamente alla carota istituzionale, i maggiordomi dello Stato borghese (ossia i politici borghesi) impartiscano precise lezioni ai loro servi (ossia gli appartenenti ai corpi di polizia e a quelli militari) affinché usino il bastone contro le masse. Da giurista, attesto che non ho mai sentito nessuno ragionare in modo così lucido come Giovanni Scuderi.
Vi è infine un'altra riflessione importante che si deve fare dopo la lettura dell'Editoriale, che si può riassumere con la frase latina divide et impera
: è molto più facile per la classe dominante borghese, nonché per i suoi capibastone e mazzieri istituzionali, controllare masse popolari dove ognuno pensa per sé, si rincoglionisce dietro ai telefonini, lavora a casa, riduce la vita sociale e perde completamente coscienza del suo ruolo economico e sociale all'interno della società, e questo è un problema sul quale bisognerà ragionare.
Ben conscio, quindi, delle lotte plurisecolari del movimento dei lavoratori, della scienza marxista-leninista arricchita dal pensiero di Mao e delle esperienze politiche e sociali dei Paesi che edificarono il socialismo, Scuderi indica proprio nel sistema socialista, ossia nell'instaurazione di “una nuova economia e un nuovo Stato modellati secondo gli interessi del proletariato e delle masse lavoratrici”, l'unica proposta politica in grado di risolvere le contraddizioni, sempre più insanabili e per di più aggravate dall'attuale emergenza sanitaria, nelle quali si sta avvitando sempre di più il capitalismo.
Con profondo realismo lo stesso Scuderi ammette, d'altra parte, che “da solo il PMLI, anche quando avrà un corpo da Gigante Rosso, non ce la potrà mai fare”, e quindi lo stesso invita tutte le forze anticapitaliste a unirsi e a lottare insieme per realizzare l'Italia socialista del futuro alla luce delle esperienze che hanno visto la vittoria del socialismo in realtà geopolitiche di dimensioni continentali, come la Russia e la Cina. A tal proposito il Segretario non manca di ricordare a tutti coloro che hanno a cuore il pensiero scientifico e la rivoluzione socialista la lettura di alcuni classici della letteratura marxista leninista (il Manifesto
di Marx ed Engels, Stato e rivoluzione
di Lenin, Principi del leninismo
e Questioni del leninismo
di Stalin, e infine Sulla giusta soluzione delle contraddizioni in seno al popolo
di Mao) per liberarli, afferma Scuderi, “dall’influenza borghese riformista, elettoralista, parlamentarista, costituzionalista, governista e pacifista, che affligge anche il cosiddetto 'socialismo del XXI secolo' basato sul pensiero riformista e revisionista di Gramsci”.
La campagna culturale del PMLI
Il consiglio bibliografico del compagno Scuderi, del resto, si inserisce in una vera e propria campagna culturale, promossa già da mesi dal PMLI, volta a stimolare l'approfondimento del materialismo dialettico e del materialismo storico da parte non soltanto dei militanti del Partito, ma del proletariato italiano tutto, affinché prenda coscienza di essere una classe per sé in vista della rivoluzione socialista.
Nel frattempo Giovanni Scuderi non perde di vista i problemi immediati delle masse popolari, indicando non soltanto al nostro Partito bensì a tutte le forze anticapitaliste, di lottare “per ottenere subito 1.200 euro al mese per chi è senza reddito e senza ammortizzatori sociali finché dura l’emergenza del coronavirus; per il rafforzamento e lo sviluppo del sistema sanitario nazionale e l’abolizione della sanità privata; per l’abrogazione del titolo V della Costituzione e la relativa autonomia differenziata delle regioni; per l’abrogazione dell’articolo 81 della Costituzione che impone il pareggio di bilancio, della legge Fornero, del Jobs Act e dei decreti sicurezza; per l’uscita dell’Italia dall’Unione europea imperialista, considerando anche che non ha fatto nulla fin qui per aiutarci nella lotta contro l coronavirus”
.
L'intervento del compagno Scuderi termina con una citazione tratta dall'opera del 1920 intitolata Falsi discorsi sulla libertà
di Lenin, del quale celebriamo in questi giorni il 150° della nascita: “le parole d’ordine dell’epoca nostra
- scrive il grande rivoluzionario bolscevico - sono, e devono essere inevitabilmente: distruzione delle classi, dittatura del proletariato per il raggiungimento di questo fine, smascheramento implacabile di tutti i pregiudizi piccolo-borghesi democratici sulla libertà e sull’uguaglianza, lotta spietata contro questi pregiudizi
” e, conclude, “finché non sono distrutte le classi, qualunque discorso generico sulle libertà e sull’uguaglianza è un mezzo per ingannare se stessi e per ingannare gli operai e tutti i lavoratori e gli sfruttati dal capitale, ed è, in ogni caso, una difesa degli interessi della borghesia
”.
Le parole di Lenin suonano addirittura profetiche nell'epoca dell'emergenza coronavirus, quando una propaganda martellante sia delle istituzioni dello Stato borghese sia dei mezzi di informazione ad esse asservite inculcano quotidianamente nelle masse sempre più impoverite e spaventate ogni sorta di pregiudizi, il primo dei quali è l'invito all'unità nazionale in nome della quale ogni conflitto di classe, secondo tale impostazione truffaldina, sarebbe inutile e controproducente.
Evitare il trabocchetto della “unità nazionale”
L'Editoriale del compagno Scuderi è importantissimo, sia perché evidenzia che l'attuale crisi sanitaria aggrava le già vistose contraddizioni sociali presenti nel capitalismo, sia perché invita noi marxisti-leninisti e il proletariato tutto a non cadere nel trabocchetto istituzionale dell'unità nazionale teso dai caporioni istituzionali borghesi di turno, e l'unico strumento per evitare tale raggiro è per le masse lavoratrici la cultura marxista-leninista arricchita dal pensiero di Mao, della quale è interprete il nostro Partito, il quale da sempre invita i lavoratori a coltivare la lotta di classe ispirata ai principi del materialismo storico e del materialismo dialettico.
In questo momento storico occorre l'unità delle masse lavoratrici in Italia e ovunque nel mondo, e la coscienza, da parte delle stesse, del loro ruolo sociale.
In questo momento storico il PMLI è in grado di prevedere gli sviluppi futuri perché si fonda sul socialismo scientifico, i cui cardini sono il materialismo storico e quello dialettico.
In questo momento storico, che ha visto purtroppo una vera e propria carneficina di persone anziane mandate a morire da istituzioni indegne nelle case di riposo, invito i giovani a riscoprire il ruolo sociale di queste persone che, come Giovanni Scuderi, sono fonte di saggezza e di intelligenza vissuta oltre che di contatto umano. Come il compagno francese Adrien Lejeune (1847-1942), che poté raccontare ai giovani sovietici le gloriose e sfortunate giornate della Comune di Parigi alle quali egli stesso da giovane aveva partecipato e ai cui ideali socialisti rimase fedele per tutta la sua lunga vita, anche Giovanni Scuderi (1935-viv.), che da bambino ha vissuto la seconda guerra mondiale, che da giovane ha vissuto le lotte contadine nella Sicilia del dopoguerra, che da adulto ha vissuto il Sessantotto con tutti i suoi fermenti per fondare poi il nostro Partito, che ancora dirige, testimonia soprattutto ai più giovani la coerenza di una vita interamente spesa a favore dei più deboli, un vero e proprio apostolato laico e un grandissimo esempio di vita, che indico ai giovani di seguire.
Dei Maestri del socialismo i giovani conoscono soltanto i loro scritti e le loro biografie che testimoniano il loro rigore scientifico, la loro lealtà ai principi e la loro coerenza nelle lotte, così come gli stessi giovani hanno udito di tantissimi compagni e compagne esemplari delle generazioni passate, ma non li hanno mai conosciuti perché quando essi sono nati questi uomini illustri e queste donne eccellenti erano già tutti morti. Sarebbe bello infatti chiedere ai coraggiosi operai che il 28 aprile 1789 protestarono violentemente a Parigi cosa pensassero della lotta di classe, sarebbe interessante chiedere alle cinquemila donne che si misero in marcia da Parigi a Versailles il 5 ottobre di quello stesso anno quali fossero i problemi quotidiani delle donne proletarie, e la stessa domanda potrebbe essere fatta alle migliaia di donne del popolo che l'8 Marzo 1917 protestarono a Pietrogrado. Sarebbe bello interrogare un comunardo sugli avvenimenti del 1871 in Francia così come sarebbe interessantissimo parlare faccia a faccia con i protagonisti della Lunga Marcia cinese o della Rivoluzione di Ottobre (per una esatta ricostruzione degli avvenimenti menzionati si veda l'articolo Il PMLI sta proseguendo nella Lunga Marcia per la conquista del socialismo in Italia
pubblicato su “Il Bolscevico” n. 42/2016).
Tutto ciò, purtroppo, non è più possibile, perché i protagonisti di quelle lotte sociali e politiche sono tutti morti.
Al contrario Giovanni Scuderi gode di ottima salute fisica e politica, lo si può conoscere personalmente, ed è una fonte vivente di insegnamento tanto da avere profondamente influito nella mia formazione umana e politica, per cui invito tutti coloro che vogliono costruire il socialismo, e soprattutto i giovani, a prendere contatto con il Partito marxista-leninista italiano e venire a conoscere personalmente lui e tanti altri compagni che con coerenza e massima serietà da decenni invitano le masse lavoratrici all'unità nel nome del socialismo scientifico e anticipano, fondando il loro pensiero su tale scienza, gli sviluppi futuri del Paese e del mondo.
Lavoratori di tutti i Paesi, unitevi!
6 maggio 2020